Luca e il suo no al pizzo| "Sono sbirro e me ne vanto" - Live Sicilia

Luca e il suo no al pizzo| “Sono sbirro e me ne vanto”

Il lido Goilden Beach di Trabia

Il giovane titolare di un lido racconta la sua "normale" ribellione al racket. E stasera si festeggia

PALERMO – Luca ha 30 anni e un primato che fa riflettere. È uno dei pochissimi imprenditori che in una grossa fetta di provincia palermitana, da Trabia a Caccamo, ha deciso di denunciare subito gli uomini del pizzo. Ci sono state altre denunce. Nessuna spontanea, però. Tutte figlie di un’evidenza investigativa che qualcuno si è anche spinto a negare.

> GUARDA IL VIDEORACCONTO

Luca, no. Luca è andato subito in caserma dai carabinieri. Perché? “Perché ho capito che se avessi ceduto sarei diventato come loro. Con questa gente non ci voglio avere niente a che fare”. “Loro” sono i mafiosi. E lo dice seduto al tavolino del suo lido, il Golden Beach di Trabia, mentre gli operai stanno ultimando la ristrutturazione. “Un mese e mezzo fa – racconta il giovane titolare – i sacrifici di cinque anni sono andati in fumo”. Un incendio ha distrutto tutto. “Io ho la mia idea, ma ci sono indagini in corso e non ne voglio parlare”. Sono forti i sospetti che l’incendio sia collegato al suo no al racket, ma servono le prove.

Per il momento la storia del Golden Beach segna, e non è poco, un nuovo inizio: “Ho levato subito le macerie. Poi gli altri commercianti e imprenditori che aderiscono ad Addiopizzo come me mi hanno aiutato fornendomi materiali e attrezzature”. Bisognava fare in fretta, la stagione estiva è già iniziata e poi stasera il lido ospita una festa speciale: il quindicesimo compleanno di Addiopizzo.

“La mia seconda famiglia – dice Luca parlando di Addiopizzo – e la famiglia per me è tutto. Mio padre mi ha insegnato quali sono i veri valori della vita”. Famiglia e lavoro, ecco i suoi valori. Ed è quando ha capito che gli stavano rubando il pane che Luca ha reagito. Nel 2018 si presentarono in due. Uno era Antonino Teresi, appena uscito dal carcere dopo avere scontato una condanna per mafia. All’inizio volevano “qualche cusuzza, non mi dovevo scordare di loro alla fine della stagione”, poi pretendevano la gestione del parcheggio davanti al lido.

“Come facevo a dirgli sì? – dice Luca-, io sono una persona per bene. Loro distruggono e io ricostruisco. Se gli dai confidenza, prima o poi, si prendono tutto. Il lavoro è la mia religione”.

La gente di Trabia come ha reagito quando si è saputo che la denuncia di Luca ha fatto arrestare Antonino Teresi e Pietro Erco? “La metà mi ha detto che ho fatto bene e che se ne devono andare a lavorare”. E l’altra metà? “Per molti sono uno sbirro, ma io sono contento di esserlo”.

Domani si riparte grazie al sostegno silenzioso di Addiopizzo e degli imprenditori che hanno aiutato Luca a ripartire dalle macerie. “Denunciare in provincia è una scelta che si può fare anche se rimane complessa. Nei piccoli paesi – spiega Daniele Marannano del comitato antiracket – dove tutti si conoscono, incontri senza difficoltà familiari, parenti e amici di chi ti ha estorto. Incroci i loro sguardi per strada e in giro per il paese e malgrado ciò c’è chi matura scelte di denuncia significative perché vissute con normalità, cioè rifuggendo da ribalte e rappresentazioni eroico mediatiche”. Stasera il lido Golden Beach riapre.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI