Il licenziamento è illegittimo |Il giudice reintegra 79 lavoratori - Live Sicilia

Il licenziamento è illegittimo |Il giudice reintegra 79 lavoratori

Il passaggio dall'Ato alla Srr è previsto dal 2010 ma avverrà quando il "nuovo" ente sarà attivo.

PALERMO – Nel 2015 sono stati licenziati ma ora il giudice del lavoro di Palermo ha deciso che 79 dipendenti dell’Ambito territoriale ottimale, Ato “Palermo 2” vanno riassunti: il licenziamento è illegittimo. I lavoratori, difesi dagli avvocati Silvana e Vito Patanella, hanno diritto a essere assorbiti come personale dell’attuale ente di gestione del servizio rifiuti la Srr, società di regolamentazione dei rifiuti, “Palermo Provincia Ovest”. L’Ato Palermo 2, ente che ha gestito i rifiuti per i Comuni occidentali della provincia di Palermo, è fallito ma agli impiegati amministrativi e operativi spetta un posto nell’organico dell’ente che ora deve gestire il servizio rifiuti.

I lavoratori rimarranno sospesi dalle loro mansioni, non avendo diritto alla retribuzione e ai contributi previdenziali, fin quando non avverrà il passaggio alla Srr. Questo passaggio per il giudice Paola Marino deve essere considerato come certo per quanto avverrà solo quando la Srr sarà attiva. La società ha, infatti, bandito la gara d’appalto per la gestione dei rifiuti e solo quando l’appalto sarà concluso i dipendenti dovranno essere reintegrati. Occorrerà aspettare, insomma, ma l’assunzione ci sarà.

E d’altronde la strada era stata segnata già dalla stessa legge regionale per i rifiuti del 2010 che aveva stabilito il passaggio dalla gestione degli Ato a quella delle Srr. Quest’ultima società ha il compito di dare in appalto il servizio e per questo nel 2015 ha rifiutato di prendersi in carico i lavoratori come se fossero un ramo dell’azienda da affittare. La curatrice fallimentare ha perciò disposto il licenziamento collettivo.

Eppure, entro centottanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge (nel 2010), l’assessorato regionale dell’Energia e dei servizi di pubblica utilità avrebbe dovuto individuare “il personale addetto (per le Srr, ndr) fra quello già in servizio presso le società o i consorzi d’ambito e proveniente dai Comuni, dalle Province o dalla Regione”. Il passaggio però è stato lento e per i dipendenti non è stato indolore. Così, malgrado la legge garantisse loro di non perdere il posto di lavoro, hanno dovuto affrontare una causa civile di tre anni per avere certezza del loro diritto.

La certezza di quel posto di lavoro, però, non è stata sicura fino a qualche settimana fa. Infatti, quando a febbraio, il commissario della Srr, poi scaduto il 31 marzo 2019, ha sottoposto l’assunzione dei lavoratori all’assemblea dei sindaci, questi hanno votato contro, non consentendo il transito dei lavoratori al nuovo ente. Piuttosto che usare questi impiegati per fare a gara i soci della Srr hanno preferito affidare a un soggetto esterno alla società il compito di curare la gara, realizzando quella che per il giudice è una violazione della legge regionale. Per il magistrato ci sarebbe inoltre un danno erariale e così gli atti sono stati inviati alla Procura della Corte dei conti.

Il passaggio alla Srr dei lavoratori ci sarà ma potrebbe durare poco. Mentre la Sicilia sconta gli effetti della mancata applicazione di una legge di quasi dieci anni fa, a Palazzo dei Normanni, l’Ars sta per essere discutere una nuova riforma dei rifiuti, che c’è da sperare venga attuata in meno tempo.


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