Il casolare del delitto Impastato | Le Istituzioni in ordine sparso - Live Sicilia

Il casolare del delitto Impastato | Le Istituzioni in ordine sparso

L'ex Provincia stanzia mezzo milione,. La Regione 100mila euro. Ma i progetti così non sono compatibili.

E d’improvviso, quarant’anni dopo, tutti si ricordarono di Peppino Impastato. E di quel casolare a Cinisi dove l’attivista di sinistra venne assassinato da Cosa nostra nel 1978. Di qualche giorno fa è la notizia che la giunta regionale ha approvato gli atti necessari per procedere alla espropriazione dell’edificio e del terreno circostante. Ma la mossa del governo Musumeci arriva dopo che l’ex Provincia di Palermo e il Comune di Cinisi si erano già attivati, stanziando mezzo milione di euro. Somma che adesso rischia di andare in fumo se le istituzioni non si metteranno d’accordo muovendosi in modo coordinato.

Ma andiamo per ordine. La settimana scorsa, mentre a Cinisi si vedevano in giro le Iene interessate proprio alla sorte del casolare teatro del delitto, la giunta guidata da Nello Musumeci, su proposta dello stesso presidente, impegnava la somma di 106.345 euro per l’acquisizione dell’immobile, dichiarato cinque anni fa di “interesse culturale” Al Dipartimento dei Beni culturali, comunicava una nota del governo regionale, è stata affidata la procedura espropriativa dell’immobile, di proprietà privata. “Con il provvedimento assunto dal Governo regionale  – dichiarava il presidente Musumeci – manteniamo l’impegno assunto, anche da me in prima persona, al tempo in cui guidavo la commissione Antimafia, nei confronti della famiglia Impastato e di tutta la comunità regionale”.

Solo che dai giorni della presidenza dell’Antimafia un po’ di tempo è passato. E nel tempo in questione qualcun altro si era attivato. Stanziando somme ancora più ingenti. “Con sorpresa, apprendo dalla stampa della decisione della Giunta regionale siciliana di deliberare l’utilizzo di 106.000 euro per l’acquisizione del casolare dove è stato ucciso Peppino Impastato. Nostro malgrado, dobbiamo ravvisare che il finanziamento, come già noto alla Regione Sicilia, è successivo ad altro intervento della Città Metropolitana di Palermo, con partenariato del Comune di Cinisi con il quale sono stati destinati 490.000 euro per l’acquisizione, la riqualificazione e la realizzazione di una tensostruttura per la creazione di un ‘Centro Nazionale per la lotta alle mafie’”. Così il sindaco di Cinisi Gianni Palazzolo.

Il primo cittadino si riferisce a un intervento deliberato dalla ex Provincia, un progetto presentato proprio partecipando a un avviso della Regione, spiega il presidente dell’Anci Sicilia e sindaco metropolitano Leoluca Orlando. Che dice di “apprendere con piacere” della delibera della giunta ma ricorda che su quel casolare c’è già “ un progetto ben articolato”.

Quel progetto, dice adesso il sindaco di Cinisi, ha però un presupposto, che è l’acquisto dell’immobile. E dunque, paradossalmente, il primo cittadino del comune di Impastato fa notare che la mossa di Palazzo d’Orleans potrebbe complicare l’iter. “Se la Regione dovesse intraprendere l’iter espropriativo – dice Palazzolo – non sarebbe possibile attuare il finanziamento della Città Metropolitana che ha come presupposto giuridico l’acquisizione del bene quale elemento indispensabile della riqualificazione. Dopo più di 40 anni si hanno due finanziamenti di fatto incompatibili”.

E così il Comune di Cinisi, partner nel finanziamento della Città Metropolitana, ha chiesto la convocazione urgente di un tavolo tecnico per uniformare le due iniziative, con l’intento, “certamente appartenente a tutti i soggetti interessati, di un completo utilizzo di un bene di grande valenza simbolica”. Invito che anche Orlando rilancia: “Nell’interesse della Cultura dei Beni Comuni e della promozione della Cultura dei Diritti, siamo sicuri che, unendo le forze, si possano armonizzare le iniziative delle diverse istituzioni, Città Metropolitana, Regione Siciliana e Comune di Cinisi, e realizzare in quel luogo simbolico il Centro Nazionale Antimafie”.


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