Ex sportellisti, le promesse di Roma | Obiettivo: svuotare il bacino - Live Sicilia

Ex sportellisti, le promesse di Roma | Obiettivo: svuotare il bacino

Ex formatori e sportellisti in protesta (foto di repertorio)

L'incontro tra i sindacati, il ministero del Lavoro e la Regione Siciliana

PALERMO – Alla richiesta di tempi certi è seguita la conferma di un tavolo tecnico il 5 luglio, per individuare le soluzioni e presentare un cronoprogramma. I sindacati degli ex formatori e sportellisti siciliani strappano alcune promesse al governo e alla Regione Siciliana, in occasione di un tavolo istituzionale nella sede romana del ministero del Lavoro.

All’incontro hanno partecipato le sigle Cobas, Ex sportellisti liberi, Irriducibili, Snlav e Usb; a rappresentare le istituzioni erano presenti la senatrice Nunzia Catalfo, il consulente del ministro Luigi Di Maio, Francesco Vanin; l’assessore regionale della Famiglia, delle Politiche Sociali e del Lavoro Antonio Scavone, Paola Patasce e Carmela Francese per l’Anpal, e Luca Sabatini per l’Inps.

Sul tavolo la traccia proposta dalla Regione Siciliana, che nel suo ultimo documento inviato al Ministero ha richiesto specifici interventi da parte del governo. Queste le proposte: “Un accompagnamento per i soggetti in prossimità di pensione attraverso l’utilizzo della Naspi (Nuova assicurazione sociale per l’impiego, un’indennità mensile di disoccupazione) pur in assenza dei requisiti previsti dalla legge; verifica della compatibilità con le norme di settore di una misura “una tantum” a seguito della rinuncia all’iscrizione all’Albo; prosecuzione della Naspi per i soggetti che ne abbiano già usufruito a determinate condizioni; ricollocazione di parte degli iscritti in altri settori come da protocollo d’intesa Anpal servizi-Regione Siciliana del 31/5/2018”.

Durante la riunione, Vanin ha ribadito l’obiettivo del ministero è arrivare a svuotare il bacino degli ex formatori e sportellisti; la verifica sulle misure proposte però potrà essere fatta alla sola condizione di completare il censimento del bacino storico iscritto al relativo albo, dal quale oggi mancano 2.500 lavoratori che all’epoca non avevano risposto al questionario della Regione Siciliana. Per colmare la carenza dei dati si valuta la possibilità di realizzare un ulteriore censimento sul territorio attraverso la sottoscrizione di una convenzione con Inps e Anpal, strumento che a differenza del precedente sarebbe anche ricognitivo.

Scavone ha rassicurato i sindacati sulla piena disponibilità della Regione a risolvere l’attuale condizione del bacino, attraverso un piano di ricollocamento e stabilizzazione. L’assessore ha confermato la volontà di avviare un tavolo tecnico con un gruppo di tecnici della Regione, menzionando la creazione di specifici percorsi per gli ex sportellisti che potranno beneficiare anche del potenziamento dei Centri per l’impiego.

Per i sindacati il tavolo istituzionale ha portato alcune novità, seppur non risolutive, ma sotto certi aspetti la situazione è rimasta praticamente immutata. Il nodo centrale è la mancata attuazione della legge regionale 25 del 1993, che pone interventi straordinari per l’occupazione produttiva in Sicilia e che risolverebbe – sostengono le sigle – ogni limite di assunzione per gli ex lavoratori oggetto dell’incontro. La senatrice Catalfo e Vanin hanno chiesto a Scavone i motivi della mancata applicazione della legge qualora non fosse avvenuta. Inoltre il consulente del ministro Di Maio chiede all’assessore di confrontarsi sul tema con Nello Musumeci, precisando l’importanza dei tempi: la richiesta è che il confronto col presidente della Regione avvenga entro il 5 luglio, data del prossimo tavolo tecnico.

“Abbiamo percepito la volontà di risolvere la vertenza – dice Adriana Vitale, voce della protesta degli ex sportellisti – sia da parte del ministero, sia da parte della Regione. Abbiamo registrato passi avanti, apprezzando la proposta concreta di snellimento dell’Albo attraverso pensionamenti, prepensionamenti e misure incentivanti. L’applicazione delle leggi a tutela risolverebbero il problema alla radice – continua – ed è su questo aspetto e sui 2.500 lavoratori non censiti che il tavolo è stato aggiornato a giorno 5 luglio, per noi termine ultimo dopo un anno di viaggi e tavoli, e cinque anni di disperazione. Ci aspettiamo un cronoprogramma di azioni precise e calendarizzate per chiudere definitivamente la vertenza”.


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