Cas e Anas, la fusione mai partita | "Valuteremo se l'accordo conviene" - Live Sicilia

Cas e Anas, la fusione mai partita | “Valuteremo se l’accordo conviene”

A marzo erano previsti i primi passi concreti, ma nulla di fatto. Così, il nuovo ente rimane un'ipotesi. L'assessore: "Ma siamo ancora interessati".

PALERMO – La nuova società doveva nascere già a marzo. Ma la “strada” per al fusione tra Anas e Cas si è complicata. “La Regione però è ancora interessata al ‘matrimonio’” assicura l’assessore alle Infrastrutture Marco Falcone. Anche se  i rapporti tra la giunta Musumeci e l’ente statale non sono mai stati così burrascosi.

Così, la fusione è ancora una ipotesi. “Un docente universitario – prosegue Falcone – ha completato la valutazione del patrimonio del Cas e con l’insediamento dei nuovi vertici dell’ente inizieranno le trattative con Anas. Anche il presidente della Regione nelle scorse settimane – sottolinea – ha chiarito che questa ipotesi non è tramontata. Abbiamo – prosegue l’assessore – la posizione prudente di chi vuole valutare se ci sono le condizioni per l’accordo”.

Cosa prevedeva la delibera approvata a settembre del 2018? Il governo Musumeci ha deciso di creare un nuovo ente per le autostrade che doveva nascere entro il giugno del 2019. Il Cas sarebbe stato superato da un nuovo grande gestore delle autostrade siciliane controllato per il 51 percento da Anas. Il 49 percento della società invece sarebbe stato di proprietà dalla Regione Siciliana. Proprio nei giorni passati, invece, stando al cronoprogramma allora fissata dall’esecutivo regionale avremmo dovuto assistere all’aumento di capitale e alla nomina degli amministratori della nuova società. E invece, finora niente di fatto.

In questi mesi, del resto, i rapporti fra la Regione e il concessionari delle autostrade non sono sempre stati sereni. Stando a quanto riferisce Falcone, però, questi mesi non sono passai invano: sarebbero serviti infatti per calcolare i crediti e i debiti del Consorzio autostrade siciliane e per rivelarne tutte le sue potenzialità; per stare alla metafora, sono serviti cioè per stabilire cosa la Regione porterà in dote ad Anas. “Adesso che la ricognizione del patrimonio del Consorzio da parte del professore Vermiglio è quasi finita – afferma l’assessore Falcone -, con l’insediamento della nuova dirigenza del Cas, potremo avviare gli incontri con i vertici di Anas”.

“Il principio del nostro operato – racconta Marco Falcone – è: garbati con tutti, ma sconti per nessuno. Il governo regionale si comporta nei confronti di Anas come qualsiasi committente che si complimenta se il prodotto che paga è buono e che invece reclama se invece il prodotto non va bene. L’Anas – continua il titolare delle Infrastrutture – sta facendo un buon lavoro sulla gestione dei fondi del Patto per il Sud mentre sulle grandi opere ci sono criticità che abbiamo denunciato e che stiamo lavorando per risolvere”.

Dialogare con Anas a Palermo e non a Roma, inoltre, a parere dell’assessore non sarebbe un aspetto secondario. “Non è da sottovalutare – spiega Falcone – quanto sarebbe positivo dialogare con una grande concessionaria che avendo i vertici in Sicilia e non a Roma potrebbe più facilmente visualizzare i problemi, il territorio e le attività da porre in essere”.

Nei prossimi mesi così dovrebbe partire la contrattazione per esaminare se ci sono ancora le condizioni dell’accordo. Se gli esiti degli incontri dovessero essere positivi, il governo regionale dovrebbe approvare gli atti di indirizzo per realizzare la trasformazione in Spa e per conferire il personale al nuovo ente. Poi, l’Assemblea regionale siciliana dovrebbe varare una legge per consentire l’operazione. Subito dopo, invece, dovrebbero essere redatti il piano finanziario della società, la valutazione di mercato di Anas, il nuovo assetto societario e nessuna nuova convenzione di gestione delle autostrade dell’Isola. I vertici dell’azienda invece dovrebbero essere espressione di ambedue le parti. Dei patti parasociali, e cioè dei patti fra i soci che si accordano su alcuni aspetti della loro società, dovrebbero definire quali poltrone saranno di nomina della Regione e quali dell’Anas. Potrebbe accadere così che il presidente del Cda sia espressione della Regione e l’Amministratore delegato sia nominato dall’Anas. Ma il nuovo ente è ancora, al momento, solo in una delibera di giunta.


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