Mafia e movida, minacce ai gestori| "Sarà guerra, avete vita breve" - Live Sicilia

Mafia e movida, minacce ai gestori| “Sarà guerra, avete vita breve”

Andrea Catalano e il fratello Giovanni, al centro dell'inchiesta che ha portato a undici arresti.

BLITZ OCTOPUS
di
3 min di lettura

PALERMO – Era l’uomo di fiducia dei boss, una sorta di “interfaccia”, come lo hanno definito gli inquirenti, tra Cosa nostra e l’organizzazione che imponeva i buttafuori nei locali della movida palermitana e della provincia. Andrea Catalano, tra gli undici arrestati del blitz “Octopus”, avrebbe sfruttato i solidi legami con i boss e avrebbe pensato ad ogni dettaglio per collocare i “suoi” buttafuori, al punto da fondare due associazioni per eludere la normativa di settore.

Sarebbero state formate da volontari, nell’ambito delle quali venivano formalmente inseriti in qualità di addetti antincendio. Un modo per far lavorare anche quei “buttafuori” che in seguito ai loro precedenti penali non potevano ottenere l’autorizzazione necessaria per avviare l’attività. In base a quanto accertato dalle indagini, Andrea Catalano e il fratello Giovanni sarebbero stati i veri e propri “registi” di tutti i movimenti dell’organizzazione, entrata in azione con minacce e intimidazioni in almeno cinque noti locali della città e della zona di Bagheria e Terrasini: i titolari hanno subito violenze fisiche e psicologiche per l’assunzione dei “buttafuori”, ma soltanto in un caso, uno dei titolari ha denunciato.

Tra questi c’era il cognato di Massimo Mulè, ritenuto reggente della famiglia mafiosa di Palermo Centro, arrestato prima nell’operazione Perseo del 2008 e successivamente nel 2018 nell’operazione Cupola 2.0. Scarcerato lo scorso agosto, avrebbe imposto l’assunzione del familiare nella gestione della sicurezza in un noto locale della movida palermitana. Una situazione in cui a fare la voce grossa furono ancora una volta i fratelli Catalano, intervenuti per “placare” le proteste del capo della sicurezza di quel locale: per assumere il cognato di Mulè, infatti, avrebbe dovuto escludere, a turno, uno degli addetti solitamente impiegati, ma aveva ceduto dopo le pesantissime minacce ricevute. “A me non interessa niente, tu mi devi mettere a Vincenzo! Chi ti resta fuori, ti resta fuori”, aveva ribadito Catalano.

Tensioni, ritorsioni e minacce che sarebbero tornate, puntualmente, alla vigilia delle festività e del “pienone” previsto nei locali, in particolare a Capodanno. In quell’occasione, era il 2017, Andrea Catalano – ufficialmente assunto in una onlus che fornisce servizi di pulizia ai locali notturni – avrebbe cercato di imporre nuovamente i buttafuori in tutte e cinque le discoteche, nonostante le ulteriori proteste da parte dei capi della sicurezza. Minacce e violenza pur di averla vinta, al punto da organizzare disordini nei pressi delle attività e di “prevedere gravi ripercussioni” se i titolari non avessero accettato. “Io non sono Andrea Catalano che faccio minacce, io dall’anno nuovo ti faccio la guerra”. E al suo concorrente diceva: “Vedi che tu il lavoro non te lo vai a prendere, forse non hai capito niente. Né tu né nessuno perché Capodanno non se lo fa nessuno, perché io non mi metto di lato, per me ci possiamo fare la guerra”.

E dalle parole si passava presto ai fatti. Catalano, secondo quanto accertato dagli inquirenti, avrebbe incaricato un complice di aggredire fisicamente uno degli organizzatori delle serate, con l’obiettivo di convincere il gestore ad assumere uno dei suoi uomini.Allora ti dico una cosa tu hai due figli vero? Sono la tua vita vero è? I tuoi figli sono la tua vita. Il signore ci deve guardare i tuoi figli e i miei figli. Vedete che se continuate in questo modo avete vita breve”, aveva detto al titolare di un noto locale notturno nel centro di Palermo”. Parole che hanno confermato, intercettazione dopo intercettazione, come i fratelli Catalano puntassero al controllo totale dei servizi di vigilanza nei locali, facendo leva sulla consapevolezza dei loro legami con Cosa nostra, in particolare con la famiglia mafiosa di Porta nuova e Pagliarelli.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI