"Europee un momento storico | Chiedo a Faraone di candidarsi" - Live Sicilia

“Europee un momento storico | Chiedo a Faraone di candidarsi”

Michela Giuffrida: "Catania ha il suo candidato. Siano rappresentati gli altri territori".

L'INTERVISTA
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5 min di lettura

PALERMO – Eurodeputata uscente del Partito democratico, Michela Giuffrida si ricandida per proseguire il lavoro di questi cinque anni. La giornalista catanese definisce “storico” l’appuntamento elettorale, rivendica il lavoro svolto in Europa e chiede al segretario del Pd siciliano Davide Faraone di candidarsi.

Onorevole Giuffrida, queste Europee sono il referendum tra europeisti contro sovranisti. Il vento soffia dall’altra parte, rispetto alla sua, o no?

“Non c’è dubbio ma è il motivo per cui dobbiamo combattere una battaglia convinta per far calmare questo vento ed evitare il pericolo. In realtà la scommessa non è solo di Bruxelles perché da queste elezioni dovrebbero arrivare dei responsi che possono cambiare le sorti del Paese. C’è chi ipotizza un ritorno al voto nazionale. Possiamo dire senza tema di esagerazioni che viviamo un momento storico”.

Per l’Europa e per l’Italia, dunque.

“Sì, perché noi abbiamo un primato, abbiamo due movimenti populisti ed entrambi sono al governo”.

Due movimenti populisti che sommati per i sondaggi sono vicini al sessanta per cento. Altro primato. Come se lo spiega?

“Sì, sono forti di un grande consenso grazie a operazioni mediatiche e di fake news, così siamo arrivati a questo risultato. Ma io sono ottimista. Tutti i segnali ci dicono che per fortuna l’elettorato sta da una parte toccando con mano i risultati magri portati a casa in un anno. E dall’altra c’è una forte preoccupazione per le dinamiche che si possono mettere in moto: Brexit costituisce un esempio. Vedere il caos in cui è precipitato un grande Paese è un esempio di come spesso gli esperimenti di democrazia partecipativa non giovino al popolo. È una lezione per tutti su cosa accade quando non ci sono informazioni corrette”-

Lo dice anche da giornalista?

“E ci mancherebbe, quello è stato un fenomeno condotto dai populisti. Un risultato che ha fatto male a tutti. Ed è il migliore esempio di quanti danni in pochissimo tempo possa provocare chi promette senza poter mantenere e chi persegue fini strumentali”.

Lei è in giro in campagna elettorale. Come spiega ai siciliani che serve più Europa?

“Io durante questi cinque anni mi sono imposta due cose. La prima mantenere un contatto col territorio costante. Che era in antitesi con quello che era in genere la figura delll’eurodeputato. È difficile lavorare dal lunedì al giovedì a Strasburgo e a Bruxelles e nello stesso tempo imporsi dal venerdì alla domenica di mantenere il contatto col territorio. Ma grazie all’enorme mole di consenso che ho avuto, che mi ha caricato di responsabilità, credo di essere riuscita a farlo. Il mio obiettivo, ecco la seconda cosa, era diffondere un’idea di Europa utile”.

Utile a chi?

“Ho sempre parlato di un’Europa utile parlando di cose concrete. I fondi europei, per esempio, anche se il nostro territorio li utilizza poco. I marchi di qualità, le battaglie vinte sull’olio Igp e il cioccolato di Modica. O l’insularità. Musumeci ogni tanto scopre che abbiamo i biglietti aerei a 600 euro ma non ha applicato quello che noi faticosamente abbiamo ottenuto. Io sono stata relatrice della relazione sulla condizione di insularità approvata dal Parlamento europeo. Lì c’è tutto quello che può servire alla Sicilia per la continuità territoriale. Inclusa la fiscalità di vantaggio. Sono esempi di come l’apporto europeo può essere un volano enorme per le mostre aziende. Poi faccio conversazioni nelle scuole, vedo che i ragazzi non sanno molto dell’Europa. E magari non conoscono le grandi occasioni di programmi come l’Erasmus. Se si capisce questo concetto dell’Europa utile, si comprende che noi dell’Europa non possiamo fare a meno. In questo momento l’assalto all’Europa ha dietro interessi commerciali vorticosi”.

Il Pd è in ripresa. Dove può arrivare?

“Credo che lo straordinario risultato delle primarie, dove ho sostenuto convintamente Nicola Zingaretti, sia anzi tutto una grande apertura di credito nei confronti del Partito democratico. E sia la dimostrazione che quelle primarie per l’Italia, aperte, dicono che si può combattere una battaglia finalmente con il sostegno dei territori. E con il ritorno dei tanti che avevano creduto alle promesse del Movimento 5 stelle e che ci avevano abbandonato per i tanti errori che il Pd aveva commesso e che non possiamo disconoscere. Ci lasciamo alle spalle errori che ci hanno fatto male. Il risultato delle Politiche in Sicilia è stato amaro ma è frutto degli errori fatti sul territorio, evidenti per esempio nella composizione delle liste. Sono errori che non ci possiamo più permettere”.

Lei pensa che sia il momento di una possibile unità nel partito?

“Mi auguro che da dopodomani si vada insieme in campagna elettorale con la convinta presenza di un partito unito”.

E in Sicilia, c’è una situazione irrisolta dopo quell’anomalo congresso regionale?

“Nicola Zingaretti su questo ha pronunciato parole chiare. Mi piace però pensare che in questo momento ci sia il convinto coinvolgimento di tutte le forze del partito perché abbiamo una battaglia durissima da vincere. Spero che anche nella costruzione delle liste delle Europee ci sia il coinvolgimento della presenza territoriale. Mi piacerebbe ad esempio che il segretario Faraone si scommettesse su questo fronte Una sua candidatura alle elezioni europee sarebbe un segnale importante. Il risultato di Palermo non è stato entusiasmante alle ultime politiche, io vedrei la candidatura del segretario Faraone come segnale importante di unità per il partito. Ci sarà poi la ricandidatura degli uscenti. Io ho sempre detto di volermi ricandidare per continuare il mio lavoro in Europa. Catania così ha un candidato. Non conosciamo quali saranno i candidati delle altre province, quello che io chiedo è che questa lista sia forte con una di identificazione diretta dei candidati sul territorio”.


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