Una sindrome "post-Finanziaria" | Le lunghe vacanze dell'Ars - Live Sicilia

Una sindrome “post-Finanziaria” | Le lunghe vacanze dell’Ars

In due mesi, 8 ore d’aula e 3 leggine. Ma i ddl "essenziali" aspettano. E si tornerà a Sala d'Ercole dopo 13 giorni di stop.

PALAZZO DEI NORMANNI
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PALERMO – E dopo le grandi fatiche l’Ars si riposò. Chiamiamola pure sindrome “post-Finanziaria”. Nei mesi di marzo e aprile infatti, dopo l’approvazione della legge finanziaria e della legge di bilancio, l’Ars ha portato i motori al minimo. Un copione che si ripete per il secondo anno dato che nel maggio del 2018, dopo l’approvazione della Manovra, le ore di aula sono state quattro e mezza, un tempo simile a quello registrato ad agosto. A marzo di quest’anno il parlamento siciliano si è riunito in aula 4 ore e 12 minuti circa. Ad aprile Sala d’Ercole è rimasta aperta per le sedute dell’Ars 4 ore e 36 minuti.

Insomma, i deputati siciliani sembrano essere stati colpiti da una vera a propria sindrome che quest’anno, con l’approvazione anticipata a febbraio dei principali documenti finanziari, sembra avere avuto effetti più lunghi, dato che, a differenza dell’anno scorso, i mesi con poco lavoro in Aula sono due. Come se non bastasse, Sala d’Ercole, rimarrà chiusa fino al 2 maggio quando però la politica regionale sarà in aperta campagna elettorale per le elezioni europee. Nel frattempo approfittando del lungo ponte da Pasqua fino alla festa dei lavoratori gli onorevoli si stanno godendo, dal 17 aprile, 13 giorni di ferie all’interno dei quali l’agenda dell’Ars ha visto annotate solo due riunioni: una della commissione Bilancio e una di quella Attività produttive.

Ma per il presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè “il problema non è di come viene impostato il lavoro”.  “La lentezza dell’Ars – ha spiegato Miccichè a margine di una convention del suo partito – è il risultato di una serie di fattori: non c’è maggioranza e questo rende tutto più difficile, in questo momento siamo in campagna elettorale, e quindi – ha chiarito – siamo un attimo fermi, e poi, la cosa che ha bloccato tutto è l’enorme debito da pagare che ci ha lasciato in eredità il passato governo. Non è l’Ars che è ferma – ha concluso Miccichè -, stiamo piuttosto provando a capire come risolvere il problema. Purtroppo lo Stato lavora come i grillini: c’è un tentativo di farci fuori. Ma noi resistiamo”.

Le leggi approvate

In questi due mesi l’Ars non è stata però del tutto ferma. Ha votato infatti tre leggi: la legge che ha consentito l’aumento degli assessori nei Comuni, la legge Tusa che contiene le norme che mirano a semplificare il procedimento amministrativo in materia di autorizzazione paesaggistica e la legge sulle politiche giovanili per l’istituzione del Forum regionale dei Giovani e dell’Osservatorio regionale delle politiche giovanili. Ancora, nel consiglio regionale siciliano si sono svolti due question time e, nella seduta del 16 aprile, si è assistito all’intervento del presidente della Regione Nello Musumeci sulla trattativa fra la Regione e lo Stato sui rapporti finanziari.

La riforma rimandata

Ma non c’è alcuna notizia delle “vere” riforme. Il caso politico di questi due mesi è  quanto è accaduto attorno al disegno di legge sulla semplificazione amministrativa. Il ddl presentato all’Assemblea dal governo è stato rimandato in Commissione dopo che numerose volte in aula – sempre all’interno di quelle poche ore di cui abbiamo detto – è mancato il numero legale. In quell’occasione il governo regionale rappresentato in aula dall’assessore Toto Cordaro ha chiesto all’opposizione di portare avanti la votazione sul ddl per quanto fosse evidente che in aula mancassero i deputati della coalizione di maggioranza. Presa di posizione non gradita dal presidente dell’Ars e coordinatore in Sicilia di Forza Italia, Gianfranco Miccichè.

Questioni prese e abbandonate

Ai temi del calendario si è sommato poi il dibattito politico a margine dei lavori parlamentari. Il 19 marzo la conferenza dei capigruppo ha deciso che una commissione parlamentare avrebbe elaborato una proposta di legge per il taglio dei vitalizi. Di questa commissione però non c’è traccia. In aula non sono mai stati comunicati i nomi dei componenti e questo fa pensare che i gruppi parlamentari non abbiano ancora scelto chi debba rappresentarli nella commissione speciale.

Fra i temi lanciati e poi finiti nel nulla ce n’è un altro. Sempre a marzo il presidente dell’Assemblea Gianfranco Miccichè si è impegnato a tenere una seduta straordinaria per affrontare un dibattito sulla questione morale, dopo che numerose inchieste hanno travolto il governo regionale. Anche in questo caso non c’è stato seguito. In quest’occasione però si dice che il titolare di Palazzo dei Normanni attenda la disponibilità dell’esecutivo regionale.

I ddl “essenziali” che aspettano

Ma se nulla si sa delle questioni che sono apparsi nel dibattito politico per via degli eventi, altrettanto si può dire dei temi programmati: delle riforme che dovrebbero rappresentare l’espressione della politica del governo targato Musumeci. Attendono di essere incardinati in aula, anzitutto, due progetti di legge ritenuti fondamentali dal governo e che, pur avendo finito l’esame nelle Commissione, non sono approdati a Sala d’Ercole: il ddl rifiuti e quello sul diritto allo studio. I due testi normativi fanno parte di quelli che, nell’ultimo Defr,il Documento di economia e finanza regionale, il governo ha indicato come “essenziali”.

Fra questi ddl ci sono ancora la riforma delle Ipab, quella sulla pesca e c’è la legge Tusa approvata in questi giorni. Ma c’è pure le legge sulla semplificazione amministrativa che invece Sala d’Ercole ha, come detto, rimandato in commissione. Così, i progetti del governo regionale rimangono al palo. Grazie al ddl semplificazione, ad esempio, dovrebbe svilupparsi uno degli obbiettivi della politica annuale di Musumeci: l’agenzia regionale per l’attrazione degli investimenti. Un obbiettivo che l’esecutivo però non potrà portare a casa senza il via libera di Palazzo dei Normanni.

Di quattro Collegati, uno solo è pronto

Capitolo a parte merita infine la vicenda “Collegato”. Il governo ha approvato quattro disegni di legge collegati alla manovra finanziaria. Di questi solo uno, quello “generale”, attende in commissione Bilancio l’ok definitivo per poi passare all’aula. Ma nel frattempo, cioè dall’approvazione della legge di stabilità, sono già trascorsi due mesi. Poi ci sono gli altri tre che non hanno mai iniziato il loro percorso nelle commissioni: quello riguardante i canoni di concessione della Regione, quello riguardante Riscossione Sicilia e quello che si occupa di enti regionale e pubblica amministrazione. Ma non è tempo di discuterne. L’Ars è ancora in piena sindrome post-Finanziaria.


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