Cinquestelle e Cgil contro Micciché: | "Nessuno tocchi la sanità pubblica" - Live Sicilia

Cinquestelle e Cgil contro Micciché: | “Nessuno tocchi la sanità pubblica”

Il presidente dell'Ars aveva detto: "Rifondare il sistema partendo dai privati". Le reazioni.

LA POLEMICA
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PALERMO – “Dobbiamo ripensare alla riorganizzazione della sanità in Sicilia ripartendo dal settore privato che è molto efficiente ed economico rispetto al servizio sanitario pubblico”. Un concetto, quello espresso dal presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè, diventato in un attimo oggetto dell’ennesimo scontro in tema di sanità siciliana. Le sue parole sono arrivate ieri in occasione della presentazione del 16° Rapporto annuale “Ospedali & Salute 2018”, a Palazzo dei Normanni; il rapporto, promosso dall’Associazione italiana ospedalità privata (Aiop) e realizzato dalla società Ermeneia – Studi & Strategie di Sistema, evidenzia alcune criticità del Servizio sanitario nazionale tra cui quella delle liste d’attesa. Dall’opposizione ai sindacati, Miccichè è stato subissato di critiche riguardo alla sua ottica di ripresa del settore.

“L’onorevole Miccichè anche oggi non ha tardato a fare sentire il suo ‘autorevole’ parere sul futuro della sanità siciliana auspicando che in un prossimo futuro tutto il sistema sanitario regionale possa essere privatizzato”. Così il parlamentare nazionale del Movimento cinque stelle, Giorgio Trizzino, che attacca Miccichè anche sugli apprezzamenti al modello sanitario della Lombardia, da lui elogiato in quanto “ha dato un enorme spazio agli operatori sanitari privati rivoluzionando un settore che oggi è più efficiente ed economico rispetto agli anni passati”. “Ha ricordato l’esperienza lombarda del suo amico Formigoni – ribatte Trizzino – che dovrebbe essere di esempio per noi siciliani. Ha aggiunto che dobbiamo fare presto a consegnare al agli imprenditori privati del settore tutti gli ospedali e le attività ambulatoriali. Gli ho risposto: no grazie. Preferiamo – ha aggiunto – che in Sicilia i suoi amici non ci mettano mai piede visto come è finito Formigoni condannato in Cassazione per essere stato il centro di un diffuso sistema di corruzione”.

“Ci dispiace apprendere che per Gianfranco Miccichè, presidente dell’Assemblea regionale siciliana, l’unica ripartenza per la sanità siciliana potrà avvenire solo attraverso il settore privato”, fanno eco a Trizzino i deputati e i senatori siciliani del M5s delle commissioni Affari sociali, alla Camera, e Igiene e sanità, al Senato. “Ci saremmo aspettati, da un uomo delle istituzioni, una qualche proposta per migliorare, incentivare e innovare il Servizio sanitario nazionale, come sta invece facendo questo governo”. Durante l’incontro all’Ars, Miccichè ha ricordato anche le “difficoltà orografiche” e le carenze infrastrutturali che talvolta costringono le ambulanze a impiegare ore per raggiungere una destinazione. “Ma per Micciché la soluzione non è quella di risolvere il problema a beneficio di tutta la collettività, ma di migliorare i servizi per chi potrà permetterselo, dimenticando chi non può pagare e che continuerà a sopportare una sanità malandata. A noi questo non sta bene”.

E come ai colleghi nazionali, la questione non sta bene neanche ai parlamentari regionali del Movimento all’Ars: “Giù le mani dalla sanità pubblica – tuonano i deputati regionali Francesco Cappello, Giorgio Pasqua, Salvatore Siragusa e Antonio De Luca, componenti della commissione Salute –. Il governo Musumeci ci dica chiaramente se sta con Miccichè o con i cittadini.  Il sospetto è che, con l’alibi di cercare soluzioni ai disservizi del pubblico che ha creato la politica, si voglia dare la sanità in mano al privato”. “Le ultime uscite di Miccichè – afferma Cappello – sono tutte da censurare. Comprendiamo che il clima da campagna elettorale per chi sente franare la terra sotto i propri piedi sia il peggiore dei consiglieri, ci sono però affermazioni che non sono accettabili. Quella sulla sanità rientra sicuramente tra queste. Se qualcuno medita d continuare a smantellare il pubblico per spianare la strada ai privati ha fatto male i conti. Il M5S stelle si opporrà con tutte le forze a un progetto del genere”.

I Cinque stelle replicano anche all’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza, intervenuto ieri a seguito di Miccichè: “Per la Sicilia il 2019 sarà l’ultimo anno in cui si utilizzerà il budget storico per le strutture private, dal primo gennaio 2020 non sarà più così – sono state le sue parole alla presentazione del rapporto –. Avvieremo un confronto con l’Aiop regionale. È vero che ci si può muovere all’interno di risorse, ma la politica deve fare delle scelte, si aprirà un tavolo prima dell’estate ma dal primo gennaio del 2020 non sarà più possibile tenere per le strutture private in Sicilia lo stesso budget di quindici, vent’anni fa, senza che esso sia profondamente rivisto e innovato”. “Musumeci e Razza – rilanciano gli esponenti M5s – dicano chiaramente da che parte stanno. Il pretesto di accorciare le liste d’attesa per aprire i cordoni della borsa in favore delle strutture private puzza lontano un miglio. Come non convince il piano di erogare le prestazioni la sera, visto che negli ospedali non c’è nemmeno il personale per farli funzionare decentemente di giorno, e basta fare un giro in corsia o nei pronto soccorso per rendersene conto”.

Su Miccichè piovono accuse trasversali, non solo dagli oppositori politici ma anche dai rappresentanti dei lavoratori. La funzione pubblica della Cgil Sicilia afferma che “è vero che il Presidente dell’Ars può avvalersi delle esperienze maturate in altre Regioni da suoi colleghi di partito, vedi la Lombardia, ma a tutto c’è un limite”. Il segretario generale dell’organizzazione di categoria, Gaetano Agliozzo, e il segretario Fp Cgil Medici Sicilia, Renato Costa, aggiungono: “Le strutture private, i cui operatori da 12 anni sono senza rinnovo contrattuale, non hanno pronto soccorso, né reparti di rianimazione e di malattie infettive: tutte strutture ad altissimo costo. Quindi le urgenze-emergenze, in terra di Sicilia, sono ad esclusivo appannaggio del sistema pubblico, che, con tutti i limiti attribuibili, garantisce la tutela della salute ai siciliani. E i nostri pronto soccorso, con attese infinite, personale stremato e strutture spesso logisticamente insufficienti, rappresentano comunque un presidio sicuro, a cui ogni giorno decine di migliaia di cittadini si rivolgono e trovano risposte al loro bisogno di salute. Forse – concludono – sarebbe stato meglio da parte di Miccichè un invito a riflettere tutti insieme su come migliorare l’attuale stato di cose, ad instaurare e potenziare una virtuosa concorrenza tra pubblico e privato, tenendo sempre presente però che il privato deve essere integrativo ma mai sostitutivo del pubblico”.


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