Inchiesta eolico, Siri a breve dai pm | Conte: "Deve dimettersi subito" - Live Sicilia

Inchiesta eolico, Siri a breve dai pm | Conte: “Deve dimettersi subito”

Al centro delle indagini una tangente da trentamila euro.

TENSIONI NEL GOVERNO
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Un interrogatorio, quello del sottosegretario Armando Siri, che a questo punto non può essere più rimandato. Un atto istruttorio che arriverà presumibilmente la prossima settimana e seguirà quello di Paolo Arata, l’imprenditore protagonista di una intercettazione ambientale con il figlio, avvenuta nel settembre del 2018, nella quale si tirerebbe in ballo l’esponente della Lega e in particolare trentamila euro “promessi o dati” in cambio di favori. E’ questa l’accusa, il “fumus” come scrive la Procura di Roma nel decreto di perquisizione, che gli inquirenti contestano a Siri nel filone capitolino dell’indagine arrivata per competenza da Palermo.

“Confido che una volta sentito dai magistrati la mia posizione possa essere archiviata in tempi brevi. Qualora ciò non dovesse accadere, entro 15 giorni, sarò il primo a voler fare un passo indietro, rimettendo il mio mandato, non perché colpevole, bensì per profondo rispetto del ruolo che ricopro”, afferma in una nota il sottosegretario Siri. “Dal primo momento ho detto di voler essere immediatamente ascoltato dai magistrati per chiarire la mia posizione. La disponibilità dei magistrati ad essere ascoltato c’è e confido di poterlo fare a brevissimo. Sono innocente – afferma Siri -, ribadisco di avere sempre agito correttamente, nel rispetto della legge e delle istituzioni, e di non avere nulla da nascondere. Proprio per questo, vivo questa situazione con senso di profonda amarezza”.

Una presunta promessa di utilità sulla quale il procuratore aggiunto Paolo Ielo e il sostituto Mario Palazzi vogliono confrontarsi con Siri, in un atto istruttorio che può rivelarsi determinante per il prosieguo del procedimento. Al momento l’unica certezza è che sarà Arata ad essere convocato per primo negli uffici di piazzale Clodio. “Siamo in presenza di una vicenda che non ha nulla di penalmente rilevante – afferma il difensore di Siri, l’avvocato Fabio Pinelli – che vede, suo malgrado, Armando Siri protagonista pur non essendone direttamente coinvolto. Dimostreremo la sua totale correttezza a breve ai magistrati”.

Secondo l’accusa, in base a quanto emerge dal decreto di perquisizione dell’11 aprile scorso, era “stabile” l’accordo tra “il corruttore Arata ed il sottosegretario (di cui Arata e’ stato anche sponsor per la nomina proprio in ragione delle relazioni intrattenute), costantemente impegnato – attraverso la sua azione diretta nella qualità di alto rappresentate del Governo ed ascoltato membro della maggioranza parlamentare – nel promuovere provvedimenti regolamentari o legislativi che contengano norme ad hoc a favorire gli interessi economici di Arata”. Per l’accusa Siri nella sua “duplice veste di senatore della Repubblica e sottosegretario alle Infrastrutture” nella “qualità di pubblico ufficiale” avrebbe asservito “le sue funzioni e i suoi poteri ad interessi privati”.

“Il fumus” a carico di Siri è legato anche ai “numerosi incontri tra gli indagati così come accertato dalla polizia giudiziaria – scrivono i pm romani – attraverso appositi servizi di osservazione e alla incessante attività promossa dal medesimo Siri per l’approvazione delle norme, così come emergente da ulteriori conversazioni che Arata ha intrattenuto tanto con i suoi familiari e sodali nell’impresa, quanto con collaboratori del Siri e con altre persone coinvolte (con ruoli istituzionali e non) nella redazione delle stesse”.

“Siri si deve dimettere. Noi dobbiamo essere credibili, responsabili, le dimissioni o si danno o non si danno, le dimissioni future non hanno molto senso“, ha affermato il premier Giuseppe Conte in conferenza stampa a Palazzo Chigi, sottolineando di non volersi “ergere a giudice del caso”. Immediata la replica del leader del Carroccio e ministro dell’Interno, Matteo Salvini: “I magistrati sono pronti ad incontrarlo e dimostrerà la totale estraneità ad una vicenda surreale dove due tizi parlavano di lui senza che sia stato fatto nulla. In un paese civile funziona così. Lascio a Conte e Siri le loro scelte. A me va bene qualunque cosa, se me la spiegano”.

(ANSA)


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