Rifiuti, Orlando fustiga la Rap:| dimostri di poter svolgere il servizio - Live Sicilia

Rifiuti, Orlando fustiga la Rap:| dimostri di poter svolgere il servizio

La commissione d'inchiesta voluta dal sindaco punta il dito contro l'azienda

 

PALERMO – Un’azienda “ostaggio” dello straordinario dei dipendenti, che nel 2018 ha speso un milione di euro in più di solo lavoro extra e che adesso si trova a un bivio: o volta pagina, migliorando una prestazione ad oggi scadente, oppure il Comune non potrà rinnovare l’affidamento del servizio. Non usa mezzi termini il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, che in conferenza stampa illustra i risultati della commissione di indagine sull’emergenza rifiuti dello scorso dicembre, quando la città si ritrovò, tra Natale e Capodanno, con le strade piene di immondizia.

Il ritardo di tredicesime e stipendi provocò il malumore del personale che non scioperò, ma rifiutò lo straordinario: tanto è bastato per creare l’ennesima emergenza e per mandare su tutte le furie il Professore. E dopo tre mesi è arrivata sul tavolo del primo cittadino una relazione firmata dal Segretario generale Antonio Le Donne, dal Capo di gabinetto Licia Romano, dai dirigenti del settore Partecipate Sergio Maneri e Roberto Pulizzi, oltre che da un esperto esterno, l’ingegnere Aldo Iacomelli. Una ventina di pagina, oltre gli allegati, per formalizzare quello che era già noto ma mai messo nero su bianco con tanta chiarezza: l’organizzazione della Rap fa acqua da tutte le parti.

“Siamo fuori dalla fase dell’emergenza – dice il sindaco – Abbiamo approvato i bilanci consolidati, la Rap non può fare la fine dell’Amia e, come certificato dalla commissione, non ci sono problemi finanziari. Adesso però dobbiamo capire come far funzionare il servizio in vista del nuovo contratto di servizio che dovrà approvare il consiglio comunale”. Orlando, a differenza delle altre volte, non punta il dito contro qualcuno in particolare, ma il j’accuse sembra generale: dai dirigenti all’amministratore, dai lavoratori ai sindacati. “Noi abbiamo fatto delle scelte politiche – continua il Professore – La Tari non aumenterà fino al 2022, quindi bisogna fare una seria lotta all’evasione, e il servizio resterà pubblico creando le condizioni perché lo sia anche in futuro. Ma ci sono gravi lacune nella pianificazione e responsabilità gestionali e dirigenziali, questo è ormai un dato oggettivo”.

Al di là dei toni più soft, è chiaro che adesso il cerino è rimasto nelle mani dell’amministratore unico Giuseppe Norata, a cui l’amministrazione ha inviato la relazione: “Norata non è imputato ma sua è la responsabilità – continua il sindaco – Dovrà essere lui a valutare cosa fare adesso con questa relazione: noi gli diamo l’indicazione politica che l’azienda deve funzionare. Decida lui se segnalare ad altre autorità quello che è scritto in queste pagine, individui lui le responsabilità e adotti le decisioni conseguenti, decida lui come agire sapendo di poter contare sul sostegno dell’amministrazione. Noi abbiamo fatto il lavoro che avrebbe già dovuto fare l’azienda”.

La relazione resta riservata, ma il sindaco ha deciso di rendere pubblici alcuni stralci e soprattutto alcune anomalie: “Come è possibile che dalle carte non emergano disservizi a dicembre? Come è possibile che i numeri siano gli stessi del mese precedente? Abbiamo avuto tutti un’allucinazione collettiva? Norata dovrà chiederlo ai dirigenti, a quei dirigenti che alle stesse domande hanno risposto in modo diverso”.

Ma la relazione si sofferma poi sull’organizzazione del lavoro: manca un serio sistema di valutazione, non ci sono obiettivi chiari da raggiungere, il personale è organizzato male. “A Palermo ci sono 1.200 chilometri di strade e l’azienda ne spazza soltanto 100 – dice il sindaco – Ma di che parliamo? C’è almeno qualcuno che si è posto il problema o ha trovato alternative? C’è qualcuno che ha pensato a una campagna di sensibilizzazione o a coinvolgere le associazioni? E’ mai possibile che i sindacati chiedano o tutto o niente, oppure che il servizio domenicale sia volontario? Perché non viene attivata la contrattazione di secondo livello? Noi non vogliamo colpire nessuno, ma neanche avere scampoli di indulgenza: se chi organizza si trova di fronte ad atteggiamenti scorretti agisca, altrimenti la colpa è sua”. C’è poi il tema dello straordinario, che nel 2018 è pesato per oltre due milioni di euro, un milione in più che nel 2017: “Lo straordinario volontario lascia decidere all’ultimo minuto se una strada va spazzata o meno – attacca Orlando – ma è solo la soluzione d’emergenza quando c’è un deficit di organizzazione”.

Il sindaco guarda lontano (“Bellolampo meriterebbe una gestione diversa con la cessione del ramo d’azienda e non vogliamo più dare a Rap la manutenzione strade, vedremo come fare”), ma sapendo che il bivio è dietro l’angolo: in estate il consiglio comunale dovrà rinnovare il contratto di servizio e prima dovrà, per legge, dimostrare che l’affidamento a Rap è più conveniente, in termini di efficienza e costi, rispetto al mercato. Altrimenti si andrà alla gara aperta ai privati. “Il 2019 è l’anno decisivo per la Rap – spiega l’assessore all’Ambiente, Giusto Catania – Devono dimostrare di poter svolgere il servizio. C’è un gruppo di lavoro che si sta occupando del contratto, ma la pubblicità del servizio non è un regalo”.

Il punto è che Rap, oltre a più soldi, chiede anche più personale: “Perché su ogni compattatore che va a Bellolampo ci sono ben tre dipendenti? Non ne basta uno? Qui non manca il personale, ma l’organizzazione: qualcuno ha fatto uno studio sull’opportunità di spostare i dipendenti dalla manutenzione strade ai rifiuti? Perché la Rap non compra mezzi meccanici, mediante mutui con la Cassa depositi e prestiti, che poi potremmo usare per ricapitalizzare l’azienda, così come stiamo facendo con Amat? Il rischio che si corre è quello del fallimento, nessuno vuole licenziare o colpevolizzare qualcuno ma bisogna cambiare”.

“Serve un nuovo contratto di servizio – commenta Toni Sala, capogruppo di Palermo 2022 – ma nello stesso tempo dobbiamo chiedere al management di migliorare le prestazioni aziendali. L’eccessivo lavoro in straordinario è una cartina tornasole delle difficoltà organizzative e non significa necessariamente che manchi il personale. Il consiglio comunale aspetta che l’amministrazione proponga, senza indugio, un nuovo contratto di servizio: sarà quella la sede per confrontarsi sul piano industriale ed economico dell’azienda”.

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