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LiveSicilia.it / Archivio / Usare la domenica per crescere in spirito

Usare la domenica
per crescere in spirito

Qualche suggerimento per non cadere nel vuoto.

Uomini e dei
di Augusto Cavadi
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La qualità della vita di ciascuno di noi risulta dalla combinazione di fattori esterni, oggettivi, indipendenti dalla nostra volontà con fattori interiori, soggettivi, di cui siamo responsabili. Secondo il celebre Alfred Adler, fondatore della “psicologia individuale” (in alternativa alla “psicoanalisi” del suo amico Freud), ciascuno di noi può decidere in che misura lasciarsi influenzare dalle circostanze e dagli avvenimenti.

Queste considerazioni generali possono orientarci in diversi casi particolari, per esempio nella “cosiddetta nevrosi della domenica, caratterizzata da note di tristezza che si presentano di frequente durante il week-end, quando appunto il soggetto non si trova più sottoposto alla tensione propria dell’attività settimanale; giunge il momento del sollievo, del riposo, ma con esso la percezione della propria solitudine e del vuoto interiore, della propria incompletezza psichica e della mancanza di un compito: valori che vanno al di là dell’attività quotidiana che ci assicura il pane, ma che maggiormente rendono la vita degna di essere vissuta” (così Victor Frankl, fondatore della “logoterapia”, nel suo Come ridare senso alla vita).

Cosa può significare, nel concreto, questa indicazione di massima? Che dovremmo imparare a programmare i nostri fine-settimana, le nostre vacanze pasquali o estive o natalizie, con la stessa cura con cui programmiamo i nostri lunghi periodi lavorativi. Certo, non si tratta di adottare regimi da caserma: concedersi qualche ora di sonno in più, almeno una volta a settimana, non può che farci benissimo. Ma, una volta svegli e alzati, perché girovagare per casa in pigiama senza desideri né progetti? Almeno la domenica dovrebbe essere la giornata dedicata alla nostra crescita spirituale.

Ovviamente mi riferisco alla spiritualità come dimensione universale, laica, dell’esistenza: per uno sarà declinata come contatto con la natura (mediante una bella escursione a mare o in montagna), per un altro come fruizione della bellezza artistica (grazie ai musei talora persino aperti gratuitamente), per un altro ancora come esercizio della solidarietà umana (da attuare visitando un ospizio per anziani o un reparto ospedaliero pediatrico).

Ma le esemplificazioni sarebbero innumerevoli: ormai, grazie a internet, è facilissimo trovare le indicazioni per un corso di yoga o per una fiera del libro o per una mostra di piante…Chi si riconosce in una confessione religiosa potrebbe mettersi alla ricerca di una comunità (parrocchia cattolica, chiesa protestante, sinagoga ebraica o moschea islamica…) in cui si coltiva, con iniziative specifiche, la convivialità fraterna.

E qualcosa del genere viene offerta anche a chi non si riconosce in nessuna confessione determinata: per esempio negli incontri della cosiddetta “Domenica di chi non ha chiesa” (presso la “Casa dell’equità e della bellezza” di Palermo), in cui si sperimentano modalità e contenuti inediti di una spiritualità ecumenica (FB: Casa dell’equità e della bellezza) aperta a credenti di ogni orientamento, ma anche a atei e agnostici. L’essenziale, comunque, è non farsi cogliere dalle festività impreparati: sarebbe un vero “peccato” trasformare in noia e avvilimento un’occasione di ricarica di tutte le nostre batterie.

Pubblicato il 7 Aprile 2019, 08:57
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Commenti
  1. Vincenzo Prestianni 2 anni fa

    Da puccolo, mi ricordo che la Domenica era il giorno della conciliazione della comunione. Potevo giocare a letto con mio padre “strapazzandolo” “spupazzandomelo” ” . Me lo vivevo intensamente prima di uscire insieme, tutti per una gita fuori porta o in giro per la Citta’. E tutti i riti del focolare domestico si ripetevano con entusiasmo senza noia in attesa del Natale, della Pasqua, delle Vacanze. Le stagioni avevano profumi, sapori ed emozioni…coloratissime. Era l’imprintig della vita che cresceva alimentato dalle emozioni e dalle fatiche. L’aver creato una societa colma all’inverosimile di “stimoli esterni condizionanti” ha come conseguenza l’appiattimento della volontà propositiva , progettuale Si è creato una sorta di “stato amotivazionale” giocando sui meccanismi profondi della “dipendenza”. Se non riusciremo ad uscire da questo “tunnel” non molto diverso per certi aspetti da quello patologico dei consumatori di sostanze psicotrope, la tendenza ad uniformarsi e riconoscersi nel “nulla pilotato” non sarà molto lontana. È un crescente fenomeno di massa molto pericoloso, una sorta di deriva amotivazionale che a lungo andare…..Grazie per il prezioso spunto di riflessione. The stars look down.

    Rispondi
  2. Giovanni 2 anni fa

    e’ una impresa ardua secondo me riscoprire atmosfere e sentimenti che avevano dei presupposti pedagogico-educativi e culturali completamente diversi da quelli attuali.
    Internet e lo smartophone hanno indotto delle modificazioni radicali e profonde del nostro modo di essere e di rapportarci agli altri che hanno creato una nuova dimensione esistenziale in corso di definizione e dagli esiti non valutabili e imprevedibuli nel breve periodo.
    Si devono riscoprire le materie umanistiche e le religioni nella loro essenza di crescita e promozione spirituale della persona rendondoli compatibili con le modalita’ tecnologiche che incidono fortemente sulla propria esistenza.
    Si deve discutere di Leopardi e Manzoni e di Vangelo tramite lo smartphone rendendoli accattivanti e piacevoli.
    Alcuni docenti stanno tentando questo percorso innovativo ma credo che con il tempo si debba estendere a tutti.
    Nel contempo mantenere vivo il gusto di leggere libri rendendo facile l’acquisto nei bar e nei luoghi di aggregazione sociale.
    E’ lodevole l’iniziativa di vendere libri a prezzi stracciati a Piazza marina da persone che
    con le loro bancarelle assumono le funzioni di facilitatori e diffusori della cultura del libro.
    E’ un momento storico fluido e di transizione che richiede oggi piu’ che mai l’apporto di ogniuno di noi partecipando attivamente alla vita di tutti i giorni.
    Dobbiamo esprimere la capacita’ di coniugare i valori e il passato custoditi dalla Storia con il presente e il futuro. E’ una sfida che deve avere l’apporto di TUTTI.

    Rispondi

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