L'anziano morto in casa a Terrasini| Il mistero della cassa con i soldi - Live Sicilia

L’anziano morto in casa a Terrasini| Il mistero della cassa con i soldi

L'abitazione di Mercurio Nepa

C'è chi racconta che Mike Nepa vi nascondeva del denaro, ma è stata trovata vuota

PALERMO – Il mistero si infittisce. Gli ultimi elementi raccolti dagli investigatori, qualora venissero confermati, farebbero ipotizzare che Mike Nepa non sia deceduto per morte naturale. Il suo cuore non ha retto per la paura durante una rapina o qualcuno lo ha ucciso e poi ha simulato il colpo? Dubbi, tanti dubbi.

L’inchiesta, coordinata dall’aggiunto Ennio Petrigni e dal sostituto Luisa Bettiol, resta a carico di ignoti, ma il fascicolo si arricchisce. Dopo gli esiti dell’autopsia che ha escluso la presenza sul corpo di segni di violenza e in attesa degli esami tossicologici, i carabinieri hanno acquisito alcune testimonianze.

La casa di Terrasini era a soqquadro. Il badante dell’anziano imprenditore italo americano, che da poco tempo aveva fatto rientro a Terrasini dopo esservi tornato per anni per le sole vacanze estive, ha raccontato che l’uomo teneva dei soldi dentro una cassapanca trovata aperta e vuota.

Altro particolare: la porta dell’abitazione poteva essere aperta dall’esterno grazie ad un rudimentale ingranaggio composto da un bastone e da una corda. Qualcun altro, oltre al badante, ne era al corrente? È vero, Mercurio Nepa, che tutti in paese chiamavano Mike, era un soggetto disordinato. Il disordine trovato nell’appartamento di via Venezia, però, sembra frutto dell’azione di qualcuno che cercava qualcosa. Cianfrusaglie ovunque e abiti ammassati sono una cosa, i cassetti aperti e rovistati un’altra.

E poi c’è il nastro adesivo, la cui presenza era evidente alle caviglie dell’uomo trovato seduto. Un nastro di carta, di quelli che si strappano via facilmente. Un’operazione che si complica, però, se ad essere legato è un uomo di 84 anni.

Infine c’è la storia personale di Nepa. Alcuni anni fa era stato denunciato dalla Guardia di finanza per usura, processato e assolto. Gli erano pure stati restituiti i soldi inizialmente sequestrati. In casa aveva polizze di assicurazione sulla vita, quote di fondi d’investimento e 135 mila euro in contanti. Risultò che tra il 2002 e il 2010 aveva concesso prestiti per oltre 65 mila euro a privati e commercianti. Secondo l’accusa, avrebbe applicato tassi usurari. Accusa che, però, non resse al vaglio del giudice anche perché alcune presunte vittime dissero che Nepa non chiedeva altro che la restituzione del capitale.

Insomma, un uomo pronto ad aiutare persone in difficoltà, a mettere loro a disposizione, senza chiedere nulla in cambio, i soldi accumulati durante gli anni vissuti a Detroit.

 


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