L'amarezza di Paolo Borsellino: | "Libero di essere ucciso la sera" - Live Sicilia

L’amarezza di Paolo Borsellino: | “Libero di essere ucciso la sera”

Le parole del magistrato nelle rivelazioni del 'Corriere della Sera'.

Via D'Amelio
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2 min di lettura

PALERMO- La voce arriva dagli archivi finora segreti della commissione parlamentare antimafia. E’ da lì che torna la voce di Paolo Borsellino – come racconta il ‘Corriere della Sera’ che pubblica anche l’audio – che l’8 maggio 1984 spiega le difficoltà del pool antimafia che in quel periodo sta già lavorando al maxi-processo a Cosa nostra.

Una voce consapevole dei rischi e delle responsabilità: “Desidero affrontare la gravità dei problemi, soprattutto di natura pratica, che noi dobbiamo continuare ad affrontare ogni giorno”. Una voce che emerge dai documenti finora inaccessibili. “Un’indagine riservatissima – scrive il ‘Corriere’ a firma di Giovanni Bianconi – che di lì a poche settimane potrà contare sulla collaborazione di Tommaso Buscetta, e consentirà di portare alla sbarra, per la prima volta, la Cupola con l’accusa di associazione mafiosa”.

“In questi video vediamo un Paolo Borsellino arrabbiato, non ce la fa a portare avanti il lavoro, è troppo e il magistrato non riesce a gestire un numero di procedimenti troppo elevato. Quanto sarebbe necessario che la magistratura avesse la possibilità di curare la qualità, se vogliamo affrontare la mafia e la corruzione bisogna dedicarsi a tempo pieno e non si può rimanere sommersi. Il ministro della giustizia sicuramente provvederà con una serie di provvedimenti”. Lo ha detto il procuratore nazionale antimafia, Federico Cafiero De Raho alla conferenza stampa sulla desecretazione degli atti della Commissione antimafia dopo la proiezione di alcuni video del magistrato Borsellino in audizione in antimafia.

Parla dunque, il giudice Paolo e lancia, tra l’altro, l’allarme sicurezza con amarissima ironia: “Buona parte di noi non può essere accompagnata in ufficio di pomeriggio da macchine blindate, come avviene la mattina, perché il pomeriggio è disponibile solo una blindata, che evidentemente non può andare a raccogliere quattro colleghi. Pertanto io, sistematicamente, il pomeriggio mi reco in ufficio con la mia automobile e ritorno a casa alle 21 o alle 22. Magari con ciò riacquisto la mia libertà, però non capisco che senso abbia farmi perdere la libertà la mattina per essere poi, libero di essere ucciso la sera”.

 


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