Gli ospedali come il Far West | "I medici vivono nella paura" - Live Sicilia

Gli ospedali come il Far West | “I medici vivono nella paura”

L'episodio di violenza all'Ingrassia è solo l'ultimo caso. Cresce la paura nei presidi del capoluogo

PALERMO – “Non c’è più un rispetto dei ruoli che garantisca sicurezza. Bisogna punire con fermezza chi pensa di aggirare le regole o di sopraffare dei professionisti facendo ricorso alla violenza, i medici lavorano ormai con la paura addosso”. Francesco Paolo La Placa, presidente del Comitato consultivo dell’Asp di Palermo, commenta così le ultime aggressioni ai danni dei medici dell’ospedale Ingrassia. Il caos è esploso ancora una volta mercoledì, quando i familiari di una paziente ricoverata in Ostetricia e Ginecologia hanno cercato di entrare in reparto fuori dall’orario delle visite.

Nel mirino sono finiti due ginecologi che hanno invitato i parenti ad allontanarsi, ma si è scatenata la violenza: una iniziale discussione animata è sfociata in calci e pugni ed è stato necessario l’intervento delle forze dell’ordine. Nello stesso ospedale, a marzo, ad avere la peggio era stato un cardiologo, picchiato dai familiari di una paziente di 80 anni.

In particolare, era stato un parente di trent’anni a scagliarsi contro il medico: l’ha afferrato per il collo, scaraventandolo per terra. Episodi che continuano a ripetersi nei presidi ospedalieri dell’Asp, compresi quelli di Partinico e Termini Imerese, così come nei pronto soccorso e nei reparti degli altri ospedali cittadini. Risale soltanto al 14 giugno l’ennesima aggressione al Cimino di Termini. In quel caso, un paziente che si trovava al triage si è scagliato verbalmente contro la dottoressa in servizio e poi ha lanciato la barella contro un muro.

Momenti molto tesi che hanno reso necessario l’intervento del vigilante della Mondialpol in servizio al nosocomio, poi quello degli agenti di polizia intervenuti per riportare la calma. Numerosi i casi registrati anche al Civico di Partinico, ultimo in ordine di tempo, quello ai danni di una infermiera, presa a calci da un uomo. Quest’ultimo, già visitato per una influenza, dopo una breve attesa per consentire agli operatori di prestare assistenza a un paziente in codice rosso, ha minacciato e poi colpito la donna che stava per assisterlo.

“Una situazione intollerabile – sottolinea La Placa – nei confronti della quale sono sempre più urgenti interventi risolutivi. Si tratta di episodi brutali, che non permettono più ai medici di lavorare con serenità. Dopo le ultime aggressioni all’Ingrassia ho personalmente incontrato la dottoressa Daniela Faraoni, direttore generale dell’Asp, che ha accolto di buon grado le proposte del Comitato consultivo. E’ necessario intervenire e lo si può fare quasi a costo zero. Ad esempio, ridistribuendo gli ausiliari all’interno delle strutture ospedaliere: il medico non può fare accoglienza al pubblico, ha ben altre responsabilità e diventa spesso capro espiatorio del sistema”.

“Di sicuro – prosegue – non possiamo militarizzare gli ospedali, ma puntare ad una maggiore sensibilizzazione è possibile. Abbiamo inoltre proposto di inserire nei presidi ospedalieri dell’Asp 72 volontari che fanno parte delle nostre organizzazioni ed associazioni socio-sanitarie e potrebbero contribuire all’attività di vigilanza. Riteniamo inoltre necessaria la collocazione di telecamere all’ingresso dei reparti, siamo sicuri che rappresenterebbero un importante deterrente. E’ necessario arginare il fenomeno – conclude La Placa – ai medici vanno garantite serenità e sicurezza”. 


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