Il finto posto di blocco e l'omicidio |Sentenza ribaltata, un'assoluzione - Live Sicilia

Il finto posto di blocco e l’omicidio |Sentenza ribaltata, un’assoluzione

Gli avvocati Giovanni Rizzuti e Calogero Vella

Annullata la condanna a trent'anni per l'omicidio Tocco

PALERMO – Sentenza ribaltata. Salvatore Gregoli è stato assolto. In primo grado aveva avuto trent’anni per l’omicidio di Giampiero Tocco. Il commando di killer nel 2000 simulò un posto di blocco per rapirlo e ucciderlo. Una microspia piazzata sulla macchina della vittima registrò le fasi del rapimento. Gregoli era accusato di essere stato uno dei finti agenti. L’uomo che alzò la paletta per intimare l’alt alla vittima: ” … buona sera… scenda un attimo per favore… parcheggia un po’ più avanti… la multa… è successo qualche cosa che…”.

In primo grado solo la scelta del rito alternativo e dello sconto di pena previsto gli aveva evitato l’ergastolo. I legali della difesa, gli avvocati Giovanni Rizzuti e Calogero Vella, hanno sempre smentito la ricostruzione dei collaboratori di giustizia Gaspare Pulizzi, Antonino Pipitone e Francesco Briguglio. la Corte di assise di appello presieduta da Angelo Pellino gli ha dato ragione. Tocco era in macchina con la figlia di sette anni: “…. c’è a picciridda nna machina… camu a fari cu sta picciridda”. La bambina piangeva: ” … papà, papà… non andartene… “. Il padre capì che stava andando incontro alla morte e tentò di salvare la figlia: “… non prendetevela con lei, è chiaro?… “. La figlia chiamò subito la madre: ” … mamma, mamma, la polizia ha preso papà… hanno controllato se aveva la patente, non so dove è andato, mi sono spaventata da morire… lo mandano in galera? … voglio andare via, non mi sento bene… ‘”. In macchina cominciò l’interrogatorio di Tocco: “… fustivu a Partinico stamatina?… a cu ammazzasti?”.

Gli attribuivano il delitto di Giuseppe Di Maggio, figlio di don Procopio, boss di Cinisi. “Io ti ammazzo… facemu i cosi beddi puliti”, disse uno dei componenti del commando. Tocco pensava solo alla figlia: “C’è a picciridda in macchina”. La bambina divenuta donna ha ricostruito in aula le drammatiche fasi del rapimento. In un altro processo sono ancora imputati Vincenzo e Giovanbattista Pipitone, Salvatore Cataldo e Antonino Di Maggio. In precedenza erano già stati condannati all’ergastolo Salvatore e Sandro Lo Piccolo, capimafia di San Lorenzo che ordinarono il delitto. Sarebbero stati proprio i Lo Piccolo, che riponevano in lui piena fiducia, a incaricare Gregoli nonostante appartenesse ad un’altra famiglia mafiosa, quella di Santa Maria del Gesù.


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