Il funerale di Don Cola e il sindaco | Mezzojuso, arrivano gli ispettori - Live Sicilia

Il funerale di Don Cola e il sindaco | Mezzojuso, arrivano gli ispettori

'Non è l'arena' da Mezzojuso

La vicenda è emersa durante la puntata de 'Non è l'Arena'. Giardina si difende: "Non ero in paese"

La polemica
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PALERMO – Il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha deciso di inviare degli ispettori antimafia al comune di Mezzojuso, in provincia di Palermo. A quanto si apprende, il Comune era da tempo sotto la lente del Viminale. La decisione ha subìto un’accelerazione dopo che l’attuale sindaco Salvatore Giardina – durante un’intervista televisiva di Massimo Giletti – ha confermato di aver partecipato nel 2006 alla tumulazione del boss mafioso don Cola. All’epoca l’attuale sindaco era assessore.

La vicenda è emersa durante la puntata de ‘Non è l’Arena’ andata in onda dalla piazza di Mezzojuso il 12 maggio scorso su la 7. Al centro della trasmissione condotta da Massimo Giletti, ancora una volta, la vicenda delle sorelle Napoli che da anni denunciano minacce e intimidazioni da parte della mafia. Il collegamento viene prima accolto con freddezza dalla gente radunata in piazza, ma poi la tensione aumenta quando la regia ripropone un fuori onda dello scorso ottobre nel quale Giardina dà del “farabutto” a Giletti, il pubblico applaude. Il conduttore non ci passa sopra e si dirige verso i contestatori, sfidandoli. Poi in un crescendo di tensione Giletti accusa il sindaco, che quando era assessore, andò alla tumulazione di don Cola La Barbera nonostante la Questura avesse vietato i funerali pubblici. Lui, preso alla sprovvista, rispose di essere andato a quelle esequie così come ha fatto con quelle di altri compaesani. Parole contestate dal sindaco di Troina che vive sotto scorta dopo le minacce ricevute, collegato in diretta disse: “Io i mafiosi li accompagno dietro le sbarre e non al cimitero”.

Giletti ha scritto un libro sulle tre sorelle dal titolo “Le Dannate” presentato a Palermo il 14 maggio scorso. “Dal momento in cui lessi per la prima volta la loro storia, – scrive Giletti – mi resi conto che dentro c’era qualcosa di fatale. Lì per lì non sapevo nemmeno io cosa fosse, ma dentro di me sapevo che nella battaglia condotta da quelle tre donne indomite contro la mafia c’era qualcosa che andava oltre ogni stereotipo”. E dedicò varie trasmissioni a questa storia “piano piano, puntata dopo puntata, mentre il grande pubblico si appassionava alla vicenda incredibile e vergognosa di Marianna, Ina e Irene, mi rendevo conto – continua Giletti – che nei fatti che si susseguivano nelle campagne di Mezzojuso c’era anche dell’altro”. “C’era sempre sospesa fra tragedia e operetta – prosegue il conduttore – l’eterna messinscena del potere. Una specialità molto italiana. Una battaglia che queste tre donne, in assoluta solitudine, hanno combattuto con fierezza e dignità. E che, alla fine, hanno vinto”.

“Sono contento che il il ministro dell’Interno Matteo Salvini avrebbe deciso di inviare degli ispettori antimafia al comune di Mezzojuso, finora a me non è stato notificato nulla. Sarò ben lieto di spalancare le porte del municipio e mettere loro a disposizione tutto il materiale necessario alle verifiche, perché oggi ancor di più credo nelle istituzioni. Mi auguro che finalmente si faccia chiarezza su tutta questa vicenda”. Lo dice il sindaco di Mezzojuso, Salvatore Giardina. “Per quanto riguarda le accuse che mi sono state rivolte durante la diretta televisiva da Mezzojuso dal conduttore de La 7, Massimo Giletti, di aver partecipato ai funerali di don Cola La Barbera, in quel momento fui preso alla sprovvista ed essendo una persona che partecipa a tutti i funerali non seppi rispondere adeguatamente. Ma poi facendo mente locale posso affermare con certezza che nel giorno della tumulazione di don Cola, non ero a Mezzojuso”.

“Ho partecipato, essendo religioso, alle esequie di Salvatore Napoli, padre delle tre sorelle, – afferma – soltanto adesso però ho saputo di una informativa dei Ros che lo riguardava”. Nei giorni scorsi la procura di Termini Imerese (Palermo) ha chiesto il giudizio per Simone La Barbera, in carcere per un’accusa di estorsione in un altro procedimento, Antonino Tantillo e Liborio Tavolacci accusati di tentativo di estorsione nei confronti delle sorelle Ina, Irene e Anna Napoli e della loro madre Gina La Barbera. Secondo l’accusa le tre sorelle sono vittime di intimidazioni per convincerle a cedere la loro azienda agricola tra Mezzojuso e Corleone.

“L’invio degli ispettori del Viminale al comune di Mezzojuso è un atto dovuto per fare chiarezza su quanto è successo e continua ad accadere nel nostro territori”. Irene, Ina e Anna Napoli, commentano così la decisione del ministro dell’Interno Matteo Salvini.

(ANSA).


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