E il Ministero grillino scrisse: | "In Sicilia servono gli inceneritori" - Live Sicilia

E il Ministero grillino scrisse: | “In Sicilia servono gli inceneritori”

Nel documento che demolisce il piano regionale, si sfata un tabù.

PALERMO – Quegli inceneritori s’hanno da fare. Non che sia la prima volta che qualcuno lo mette nero su bianco. Ma certo non può passare inosservato che a strigliare la Regione siciliana sul punto sia il ministero dell’Ambiente targato Movimento 5 Stelle. Quel Movimento che ha sempre considerato i termovalorizzatori come uno spauracchio, un tabù intoccabile, tanto da litigarci su con la Lega fino all’altro ieri. E invece, i tecnici del ministero che hanno fatto a brandelli il piano Rifiuti del governo Musumeci, scrivono senza possibilità di equivoco quanto segue: “Si rileva l’assoluta necessità di localizzare sul territorio dell’Isola almeno due o più impianti di incenerimento di capacità pari al relativo fabbisogno”. Questo perché secondo Roma non sono chiare le previsioni siciliane sui flussi futuri nelle discariche, e da qualche parte l’indifferenziato va messo.

Insomma, per il governo grillino, la Sicilia ha bisogno di due termovalorizzatori. Quegli impianti che i 5 Stelle hanno contrastato a ogni latitudine e per i quali il contratto di governo firmato con la Lega punta ad arrivare al “graduale superamento”. Quei termovalorizzatori che solo qualche mese fa Matteo Salvini ha auspicato si realizzassero in Campania, uno per provincia, suscitando la garbata replica su Facebook (e dove sennò?) del collega vicepremier Luigi Di Maio che ha scritto in quella circostanza che “gli inceneritori non c’entrano una beneamata ceppa e tra l’altro non sono nel contratto di Governo”, evocando pure lo spettro della camorra.

In Sicilia, invece, il governo gialloverde ribadisce che per i dati in possesso di Roma due termovalorizzatori, anzi, “almeno due”, vanno realizzati eccome, recependo il decreto della presidenza del Consiglio dei ministri del 2016 “in modo che siano valutati tutti gli aspetti relativi all’incenerimento, dagli aspetti quantitativi fino alle implicazioni di livello logistico, gestionale e ambientale”.

E così, gli impianti brucia-rifiuti torneranno, c’è da scommetterci, ad agitare il dibattito politico. Già l’estate scorsa i grillini dell’Ars erano scattati sul chi va là paventando che i termovalorizzatori accompagnati ala porta potessero rientrare dalla finestra “mascherati” da altro. E nella scorsa legislatura c’era stata maretta quando il governo Renzi aveva pensato di realizzare due maxi-impianti in Sicilia. Il governo Crocetta si opponeva, pensando a più impianti di dimensioni contenute. La memoria torna sempre al gigantesco e oscuro affare dei quattro mega-inceneritori da realizzare all’epoca dei governi di Totò Cuffaro, che poi non videro la luce. Una vicenda su cui i magistrati amministrativi parlarono di offerte preconfezionate “a tavolino” in accordo tra i diversi raggruppamenti.

Ora si torna a parlare di termovalorizzatori in un documento del ministero retto da un esponente indicato dai 5 Stelle. Che però dalla Sicilia sottolineano che l’ipotesi inceneritori è richiamata dal governo nazionale “perché mancano i diagrammi dei flussi delle discariche per i prossimi tre anni”, dice il deputato pentastellato Giampiero Trizzino. Ma che un tabù sia crollato è difficile negarlo.

 


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI