Il caso Siri spacca il governo | M5s e Lega, posizioni distanti - Live Sicilia

Il caso Siri spacca il governo | M5s e Lega, posizioni distanti

Toninelli procede per il ritiro delle deleghe. La Lega fa quadrato.

TENSIONI GIALLO-VERDI
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Il caso “Siri” è il nuovo argomento di frizione tra Movimento 5 stelle e Lega al governo. Dopo la notizia dell’indagine siciliana sulle tangenti nel settore dell’eolico, che vede coinvolto il sottosegretario leghista ai Trasporti, i grillini si sono spinti, con il vicepremier Luigi Di Maio, fino a chiedere le dimissioni, mentre la Lega fa quadrato.

“Alla luce delle indagini delle procure di Roma e Palermo, con il coinvolgimento della Direzione investigativa antimafia di Trapani – si legge in una nota del Ministero – il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Danilo Toninelli, ha disposto il ritiro delle deleghe al sottosegretario Armando Siri, in attesa che la vicenda giudiziaria assuma contorni di maggiore chiarezza. Secondo il Ministro, una inchiesta per corruzione impone infatti in queste ore massima attenzione e cautela”.

Il ministro per il Lavoro Di Maio ha chiesto subito le dimissioni del sottosegretario. “Gli auguro di risultare innocente e siamo pronti a riaccoglierlo nel governo quando la sua posizione sarà chiarita – ha detto. – Non so se Salvini sia d’accordo con questa mia linea intransigente, ma è mio dovere tutelare il governo e l’integrità delle istituzioni. Un sottosegretario indagato per fatti legati alla mafia è un fatto grave. Non è più una questione tecnica giuridica ma morale e politica. Va bene rispettare i tre gradi di giudizio, ma qui la questione è morale. Ma se i fatti dovessero essere questi è chiaro che Siri dovrebbe dimettersi”, ha aggiunto.

In difesa di Siri, il ministro dell’Interno Salvini: “Siri non si deve dimettere. C’è solo un’iscrizione nel registro degli indagati e solo se sarà poi condannato dovrà mettersi da parte. Non ho mai chiesto – ha aggiunto Salvini – di far dimettere la Raggi o parlamentari dei Cinquestelle quando anch’essi sono stati indagati”. Simile la posizione del ministro Giulia Bongiorno: “Stupisce il giustizialismo a intermittenza con il quale vengono valutate le diverse vicende giudiziarie a seconda dell’appartenenza del soggetto indagato a uno schieramento politico”. 


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