La somma ingiuria | ai danni del Palermo - Live Sicilia

La somma ingiuria | ai danni del Palermo

Perché quella sentenza non convince.

Semaforo russo
di
2 min di lettura

La temuta notizia è arrivata, infrangendo speranze e legittime aspettative di migliaia e migliaia di tifosi rosanero: la retrocessione del Palermo in Serie C decretata dal Tribunale Federale Nazionale (conformemente alla richiesta della Procura federale), altro che Serie A.

Ci auguriamo che accada qualcosa che trasformi questo momento in un brutto sogno, ma intanto vogliamo condividere alcune riflessioni. Perché un commentatore politico ritiene di scrivere su un evento calcistico del genere? Forse perché il calcio non è più solo sport, o non lo è nel senso che avevamo in testa (e nei piedi) quando da ragazzi sfruttavamo ogni centimetro di spazio per giocare, magari con una palla fatta di giornali tenuti insieme da un rudimentale spago mentre le nostre tasche traboccavano di figurine della “Panini”.

Forse perché il calcio non è soltanto sport coinvolgendo interessi e sentimenti, uno strano matrimonio, però è così anche nella vita. Forse, perché nonostante la violenza negli stadi, i dementi cori razzisti, gli scandali, le furberie, le oggettive discriminazioni tra squadre del Sud e squadre del Nord il calcio, lo sport in generale, è pure cultura, economia, posti di lavoro, canale chiassoso di emozioni, luogo dell’anima in cui i ricordi personali e familiari si intrecciano, col passare degli anni, con la storia di una comunità, di un’intera città.

Personalmente, da decenni non seguo più il calcio. Da ragazzo ero un maniaco del pallone, tifoso sfegatato dell’Inter di Helenio Herrera, l’Inter di Sarti, Picchi, Facchetti, Mazzola e di straordinari giocatori rimasti impressi nella memoria. Poi, s’è rotto qualcosa, quel mondo mi è sembrato finto, condizionato da troppe manipolazioni che nulla avevano da spartire con lo sport.

Però, ciò non m’impedisce di cogliere perfettamente la sofferenza dei palermitani, residenti ed emigrati, che hanno sempre donato amore e passione per la propria squadra del cuore. Al di là delle responsabilità, ad oggi non sufficientemente chiare nel loro sviluppo e poco coerenti con pronunciamenti della giustizia ordinaria e addirittura della Corte Suprema di Cassazione (che ha rigettato tutte le richieste della pubblica accusa nei confronti della società), non è facile accettare un tardivo provvedimento riguardante comunque il passato e che sanziona una nuova pagina del Palermo, un nuovo assetto societario.

Non è facile accettare una “giustizia”, sebbene sportiva, sommaria che penalizzando incolpevoli – i tifosi, i giocatori, la quinta città d’Italia – e mortificando il merito – i punti acquisiti in campo – si traduca alla fine in una eclatante ingiustizia. Non è accettabile, e nemmeno comprensibile, che la Lega B (il cui consiglio è composto da rappresentanti di quelle società che traggono oggettivamente beneficio dalla retrocessione del Palermo scalando posizioni in classifica) sconfessando se stessa dopo gli opposti annunci dei giorni scorsi abbia disposto di non far slittare l’inizio dei play off in attesa degli esiti del ricorso in appello. Una scelta che pregiudica in modo irreparabile i diritti di difesa della società.

A Giurisprudenza a noi giovani studenti hanno da subito insegnato un’antica e significativa locuzione latina: “Summum ius, summa iniuria”, l’applicazione cieca e sorda del diritto può provocare grandi ingiustizie. Chi di competenza lo tenga a mente.

Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI