Dopo la visita a Corleone | Salvini passi da Partinico - Live Sicilia

Dopo la visita a Corleone | Salvini passi da Partinico

Dopo aver parlato di liberazione dalla mafia, il Ministro dica che ci libererà da odio e razzismo.

L’occasione è propizia. E la tempistica disgraziatamente fortunata. Dopo avere indicato la strada per la liberazione dalla mafia, il ministro Matteo Salvini ha l’opportunità di dedicare ai siciliani un’altra lieta novella: la fine dell’odio, la fine del razzismo.

A quel punto, saremmo a buon punto. Dopo che i suoi soci di governo hanno annunciato l’abolizione della povertà e dopo la scelta di festeggiare, il 25 aprile, la fine dell’egemonia criminale di Cosa nostra, si potrebbe pensare quindi anche ad altro. Una volta “risolti” due dei più gravi problemi dell’Isola e della Penisola – insieme a quello degli sbarchi, si intende – si potrebbe insomma pensare anche a qualcosa di meno cruciale come il razzismo, l’odio che monta tra le nostre strade.

E non è roba da sociologi, da radical chic, da commentatori in pantofole. È tutto nero su bianco nella sentenza che condanna col massimo della pena prevista alcuni giovani di Partinico per l’aggressione a un giovanissimo straniero. Eccola, l’occasione. E vengono incontro, quasi a suggerire la mossa al Ministro, calendari, tempi e chilometri. Partinico è a meno di cinquanta chilometri da Corleone.

Il ministro ci passi, dopo avere ringhiato di fronte a una mafia sconfitta, quella corleonese, non a colpi di post sui social, ma tramite il sacrificio di magistrati che nessuno aveva eletto e al coraggio di tanti esponenti delle forze dell’ordine. Il ministro passi da Partinico a dire quella cosa banalissima, di cui è garante, in quanto membro del governo: che la legge è uguale per tutti. Bianchi e neri. Lo faccia, dopo aver detto che contro la mafia si “tirerà dritto”, mentre un suo sottosegretario o qualche esperto della Lega vengono invischiati in una inchiesta che riguarda affari sui quali si allunga proprio l’ombra di Cosa nostra.

Lo faccia, il ministro. Aggiunga una tappa al suo tour nell’Isola e dimostri di essere il ministro di tutti. E prenda spunto, magari, da quanto è successo. Cioè dai riferimenti dei giudici, nella sentenza di condanna ai giovani di Partinico, al crescente “odio razziale”. E spieghi agli italiani di Sicilia, questo 25 aprile, cosa era davvero il fascismo, per una volta, senza svicolare tra le brutalità del comunismo. Spieghi agli italiani cosa furono le leggi razziali, cosa è il razzismo, senza rifugiarsi nei rimandi al terrorismo islamico, paragone buono solo per le pance senza testa. Strade che non portano a nulla.

Lo diceva persino un concittadino discretamente celebre del ministro dell’Interno: “Quando s’è per la strada della passione, è naturale che i più ciechi guidino” scriveva Alessandro Manzoni quasi 180 anni fa nella sua Storia della colonna infame. Passi da Partinico allora, il ministro. In questa festa della Liberazione dica ai siciliani e agli italiani che li libererà anche dall’odio ignorante. Da quel razzismo dell’insipienza, che è ingrediente immancabile per vecchi e nuovi fascismi.


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