Il braccio di ferro sulle nomine | La giunta chiede un parere legale - Live Sicilia

Il braccio di ferro sulle nomine | La giunta chiede un parere legale

Musumeci: "Il sindacato della prima commissione non può estendersi a valutazioni politiche".

PALERMO – «La prima Commissione parlamentare dell’Ars può esprimere valutazioni di ordine politico sulle nomine proposte dal governo per gli Enti sottoposti a vigilanza?». A sollevare il dubbio è la presidenza della Regione, che ha richiesto un parere legale sulla materia, dandone comunicazione al presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè, con una nota a firma del governatore Nello Musumeci.

Il caso si pone dopo che nella seduta di Giunta di ieri, su proposta dell’assessore al Territorio e ambiente, competente per delega, il Governo aveva deciso di ritirare le nomine degli Enti Parco (Madonie, Alcantara, Etna e Nebrodi), i cui presidenti designati erano stati trasmessi all’Assemblea regionale per il prescritto parere della I Commissione.

«Tale decisione – spiega nella lettera il presidente della Regione – è stata assunta in quanto, come era accaduto per i già designati presidenti degli Istituiti autonomi case popolari, le cronache giornalistiche hanno chiaramente evidenziato, mediante le dichiarazioni di taluni esponenti politici, che la Commissione si sarebbe indirizzata verso la scelta di esprimere un parere “politico” sulla “opportunità” della nomina di ciascun designato e non già, come le sarebbe imposto, un parere in ordine alla regolarità formale della procedura di nomina e sulla sussistenza dei titoli previsti dalla legge in capo al nominando».

«Sul punto – prosegue Musumeci – vale la pena di osservare che – come affermato anche dalla Corte Costituzionale e dalla Corte di Cassazione, chiamate entrambe per le rispettive competenze a dirimere una controversia interpretativa sulla natura giuridica del “parere” espresso dalle Commissioni legislative – il Governo ritiene che, nei casi nei quali i pareri delle Commissioni rappresentano un passaggio endoprocedimentale di un atto amministrativo, il loro sindacato, proprio per la natura di tale ‘procedimento’, non possa estendersi (con le eventuali conseguenze di legge) a pur legittime valutazioni di ordine politico/partitico, valutazioni queste che, invece, sono e restano proprie del procedimento legislativo e di quegli atti di indirizzo che si connaturano per non avere alcuna attinenza con il procedimento amministrativo».

Insomma, in parole povere, il governo ritiene che la commissione possa stoppare le nomine solo per carenza di titoli e non sulla base di valutazioni politiche. E ha chiesto un parere legale sul punto, assai delicato visto anche che in prima commissione il centrodestra è minoranza.

Secondo il governatore «è di palmare evidenza che la questione, posta nei termini sopra richiamati, investa altresì il diritto/dovere del Governo regionale di procedere a compiere tutti gli atti riservatigli dalle legge, sotto il controllo del Parlamento che può verificarne la legittimità, ma non può sostituirsi al soggetto legittimato dalla legge a compiere le scelte discrezionali. Ancorchè la lettura della più attinente giurisprudenza di legittimità non consenta di aprire dubbi sulla interpretazione recepita e fatta propria da questo Governo, si ritiene – conclude il governatore – possa esser utile, anche a tutela del lavoro dei parlamentari e della regolarità delle decisioni, richiedere un parere più articolato, che mi riservo di trasmettere all’Assemblea Regionale per le eventuali, opportune valutazioni conseguenti».

Sulle nomine relative agli enti parco si era aperto un braccio di ferro con le opposizioni e anche all’interno della maggioranza, che ha portato la giunta a ritirare le nomine prima che venissero impallinate all’Ars. Un “gioco dell’oca” di un “governo in tilt” secondo il Pd, che allarma i 5 Stelle che temono che i nomi “usciti dalla porta rientrino dalla finestra”, perché “questi Enti hanno comunque urgente bisogno di una governance stabile, sia perché è alto il rischio che gli stessi nomi vengano riproposti come commissari. Se così fosse saremmo di fronte ad un atto di forza senza precedenti”.


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