C'è un nuovo pentito di mafia | E parla dell'omicidio Fragalà - Live Sicilia

C’è un nuovo pentito di mafia | E parla dell’omicidio Fragalà

L'avvocato Enzo Fragalà

Le dichiarazioni di Francesco Paolo Lo Iacono irrompono nel processo per il delitto del penalista

PALERMO – C’è un nuovo pentito e irrompe nel processo sull’omicidio dell’avvocato Enzo Fragalà. Francesco Paolo Lo Iacono da poche settimane collabora con la Procura di Palermo. È stato arrestato lo scorso luglio. Faceva parte dell’organizzazione che riforniva di droga la piazza della Zisa, agli ordini della mafia. Conosce dunque i segreti del mandamento di Porta Nuova. A cominciare da quelli legati al barbaro assassinio dell’avvocato penalista che morì in ospedale nel 2010 dopo essere stato pestato a colpi di bastone. A raccogliere i suoi racconti sono stati i pubblici ministeri Francesca Mazzocco e Bruno Brucoli.

I suoi ricordi risalgono ai giorni precedenti il delitto quando lavorava al bar Bobbuccio di fronte l’ingresso di Porta Carini. Racconta di avere ricevuto una telefonata dal titolare. Doveva portare dei caffè in un appartamento. Lì c’erano Gregorio Di Giovanni e altre persone di cui non conosce l’identità. Li sentiva parlare. Ad un certo punto ascoltò Di Giovanni mentre diceva che bisognava dare una lezione a un avvocato. Qualche istante dopo, mentre andava via, sentì pronunciare il cognome Fragalà.

Di Giovanni è in carcere dallo scorso dicembre quando i carabinieri lo hanno arrestato con l’accusa di avere partecipato, come capo mandamento di Porta Nuova, alla nuova cupola di Cosa Nostra. Di Giovanni, il reuccio di Porta Nuova, non è imputato perché del suo presunto ruolo ha parlato soltanto il pentito Francesco Chiarello che ha fatto riaprire il caso dopo la prima archiviazione.

A proposito di Chiarello, anche di lui parla Lo Iacono. Mentre era in carcere aveva sentito Antonino Siragusa discutere del delitto. Siracusa ne ha parlato anche con i magistrati. Si è autoaccusato del delitto, pur ridimensionando il suo ruolo e scagionato Francesco Castronovo e Paolo Cocco, due degli imputati. I pm non gli credono, lo considerano un depistatore. Secondo Lo Iacono, Siragusa avrebbe parlato di un patto tradito da Francesco Chiarello, che averebbe dovuto tenere fuori Cocco e Castronovo dalle sue dichiarazioni e invece li aveva inguaiati. Cocco e Castronovo parteciparono al pestaggio assieme allo stesso Siragusa.


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