I ragazzini e l'autobus | Non chiamateli eroi - Live Sicilia

I ragazzini e l’autobus | Non chiamateli eroi

Se gli adolescenti diventano il paravento degli sbagli degli adulti.

Manovra a Tinaglia
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2 min di lettura

Io avrei utilizzato parole diverse per descrivere i ragazzini del bus di Crema. Li avrei definiti bravi, astuti, efficienti, svegli. Oppure “corna dure”, o “cazzuti”. Insomma, il vocabolario, la nostra lingua, quella “vivente”, intendo, offrono una serie infinita di possibili varianti.

Invece il tam-tam mediatico ha preferito ricorrere al termine “eroi”, espressione che, personalmente, non mi sarebbe mai venuta in mente nel corso di una conversazione salottiera, o commentando l’accaduto al bar, tra una tartina e un Mojito. Ma in fondo va bene così. Non è la questione semantica, col suo corredo vagamente retorico, che mi interessa. Quella è marginale. E marginale resta pure la inevitabile constatazione che forse dovremmo definitivamente archiviare la dibattuta questione sul divieto di utilizzare gli smartphone nelle scuole. “Giù le mani dai telefonini salvavita”, verrebbe da dire.

Vedo, piuttosto, che ormai è il mondo dell’adolescenza a dettare i ritmi dell’agenda. Almeno da qualche tempo. Un paio di settimane fa è stato il momento di Greta Thunberg, la sedicenne che è diventata icona dell’ambientalismo, e punta avanzata della rivolta globale per il nostro pianeta. Argomento divenuto centrale. Oggi tocca a Rami, il tredicenne egiziano che per primo ha dato l’allarme dopo il sequestro. Vicenda che ha ridato enorme vigore al tema, ultimamente eclissatosi, della cittadinanza e a quello dello ius soli.

Su scala decisamente più ridotta, mi viene in mente il putiferio che si scatenò a Palermo in occasione di “Manifesta” per le scene erotiche di intimità tra uomini e piante. Ve le ricordate? Molti ne sostennero la inopportunità proprio in ragione della portata diseducativa per le scolaresche adolescenziali che andavano in visita all’Orto Botanico. Diciamola tutta. L’accostamento al mondo dell’adolescenza conferisce una sorta di valore aggiunto a temi di indubbia attualità o di interesse sociale. Ne esalta la valenza, ammantandola di purezza, di innocenza.

Funziona come un depuratore che elimina ogni scoria di appartenenza o di schieramento. Un pass-partout che universalizza i problemi. Esattamente quei problemi che abbiamo creato proprio noi adulti, e che non sappiamo o vogliamo risolvere. Così ci siamo inventati di strizzare l’occhio agli adolescenti. Un po’ li aduliamo, un po’ li tiriamo per la giacca. Pare che la strategia stia funzionando, almeno a proposito del caso Rami. Magari funzionerà a 360 gradi. Perché è così, gli adolescenti sono meravigliosi. E noi adulti siamo proprio dei grandi, grandissimi ruffiani.


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