Province, saltano le elezioni | Vitalizi, corsa per i tagli - Live Sicilia

Province, saltano le elezioni | Vitalizi, corsa per i tagli

Passa col voto segreto il rinvio del voto al 2020. Saranno 7 gli anni di commissariamento. Si insedia la commissione che rivedrà le "pensioni".

PALERMO – Saltano le elezioni di secondo livello delle province.  Alcuni gruppi della maggioranza hanno fatto passare la norma che rinvia tutto ad aprile del 2020. L’ennesimo caso: il governo infatti era contrario al rinvio. Poco prima infatti l’onorevole Savarino aveva affermato “in quanto partito del presidente della Regione Nello Musumeci” che si opponeva a questa proposta. Stessa posizione quella di Forza Italia, rappresentata da Tommaso Calderone. A nulla sono servite però le posizioni dei due gruppi. Con 24 voti favorevoli su 33 votanti e 59 presenti l’Ars, con il voto segreto, ha affondato l’elezione dei sindaci dei liberi consorzi. Si è astenuto il gruppo del Movimento cinque stelle: “Era una questione tutta interna alla maggioranza” commentano dall’Ars. Adesso capo degli enti intermedi rimarranno i commissari. Nel 2020 si “brinderà” al settimo anno di commissariamenti.

Adesso però il caso è politico. L’emendamento, presentato alla legge sulla promozione del turismo nautico e dei Marina resort, una legge insomma su un tema non proprio coerente con gli enti locali, è stato un blitz vero e proprio. Il blitz è stato però, come detto, tutto interno alla maggioranza. L’emendamento è stato firmato infatti da Danilo Lo Giudice (Misto), Antonio Catalfamo (Fratelli d’Italia), Carmelo Pullara (popolari e autonomisti), Vincenzo Figuccia ed Eleonora Lo Curto (Unione di centro) e Nicola D’Agostino (Sicilia Futura).

Subito arriva la reazione a caldo di Vincenzo Figuccia che rivendica il risultato del rinvio. “Nelle scorse settimane – ha affermato Figuccia – insieme al collega Danilo Lo Giudice e ad un centinaio di sindaci, abbiamo fatto una marcia per chiedere la calendarizzazione di un ordine del giorno che garantisse un impegno da parte del governo regionale a chiedere le risorse aggiuntive per salvare le province. Di fatto, i 150 milioni di euro accordati dallo Stato, sono un primo passo ma chiediamo che vengano concesse per intero le somme. Per questo abbiamo chiesto e ottenuto il rinvio delle elezioni di secondo livello che adesso non avrebbero giovato a nessuno considerato che al momento, si tratta di enti assolutamente inutili”.

In aula il M5s ha espresso la propria posizione fortemente critica con Angela Foti, poi anche Giuseppe Lupo (Pd) non ha risparmiato critiche: “Sulle ex province la maggioranza è andata in frantumi. Questo è accaduto perché, dopo avere promesso a tutti i sindaci che avrebbero fatto i presidenti dei liberi consorzi, non potendo mantenere la promessa, non hanno potuto fare altro che rinviare le elezioni”.

Diritto allo studio: tutto rinviato

Dopo la campagna elettorale l’Ars è ritornata a riunirsi. A Palazzo dei Normanni si è insediata la commissione per il “taglio dei vitalizi”. Poi in aula è saltato l’esame del ddl sul diritto allo studio che era il primo punto all’ordine del giorno ma che non è stato analizzato per via del dell’assenza per motivi “istituzionali” dell’assessore regionale Roberto Lagalla. L’Assemblea ha così iniziato ad esaminare due leggi: quello sul turismo di porto e sui marina resort e il ddl sulla pesca mediterranea.

La corsa per il taglio dei vitalizi

La commissione per il taglio dei vitalizi si è insediata e ha eletto il come presidente il forzista Stefano Pellegrino, i due vicepresidenti eletti sono Antonello Cracolici (Pd) e Giancarlo Cancelleri (M5s). Il segretario della commissione sarà invece Nicola D’Agostino (Sf).

La Commissione oggi non ha iniziato a occuparsi della questione per la quale è nata ma i deputati hanno iniziato a confrontarsi e non sono mancate le divergenze. “Loro – ha raccontato Giancarlo Cancelleri – sostengono che la conferenza Stato – Regioni ha dato solo delle indicazioni su come operare il taglio mentre noi riteniamo che non è così perché la conferenza ha approvato un testo ben definito. Approvare un testo di legge differente – ha proseguito – ci sottoporrebbe al rischio impugnativa e alla conseguente possibilità di perdere 70 milioni. Noi crediamo che sia necessario allinearci al testo a cui si sono uniformate tutte le Regioni salvo la nostra”.

Chiaramente così l’Ars non riuscirà ad approvare il ddl di riforma entro la data di scadenza del 30 maggio. “Forse – ha commentato Cancelleri – arriveremo ad approvare il testo entro un mese. Senza pochi problemi però occorrerà scongiurare eventuali sanzioni. Come Movimento cinque stelle, però, ci faremo carico di dialogare con il ministro Fraccaro per evitarli”.


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