"Mandare a casa Musumeci | Questo ci unisce con il Pd" - Live Sicilia

“Mandare a casa Musumeci | Questo ci unisce con il Pd”

Intervista a Francesco Cappello. "Sui vitalizi siamo rimasti soli ed è finita alla Cetto Laqualunque".

L'intervista
di
4 min di lettura

Per Francesco Cappello, capogruppo all’Ars del Movimento 5 Stelle, la collaborazione all’opposizione col Pd continua. Malgrado le differenze. Come quelle emerse in occasione del voto sulla riforma dei vitalizi, che hanno visto i pentastellati contrari in perfetta solitudine.

Onorevole Cappello, come sono i vostri rapporti con gli alleati di Roma? All’Ars abbiamo visto che ultimamente l’asse col Pd non c’è stato.

“I nostri rapporti rimangono chiari, lineari e trasparenti perché si basano solo sui temi che trattiamo in Assemblea. Sul terreno dell’opposizione siamo uniti dal medesimo intento che è quello di mandare a casa Musumeci. Poi ci sono dei temi, e su quel terreno ciascuno conserva la propria identità. Il tema dei vitalizi ci ha visti divisi. E’ un terreno che ci ha visti soli e isolati da una classe politica che su questo argomento è un’unica cosa rispetto ai privilegi”.

I tagli però ci sono stati. Voi avete contestato tra l’altro un aumento delle pensioni. Ci può spiegare meglio?

“Ci sono stati grazie a noi, che abbiamo attivato un dibattito vero e autentico. Sennò ci saremmo fermati al nove per cento. Purtroppo però è andata a finire alla Cetto Laqualunque se mi permette la battuta. Perché adesso le pensioni dei deputati, non i vitalizi che non esistono più dal 2012, ma le pensioni che si calcolano con il contributivo, verranno calcolate su diaria e indennità messe assieme, e non più sulla sola indennità. E questo aumenterà proporzionalmente gli assegni di pensione che si maturano ai sessant’anni”.

Un deputato del Pd che con voi in passato ha dialogato, l’onorevole Barbagallo, vi ha contestato di avere ‘dimenticato’ di far mancare il numero legale in prima commissione consentendo di dare parere favorevole a una nomina del governo all’Ersu. Cosa risponde?

“Da quello che mi risulta, mi pare che ci siamo astenuti. Però Anthony dimentica che comunque, a prescindere dal numero legale, se scade il termine entro il quale la commissione si deve pronunciare, scatta il silenzio assenso”.

La legge di riforma della formazione professionale è passata liscia, approvata rapidamente dall’Aula. Allora è possibile legiferare in questa Ars piena di trappole.

“Noi ci siamo astenuti perché all’interno della commissione c’è stato un lavoro di tutti i componenti. Non è un disegno di legge che condividiamo al cento per cento, ma era passabile”.

Non si può adottare questo sistema per altre riforme?

“Sì, lo schema utilizzato per i disegni di legge di iniziativa parlamentare sarebbe da replicare anche con quelli del governo. Quando sui rifiuti chiediamo che il testo torni in commissione lo facciamo non per non approvare una riforma importante, ma perché crediamo che la mediazione si possa trovare in commissione. Mentre il governo cerca di imporre in modo unilaterale il proprio punto di vista”.

Senza i numeri…

“Sì, il governo fa muro col parlamento senza avere i numeri e quindi giocando d’azzardo”.

Che ne pensa della polemica del presidente della Regione sul voto segreto? Lui in Aula se l’è presa con tutti, maggioranza e opposizione.

“Per noi è strumentale, serve semplicemente per fare abboccare quelli che nella maggioranza non vogliono metterci la faccia. Per noi il voto rosso è sempre rosso. Il problema è loro”.

Dopo la non felice esperienza in Umbria, alle regionali di Emilia-Romagna e Calabria il Movimento 5 Stelle non si alleerà con il Pd. In Sicilia tra qualche mese si vota per le amministrative, che intenzioni avete qui?

“Le intenzioni non le stabiliamo noi. Noi abbiamo un sistema di democrazia diretta che si sostanzia nel voto di tutti gli iscritti sula piattaforma Rousseau. L’ultima votazione ci ha dato una regola che dice sì ad alleanze, ma con liste civiche. Quella è la volontà degli elettori del Movimento 5 Stelle”.

Quindi qualche alleanza civica potreste farla in Sicilia…

“Vedremo nel prosieguo cosa succederà”.

Qual è lo stato di salute del Movimento 5 Stelle dopo quest’anno molto complicato per voi?

“Dopo la morte di Gianroberto Casaleggio credo che questo sia il secondo momento più difficile per il Movimento 5 Stelle, che ha dovuto cambiare pelle perché da forza politica di opposizione è diventata forza di governo. Poi ha dovuto subire il tradimento di Salvini, che ha strappato il contratto di governo e preteso di andare alle urne. Ed è nato il governo con il Pd. Sicuramente stiamo cambiando”.

A proposito di questo cambiamento, Di Maio in Sicilia qualche giorno fa ha detto che forse stando troppo nel Palazzo a lavorare state perdendo il contatto con la gente. Lei come vede questo rischio?

“Il rischio c’è ma lo dobbiamo assolutamente scongiurare. Dobbiamo riprenderci quella capacità comunicativa che avevamo all’opposizione. L’8 dicembre si voterà il nuovo organigramma nazionale dei 5 Stelle e poi a gennaio si procederà con l’elezione dei facilitatori regionali. È un esperimento che dovrebbe restituirci slancio, soprattutto agli attivisti che rimangono la parte più importante del Movimento”.

 


Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI