Ai due 'Matteo' piace | il piano dell'altro - Live Sicilia

Ai due ‘Matteo’ piace | il piano dell’altro

Così lontani e così politicamente indispensabili.

Semaforo Russo
di
4 min di lettura

L’uscita di Matteo Renzi dal PD, insieme a un cospicuo numero di parlamentari, per creare un nuovo soggetto politico, Italia Viva, è senza dubbio un elemento di chiarezza. Quanto ciò da un lato arricchirà la proposta politica e, dall’altro, determinerà una maggiore unità e serenità nel PD è ancora presto per dirlo. Soprattutto, è ancora presto per valutare l’impatto che la scelta di Renzi avrà sul governo Conte2 nonostante le ampie rassicurazioni date al riguardo da Renzi stesso al premier.

Sarebbe una pessima cosa se si anteponessero gli interessi di gruppo a quelli del Paese dopo avere contribuito alla nascita del governo M5S-PD-LeU ed espresso addirittura dei ministri. E’ vero, siamo abituati a strane giravolte, spaccature e congiure sebbene pur con uno straordinario sforzo di fantasia non riusciamo a scorgere una ragione plausibile che possa spingere Renzi a mettere in crisi il governo, almeno adesso.

Una premessa, quella sopra esposta, che però non esaurisce il tema. Intanto, va sottolineata l’importanza in sé della scissione appena avvenuta segnalata dal dibattito che si è immediatamente sviluppato in tutte le forze politiche, a cominciare da casa pentastellata, e a Palazzo Chigi. Insomma, non s’è trattato di acqua fresca e non possiamo ad oggi definire con certezza le conseguenze che la sortita renziana avrà nel generale panorama politico italiano e, per quel che ci riguarda, in Sicilia dove sono già in corso i primi riposizionamenti che potrebbero acuire i problemi della giunta Musumeci all’Ars.

La nostra opinione è che siamo soltanto all’inizio di un “terremoto” che potrà cambiare non soltanto i connotati del PD e la sua forza in Parlamento, ma anche lo scenario a destra con un progressivo dissanguamento di Forza Italia, in caduta libera nei sondaggi, a favore della neo nata creatura dell’ex presidente del Consiglio, e al centro, in atto sparpagliato, in cui non si è mai sopita la ricerca di un catalizzatore che ne ravvivi l’anima democristiana.

L’obiettivo politico di Renzi appare abbastanza chiaro: costituire, nonostante i limiti di un partito palesemente personale, il vero asse anti-Salvini attorno a cui costruire il resto – al di là della tradizionale distinzione tra destra, centro e sinistra che verrebbe intenzionalmente spazzata via – lasciando nel frattempo al M5S e al PD la fatica usurante del governare e tenendo per sé il ruolo di regista che gioca a cavallo con un rilevante potere “ricattatorio”.

Ecco il senso, a nostro parere, della richiesta di un confronto diretto televisivo con Salvini positivamente riscontrata dal capo leghista. La partita è sofisticata. Salvini, un politico innegabilmente furbo, ha probabilmente capito il piano di Renzi e gli piace per due motivi. Il primo, perché viene riconosciuto dall’avversario quale interlocutore unico; il secondo, perché assorbe sulla sua leadership la destra estrema alimentata ad arte e serpeggiante nel Paese.

Renzi ha bisogno di un nemico dichiarato per crescere, e Salvini è perfetto nel ruolo, mentre il capitano di Pontida, che di falsi nemici ne ha creati parecchi pro domo sua, ha bisogno di una polarizzazione secca della politica italiana in cui lui sia il dominus assoluto del fronte anti-europeista, populista e sovranista. Si vedrà chi ha più cartucce da sparare. Adesso occorrerà capire come reagiranno il PD e il M5S, due soggetti alleati che dovranno decidere insieme una strategia comune se non vogliono essere travolti dai due “Mattei”, consolidando il patto reciproco, puntando su provvedimenti di grande significato sociale e approfittando del clima positivo nei rapporti con la nuova governance europea di cui fa parte Paolo Gentiloni, politico navigato, equilibrato e stimato.

Dipenderà anche da Giuseppe Conte che potrebbe inaspettatamente manifestarsi come il terzo incomodo vincente e che sta lavorando bene sul tavolo delle politiche migratorie conquistando consensi sul terreno della redistribuzione dei disperati che approdano, in vario modo, sulle coste italiche. Renzi dovrà, allora, prestare molta attenzione alle manovre di Palazzo, alla tentazione di mettere i bastoni tra le ruote di un esecutivo che riesce a dare qualche risposta agli imprenditori, ai lavoratori e alle famiglie abbassando le tasse, scongiurando l’aumento dell’Iva, riducendo il cuneo fiscale e facendo ripartire gli investimenti per sgusciare lontano dalla stagnazione economica e invertire l’andamento in espansione del debito rispetto a una crescita zero del Pil. Comprenderemo presto se Renzi ha un progetto di ampio respiro che vada oltre l’antisalvinismo elettoralmente utile, sostenendo nel frattempo gli sforzi del governo Conte, o se è in realtà un bambino capriccioso scappato via con il pallone perché stanco di stare in panchina.


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