Rifiuti, la differenziata è... troppa | E adesso servono i nuovi impianti - Live Sicilia

Rifiuti, la differenziata è… troppa | E adesso servono i nuovi impianti

L'assessore Alberto Pierobon

Le strutture per l'umido a questo ritmo si satureranno presto. La Regione corre ai ripari. E punta sul pubblico.

Il problema, per anni, è stato che si differenziava poco. E che i rifiuti siciliani finivano tutti indistintamente in discarica. Riempiendo i portafogli dei signori del business dell’immondizia ma anche le vasche degli impianti, sempre più sature. Ora, sorpresa, la Sicilia si trova alle prese con il problema opposto, ed è un inedito. Perché la differenziata, sebbene sia ancora lontana da numeri in linea con gli standard europei, ha cominciato a crescere. Molto più di prima negli ultimi anni. E adesso,c’è il problema dell’umido da trattare. Per i quali mancano, e questa non è una novità purtroppo, gli impianti di compostaggio. Quelli che ci sono, si avvicinano alla saturazione. E così la Regione ha avviato una corsa contro il tempo per implementarli.

Al 31 dicembre la differenziata nell’Isola è al 31,3 per cento: la Sicilia produce 300 mila tonnellate l’anno di umido e negli impianti funzionanti se ne possono trattare 327 mila. Al momento ci sono in funzione tredici impianti per il trattamento dell’umido: quattro nel Catanese, cinque nel Palermitano, tre nel centro Sicilia e uno nel Ragusano. In tutto hanno una capacità di 327mila tonnellate. Ce ne sono altri tre che sono attivabili entro il 2019, quelli di Joppolo Giancaxio (Ag), Polizzi Generosa (Pa) e Vittoria (Rg), che porterebbero la capacità annuale del sistema a poco meno di 400mila tonnellate. Sarebbe quanto mai necessario riuscirci e gli uffici sono all’opera per rispettare tutte le scadenze. Per l’impianto di Vittoria si dovrebbe aggiudicare la gara questo mese. Ci sono poi una manciata di mini-impianti che hanno una capacità ridotta e che sono autorizzati dalle Province: l’unico che ha una capacità significativa è quello di Marsala che ha attraversato varie vicissitudini giudiziarie. Ci sono anche impianti realizzati e bloccati per le più varie vicissitudini e anche su questi si sta lavorando per riattivarli. In giunta sono stati finanziati 57 milioni per cinque impianti pubblici, tra questi anche strutture per il compostaggio. Il sistema, infatti, al momento è per la quantità del rifiuto trattato fortemente sbilanciato a favore degli impianti privati. L’altro problema che si deve ovviare è quello della distribuzione geografica: gli impianti oggi sono concentrati in due province, per fare un esempio il Messinese è completamente sguarnito e questo comporta costi più alti per il conferimento. A fine aprile, inoltre, è stato pubblicato un bando che stanzia sedici milioni per il compostaggio domestico e di comunità, il sistema che toglie l’umido dal conferimento e permette di smaltirlo a casa.

“Tra impianti guasti e confiscati c’è un sistema che si inceppa ma stiamo lavorando – spiega l’assessore Alberto Pierobon -. A Enna è stato consegnato in questi giorni il Tmb, che è un impianto talmente buono che potrebbe prestarsi a essere un impianto di compostaggio. Stiamo cercando anche di sbloccare il polo di Castelvetrano che è un bellissimo impianto che era andato in malora e può tornare in mano pubblica. Poi c’è Bisacquino che è da sbloccare con qualche centinaio di migliaio di euro”.

Si tratta di una vera corsa contro il tempo, necessaria per le buone notizie di crescita della raccolta differenziata, che negli ultimi anni sta finalmente aumentando. Per quest’anno non c’è un’emergenza ma se la differenziata aumenterà con questo ritmo il problema si potrebbe porre presto se non si attivano i nuovi impianti. Fin qui il fardello principale per la raccolta differenziata è stato rappresentato dalle grandi città, rimaste molto indietro nelle percentuali. Ma Palermo ultimamente ha impresso un’accelerazione e così anche Messina. “Il Comune di Catania stamattina mi ha detto che sono arrivati al 13 per cento – dice Pierobon -, è un dato incoraggiante. Lunedì avremo un incontro in assessorato con i sindaci delle Città metropolitane”.


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