La 'lagnusia' siciliana? | L'hanno inventata in Francia - Live Sicilia

La ‘lagnusia’ siciliana? | L’hanno inventata in Francia

Il diario di una palermitana in Francia. Per sorridere e ironizzare un po'.

Due-tre vite fa, quando ero ancora una giovane studentessa universitaria, desiderosa di libertà, mi ero trovata un lavoretto per guadagnare un po’ di indipendenza economica, continuando a studiare. Mi occupavo di accogliere gli alunni di una scuola elementare all’entrata e all’uscita, e, nel mezzo, restavo a disposizione della direttrice. Di fatto, in quel mezzo, se non avevo altre incombenze, trascorrevo ore insieme ai bidelli che mi avevano presa sotto la loro ala protettrice.

Proprio a quello spensierato periodo risale il mio incontro ravvicinato con Madama La Lagnusia di noi palermitani, questa specie di stanchezza atavica che, soprattutto con l’arrivo dell’afa estiva, ti prende, impedendoti di alzarti dalla sedia, ti fa trascinare i piedi sul pavimento invece di sollevarli e sbuffare di fronte ai doveri da affrontare. Come quando la bidella del pianterreno veniva incaricata di chiamare il bidello del terzo piano. Ben lontana dall’idea di poter salire anche un solo gradino e del tutto indifferente al fatto di trovarsi in un luogo pubblico, arrabbiatissima, si alzava dalla sua sedia, si trascinava appena davanti alla tromba delle scale e, morta di stanchezza com’era, non riusciva nemmeno a pronunciare il nome del Signor Giuseppe per intero. Il suo restava un grido spezzato a mezz’aria che l’eco avrebbe portato al terzo piano: Giuseeeeee!

Punto. Perché sul “Ppe” avrebbe rischiato la morte istantanea da sovraccarico di fatica. Giuseeee. Punto. E così, sopravviveva. A distanza di due-tre vite, ho fatto, però, una clamorosa scoperta che ha riabilitato ai miei occhi la figura della mitica bidella del primo piano. Anche i nostri cugini d’oltralpe sono affetti dal ‘m’abbutta campare’. Almeno sul piano delle parole.

Imbastita di un francese basico di sopravvivenza, avevo poche ma ferme certezze: io sono era “je suis”, il pomeriggio era “l’après midi”, come al solito “comme d’habitude” e la piazza principale della mia nuova città “Place Plummereau”. Per salutare, i nostri baci sono “bisous” e ci vediamo dopo, il famoso “a toute a l’heure”. Un giorno, sono stata invitata a prendere un “aperitif” da un’amica la quale, alla velocità della luce, in unico fiato, ha sparato il suo invito: Ci vediamo  “comme d’hab, cette aprem, à Place Plum, pour l’apéro. Sciui la. A tout. Biz”.

Passare dal prio dell’invito alla disperazione, è stato un attimo. Dove dovevo andare? Quando? E ´biz’ voleva forse dire che dovevo fare in fretta? Siri non faceva che dirmi ‘mi dispiace, non capisco’ e se non lo sa Siri, figuriamoci io! Solo molto dopo ho capito che i francesi abbreviano tutto, ogni parola possibile, che “sciui” sta per je suis (!) e i biz non sono le retate della polizia, ma ti puoi rasserenare perché sono solo affettuosi bisous. Baci.

L’altra volta dovevo andare all’università e, persa nel dedalo di rotonde infinite, ho chiesto ad un passante se poteva indicarmi la strada. Per tutta risposta, mi sento dire: ahhhhh, tu dois aller À LA FAC! A me! A la fac!! Cioè, mi stai mandando a fanc…a quel paese solo perché ti ho chiesto un’informazione?! Stavo per scendere dalla macchina, posseduta dalla furia, quando ho capito che quel signore voleva indicarmi la strada per la FACULTÉ dell’università, solo che era troppo lungo da dire!

L’apice della lagnusia, che la bidella al confronto era un’eroina infaticabile, si raggiunge, però, quando provi a fare una domanda che al tuo interlocutore appare troppo complicata o di cui ignora la risposta. Le parole, anche quelle spezzate, a quel punto, svaniscono, non si fa nemmeno lo sforzo di cominciare a proferirle. Surclassando di netto ogni nostra gestualità meridionale, il volto é come se si gonfiasse, gli occhi sgranati sembrano dirti  ‘ma che razza di domanda mi fai?’, le sopracciglia si inarcano nell’apparente ricerca di un pensiero ed infine le labbra emettono un unico suono, chiaro e definitivo. Una pernacchia. La pernacchia dei francesi. Un’istituzione al pari della baguette sotto il braccio. Prrr. E fine della discussione.

Puntualmente, in questi frangenti, ripenso alla povera bidella del primo piano. Se solo avesse saputo che bastava una pernacchia per dire tutto, restando comodamente seduta dov’era.


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