Incarichi legali e cognomi noti |Villa Sofia: avvocati e polemiche - Live Sicilia

Incarichi legali e cognomi noti |Villa Sofia: avvocati e polemiche

Gianfranco Aricò, fratello del deputato Alessandro, prima accetta e poi rinuncia. Ma restano moglie e associati. Mesi fa, invece, Polizzotto fu revocato

 

 

 

 

 

 

PALERMO – Aveva ricevuto un incarico da 40 mila euro il 7 ottobre scorso, ma pochi giorni fa ha deciso di rinunciare. Gianfranco Aricò è il fratello di Alessandro Aricò, il capogruppo all’Ars di Diventerà bellissima, movimento del presidente della Regione Nello Musumeci . Per lui quello a Villa Sofia-Cervello era il secondo incarico dall’inizio dell’anno. Ma il legale non è stato l’unico a essere scelto per difendere l’azienda ospedaliera. Con lui, ecco anche la moglie e alcuni soci. E in quell’ospedale non sono mancati, nei mesi scorsi, altri cognomi più o meno noti, marce indietro e qualche polemica, compresi un paio di dossier dei sindacati, sull’ufficio legale dell’azienda.

Gli incarichi esterni

L’ospedale villa Sofia Cervello, nell’affidare le pratiche legali di cui non possono occuparsi gli impiegati interni, può “pescare” tra circa 80 avvocati esterni iscritti a un albo. E negli ultimi mesi fra le consulenze legali spiccano qualche curiosità e alcuni nomi legati fra di loro. Se Aricò non avesse rinunciato, nel giro di pochi mesi dall’inizio dell’anno, l’azienda sanitaria Villa Sofia Cervello, per otto incarichi legali avrebbe speso oltre 118mila euro, tra parcelle dei professionisti, spese e tasse.

La rinuncia 

Per il più importante degli affidamenti, in termini economici, si deve parlare di un “caso”. Il 7 ottobre Gianfranco Aricò, fratello di Alessandro, ha avuto un incarico di oltre 32mila euro per patrocinare una causa che vale 10 milioni. In totale l’azienda sanitaria avrebbe speso 48mila euro di spese legali. L’affidamento, però, è stato rifiutato nelle stesse ore in cui si è diffusa la voce e così, nella tarda serata di venerdì, l’avvocato ha comunicato il proprio “passo indietro”. Il motivo è stato rivelato dal manager dell’azienda ospedaliera Walter Messina: precedenti impegni di lavoro gli avrebbero impedito di seguire a dovere il caso.

Aricò invece a gennaio aveva accettato un altro incarico, il primo da parte del’azienda Villa Sofia-Cervello, per patrocinare un processo con un valore stimato di circa 147mila euro. In quel caso il compenso è stato fissato in 5456 euro con una spese totale per l’azienda di circa 7961 euro.

Moglie e soci

Oltre a quello a Gianfranco Aricò è possibile riscontrare un altro affidamento all’avvocato Chiara Leone, nell’aprile di quest’anno. Come risulta dagli stessi atti dell’azienda i due lavorano in uno studio che ha lo steso numero civico in via principe di Villafranca, a Palermo. E le coincidenze non si fermano qui. L’avvocato Leone è infatti la moglie di Gianfranco Aricò ed quindi cognata del deputato di Diventerà Bellissima. Su quest’ultimo incarico, proprio il manager delle strutture Walter Messina, ha precisato che si tratta di “una validissima professionista, regolarmente iscritta all’albo aziendale”.

Fra gli avvocati destinatari degli incarichi ecco anche Cristiano Pagano. Che c’entra con Aricò? Il legale, come risulta dal sito ufficiale, è presidente dell’associazione privata Concilium alternative dispute resolution, una associazione che si occupa di proporre una mediazione in occasione delle questioni giudiziarie alternative ai processi. Anche Gianfranco Aricò è uno dei soci che nel sito vengono indicati fra i primi per quanto l’associazione conti decine di associati.

A Pagano sono andati quattro incarichi. Il primo è stato conferito con una delibera del primo aprile 2019. Il valore della causa è 299mila euro, l’importo complessivo che spenderà la struttura ospedaliera è di quasi 11mila euro mentre il compenso tabellare fissato per il legale è 7490 euro. Il secondo incarico è del 24 maggio. Stavolta il valore della causa è di oltre tre milioni e l’esborso per l’azienda è 21762 euro circa di cui 14914 euro circa per il compenso dell’avvocato. Altro affidamento è stato deciso il 12 luglio per una causa “dal valore indeterminabile”. L’onorario così ammonta 1189 euro circa mentre con le imposte il prezzo sale a 1461 euro circa. L’ultimo incarico conferito a Pagano è stato deciso il 4 ottobre. Il valore della causa non è specificato. Il compenso tabellare è pari a 4667 euro circa mentre l’esborso totale è di 6813 euro circa.

Infine, un incarico è stato affidato a Maria Grazia Torina, anche lei socia di Concilium. Per lei, come compenso per il patrocinio di una causa di 250mila euro, il 21 marzo è arrivata una consulenza legale dal valore di 5465 euro circa netti, che con le tasse costeranno al Villa Sofia Cervello 7961 euro circa.

Altra storia quella riguardante l’incarico all’avvocato Mariano Equizzi, incaricato ad aprile di patrocinare una causa davanti al Tar in materia di appalti malgrado, proprio un mese prima nella delibera di costituzione dell’albo degli avvocati dell’azienda allo stesso venivano riconosciute le sole competenze civilistiche e di diritto del lavoro. Per lui l’incarico è valso 12719 euro netti e oltre 18mila euro lordi.

Le consulenze legali sono tutte state conferite tutte nel 2019 da Walter Messina, o nella qualità di commissario straordinario dell’azienda sanitaria o in qualità dirigente generale. Proprio il suo nome, in tempi non sospetti, era stato segnalato fra quelli dei manager più graditi a Diventerà bellissima, il movimento politico del presidente Musumeci.

Ma come detto, sia nella gestione di Messina che in quella precedente, al Villa Sofia-Cervello non sono mancati i casi attorno alla gestione degli incarichi legali. La vicenda di Stefano Polizzotto risale a inizio anno, quando il manager della Sanità era fresco di nomina. Al già capo della segreteria tecnica di Rosario Crocetta veniva affidata la consulenza legale poi però ritirata “per ragioni di opportunità”: l’avvocato stava patrocinando cause a rischio “incompatibilità” con l’azienda Villa Sofia.

L’Ufficio delle polemiche

E non finisce qui. L’ufficio legale dell’Azienda ospedaliera era finito all’attenzione della Commissione Sanità all’Ars, tramite un dossier presentato dal sindacato dei medici ospedalieri Cimo e Fials. Al centro del documento c’era la figura di Livia Lo Cascio, l’unico avvocato su cui conta l’ufficio legale. La donna è arrivata al Villa Sofia Cervello in posizione di “comando” dal Comune di Canicattì. L’avvocato ha coordinato l’ufficio per un breve periodo ma a fare addensare le nubi attorno alla sua figura era stata proprio la decisione dei sindaci di dare il proprio “nulla osta” al trasferimento in comando nell’azienda Villa Sofia-Cervello. Gli stessi sindaci che si erano succeduti alla guida di quel comune sono stati indagati per abuso d’ufficio, salvo poi essere scagionati perché il fatto non sussiste. Adesso per gli affari di quell’ufficio ritornano i casi e le polemiche.

 

 


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