La chiesa piena per Giuseppe | "Una vita nella pienezza dell'amore" - Live Sicilia

La chiesa piena per Giuseppe | “Una vita nella pienezza dell’amore”

La messa nell'anniversario della morte del dottore Liotta. La famiglia circondata dall'affetto di tutti.

C’è una sera che sembra già una notte, a Palermo, sopra la parrocchia Mater Ecclesiae di viale Francia. Nel campetto, i ragazzi danno gli ultimi calci al pallone, incuranti del freddo. Sono quasi le sei. All’interno, tra poco, sarà celebrata la Messa per ricordare un medico coraggioso, il dottore Giuseppe Liotta, ucciso dal maltempo e ritrovato proprio un anno fa. I locali della chiesa sono quasi pieni. In prima fila i parenti, la moglie.

Una famiglia unita, percossa in profondità da un lutto atroce. Nell’anno che è trascorso tanti hanno pensato con dolcezza e gratitudine al sorriso di Giuseppe e sono stati vicini a chi è stato colpito. Le famiglie speciali si riconoscono subito. Da come vengono abbracciati i bambini, dal modo in cui l’uno sorregge l’altro, rinunciando un po’ a se stesso, dalla forza con cui ci si stringe nella sofferenza della prova.

La chiesa si riempie. E’ bella Mater Ecclesiae. C’è un parroco in gamba, ci sono giovani e meno giovani impegnati quotidianamente. Sull’altare alcuni girasoli: segno di una speranza luminosa perfino nella notte più nera.

Ora le panche sono al completo. Giuseppe e la sua famiglia erano e sono amati, con genuina spontaneità. Lui stava andando a Corleone – era un pediatra – dai suoi piccoli pazienti con l’abnegazione che lo contraddistingueva prima di essere sorpreso da una bufera con conseguenze tragiche. Un albero di ulivo è stato piantato sul luogo in cui venne rintracciata la macchina.

Celebra padre Raffaele, il parroco di questa comunità. Ha parole che offrono conforto: “Un anno fa, per i funerali, la chiesa era strapiena. Ma anche adesso siamo tanti e questo significa molto. Celebriamo oggi, nel giorno in cui il caro Giuseppe è stato ritrovato. Lui vive nella pienezza dell’amore e della luce di Dio”. Tante volte chi ha perso qualcuno ha sentito frasi simili. Ma conta soprattutto il modo in cui vengono pronunciate. Padre Raffaele le dice come un padre, con vicinanza e con affetto e ti viene voglia di credergli.

Nella canonica pregano parenti, amici e colleghi, sospinti da un sentimento che il tempo non ha appannato. E’ il momento della comunione. Il coro intona: “Dolce sentire come nel mio cuore…”. Sospinte dalla tenerezza del canto, le lacrime di tutti trovano la strada per uscire.

Poi carezze e abbracci, come se si volesse avvolgere il lutto col calore di una presenza che promette di esserci, di non assentarsi mai. “Giuseppe ha vissuto con amore”, ripete padre Raffaele. Un anno dopo sono ancora tutti qui. La messa è finita. Fuori, il freddo e l’oscurità. Ma i girasoli sull’altare lo sanno già che la notte sta diventando vecchia.

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