Faraone, il caos e il Pd 'rottamato'| Quella voglia matta di scissione - Live Sicilia

Faraone, il caos e il Pd ‘rottamato’| Quella voglia matta di scissione

Storia di una comunità che non vuole più stare insieme. E ci riesce benissimo.

Che poi uno prova anche un filo d’angoscia, se non altro sportiva, a vedere come è ridotto il Pd in Sicilia. Lo stesso effetto che fa la nazionale di San Marino (senza offesa) sepolta da una caterva di gol. A un certo punto, per quanto ad alcuni possano stare antipatici (quelli del Pd, non San Marino), viene da dire: basta! E che diamine!

E magari verrebbe pure l’istinto di riunirle tutte le truppe faraoniane, i carristi cracoliciani, i figli, in senso politico, di Lupo e suggerire alla comunità che ha rottamato se stessa: “Amunì, pigliatevi il caffè. Che niente ci fu”. Proprio perché le catastrofi senza soluzione di continuità – i gol a San Marino, i pugni in faccia a Rocky prima che reagisca e restituisca con gli interessi – provocano soprassalti emotivi di autentica pena.

Però, se uno li guarda meglio, vede pure che loro non soffrono, che i capi del partito che fu non increspano neanche una sopraccigliuzza davanti a una devastazione così completa. Sicché, ci ragioni: vuoi vedere che questi aspettano il big bang per andare ognuno per conto suo, i renziani con i renziani e gli altri sotto la bandiera di casa?

Per esempio, il caso fresco fresco: il ‘siluramento’ di Davide Faraone, non più segretario siciliano dei democratici. Ieri, fucileria sparsa. Oggi il colpo di cannone dell’interessato: “Annullare il congresso significa annullare la democrazia. Farlo violando le regole è incredibile. Farlo in un giorno speciale per la Sicilia mentre noi siamo a commemorare Paolo Borsellino dimostra una insensibilità politica che spaventa”.  Noi il caffè non lo possiamo prendere… E a poco serve la replica inglese della commissione di garanzia che chiama in causa il regolamento. Siamo davanti al metaforico botto che può innescare un conflitto ultimativo, arrivando fino a Roma. Siamo, forse, davanti a una voglia matta di secessione che sta cercando la sua strada definitiva.

Andrea Marcucci, presidente dei senatori Dem, individua subito il bersaglio grosso: “La vicenda siciliana del Pd non può essere chiusa con l’autosospensione di Davide Faraone. Venerdì in direzione il segretario Zingaretti dovrà spiegare per bene cosa ha spinto la commissione di garanzia ad assumere una decisione così pesante a maggioranza. Il segretario predica l’unità e il superamento delle correnti, ma troppo spesso è condizionato dalla sua”.

Graziano Delrio, capogruppo alla Camera, cerca una difficile composizione: “Vedo che Davide Faraone ha deciso di sospendersi dal partito dopo la decisione a maggioranza della commissione garanzia di commissariare il partito siciliano. Ne sono molto amareggiato. Penso che la nostra comunità debba lavorare per rimanere unita e coesa in un momento in cui un governo nemico del popolo è il nostro vero avversario. Spero che l’amico Davide ripensi le sue decisioni e il segretario, che è garante dell’unità, trovi una soluzione politica che mantenga serenità in un momento così cruciale per la nostra battaglia”.

Poi l’Ansa batte la notizia di una specie di sommossa popolare:  Due pullman dei giovani democratici siciliani partiranno dalla Sicilia verso Roma per recarsi venerdì al Nazareno in occasione della direzione nazionale che dovrebbe, tra i punti all’ordine del giorno, indicare il nome del commissario del Pd Sicilia, dopo la decisione della commissione nazionale di garanzia di annullare l’elezione di Davide Faraone’.

Intanto, tra chi va e chi viene, Antonello Cracolici, sulla sua pagina Facebook, tira le sue somme, qui citato a saltare: “Io non riesco a gioire. Giusta la decisione di annullare il congresso del Pd siciliano. Ho cercato di impedire con tutte le mie forze questo disastro. Alla fine dopo circa un anno si ritorna al punto di partenza ma con una situazione peggiorata”.

A prescindere dalla peculiare lettura, Cracolici ha la sensibilità politica per tirare fuori dalla sua esperienza la parola corretta: ‘disastro’. Ma ricomporre interessa ancora a qualcuno di coloro che reggono il filo di una dissoluzione in atto? O prevarrà la voglia matta di non stare più insieme, anche a costo di non essere più niente? La risposta dopo i pop corn.


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