Formazione Iefp, i corsi sono fermi | "Ora a rischio il diritto allo studio" - Live Sicilia

Formazione Iefp, i corsi sono fermi | “Ora a rischio il diritto allo studio”

Non sono ancora partite le lezioni per i giovani che hanno abbandonato il sistema scolastico tradizionale. Lagalla: "Partiranno entro metà ottobre"

PALERMO – I secondi, i terzi e i quarti anni dei corsi Iefp, i corsi d’Istruzione e formazione professionale, quest’anno partiranno in ritardo e mentre gli enti di Formazione lanciano l’appello (“Dobbiamo fare presto”), l’assessore all’Istruzione Roberto Lagalla rassicura: “I corsi partiranno con 20 giorni, massimo un mese di ritardo. A metà ottobre dovrebbero così partire”. Si parla di formazione ma stavolta i corsi sono quelli che garantiscono che sia assicurata la frequenza scolastica fino all’età dell’obbligo per i giovani che non si sono iscritti a scuola.

Nuovi ritardi e incertezze si aggiungono a una situazione di ritardi e incertezze che già coinvolgono il settore della formazione. Come hanno denunciato le associazioni datoriali e i sindacati non mancano, infatti, sia ritardi nei pagamenti dei progetti finanziati con l’Avviso 2 sia le incertezze sull’Avviso 8, al momento oggetto di un ricorso presso il Tribunale amministrativo siciliano.

I corsi Iefp, di competenza regionale, si occupano di creare un’offerta formativa diversa da quella del sistema scolastico tradizionale. I percorsi durano tre o quattro anni e portano a conseguire la qualifica professionale al terzo anno e cioè una qualifica che fa consente di potere lavorare presso terzi. Al quarto anno invece si consegue il diploma professionale che permette di mettersi in proprio.

Per i rappresentanti degli enti di formazione Antonio Oliveri di Assofor, Gabriele Albergoni di Anfop Sicilia, Gabriele Leanza di Forma Sicilia, Don Bruno Fiorini di Confap, Giuseppe Sassano di Iform, Nino Reina di Federterziario “è interesse di tutti che le seconde, terze e quarte annualità dei percorsi di Istruzione e Formazione professionale partano al più presto per tutelare un’utenza che è fatta anche da ragazzi appartenenti a fasce deboli della società e provenienti dalla dispersione scolastica. In questo momento – hanno affermato i rappresentanti degli enti – occorre dare doverosa certezza pure al personale impiegato negli Enti e garantire il diritto allo studio di centinaia di ragazzi”.

L’assessore all’Istruzione e alla Formazione professionale, come detto, ha rassicurato che entro attorno alla metà di ottobre i corsi di secondo, terzo e quarto anno partiranno. “Il ritardo in atto  – ha affermato Lagalla –  era preventivato già da giugno dato che gli enti avevano richiesto una giusta correzione ai bandi che hanno portato alla proroga di 20 giorni dei termini per la partecipazione ai bandi stessi. Inoltre – ha specificato – abbiamo dovuto dividere i primi anni da quelli successivi per l’uso in quest’ultimo caso dei fondi europei. Le procedure diverse hanno così portato a questa differita dei tempi”.

Nel settore dei corsi Iefp, quest’anno si è registrato un aumento di circa cento classi al primo anno. I corsi successivi al primo però partiranno in ritardo perchè è ancora in corso infatti la procedura selettiva che la Regione tiene per il finanziamento dei corsi con i fondi Ue.

“Abbiamo molto apprezzato – ha commentato Oliveri, Albergoni, Leanza, Fiorini, Sassano e Reina – l’autorizzazione della Regione all’avvio di ulteriori cento primi anni. Ma riteniamo che una Regione a Statuto speciale come la Sicilia abbia altrettanto dovere di coprire per l’intera durata i percorsi pluriennali prescelti, in modo da consentire agli allievi diplomati di conseguire anche il titolo abilitante, indispensabile a svolgere un’attività autonoma o di impresa, senza essere costretti a cambiare l’Istituzione formativa o scolastica o la Sede di svolgimento elette. Oltre all’appello a fare presto quest’anno allora – hanno continuato i rappresentanti degli enti datoriali -, il nostro invito è quello di riuscire a risolvere i problemi strutturali di questo settore della formazione professionale, con maggiore impegno sulla copertura finanziaria integrale per i percorsi quadriennali dell’obbligo, sull’avvio puntuale con l’anno scolastico, la tempistica per le erogazioni dei finanziamenti e la definizione dei pregressi rendiconti, avendo il governo e il Parlamento già avviato una azione di rinnovamento”.

Anche i sindacati si uniscono all’appello a fare presto delle associazioni datoriali. Per Giovanni Migliore della Cisl “il governo deve lavorare perché i corsi Iefp devono avere gli stessi tempi di quelli scolastici. Occorre realizzare – ha aggiunto Migliore – un finanziamento pluriennale ai corsi in modo tale che si possa garantire il completamento di tutto il percorso. Proprio in quarto anno inoltre è un anno decisivo perché consente di ottenere il titolo equiparato al diploma scolastico”.

Anche Giuseppe Messina dell’Ugl crede che “la Regione non possa più finanziare i corsi con avvisi annuali. Questo – ha sottolineato il sindacalista – è un settore delicato perchè interviene direttamente sul tema della dispersione scolastica. Per questo chiediamo che la Regione affronti la programmazione dei corsi sia pluriennale”. Messina si è occupato anche del ritardo accumulato nella partenza dei corsi. “Il ritardo di venti giorni – ha detto -, è stato creato dal fatto che l’assessorato ha dovuto giustamente emendare il bando sulla scorta delle osservazioni delle parti sociali e degli enti. Questa circostanza poteva essere evitata però se il tavolo tecnico che è stato costituito fosse stato convocato prima della pubblicazione del bando”.

Ma i ritardi e le incertezze riguardano il settore della Formazione anche per altre ragioni. Sui corsi dell’avviso 2 la Regione sarebbe in ritardo con i pagamenti. Mentre si attendono le risorse della prima annualità di corsi per i disoccupati da formare, mancano ancora i finanziamenti di quella che dovrebbe essere la seconda annualità e cioè l’avviso 8. Sulla graduatoria del bando incombe una decisione del giudice amministrativo che potrebbe riportare il caos nella Formazione professionale siciliana. In quella data i giudici amministrativi dovranno infatti decidere del bando che vale 136 milioni di euro. Se si dovesse essere annullato  occorrerebbe ripartire da capo.


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