Incontri in carcere non autorizzati| Indagata la deputata Occhionero - Live Sicilia

Incontri in carcere non autorizzati| Indagata la deputata Occhionero

Giuseppina Occhionero e Antonello Nicosia

Il reato ipotizzato è falso, lo stesso contestato ad Antonello Nicosia ma con l'aggravante mafiosa

PALERMO – L’onorevole Giuseppina Occhionero è stata iscritta nel registro degli indagati della Procura di Palermo. Il deputato di Italia Viva, partito a cui è approdata dopo avere lasciato Liberi e Uguali, è indagata per falso in concorso con Antonello Nicosia, a cui lo stesso reato viene contestato con l’aggravante mafiosa.

Ha sbagliato, ha sbagliato a fidarsi di Nicosia con cui aveva una relazione. Occhionero lo aveva ripetuto più volte davanti ai pubblici ministeri Paolo Guido, Francesca Dessì e Calogero Ferrara quando era stata convocata come persona informata sui fatti. Evidentemente non è stata convincente.

Aveva raccontato del suo rapporto personale con Nicosia, del quale sarebbe divenuta vittima inconsapevole. L’uomo che si trova in carcere con l’accusa di essere organico alla famiglia mafiosa di Sciacca avrebbe approfittato del rapporto con l’onorevole per avere libero accesso in carcere, incontrare i detenuti e discutere di faccende che nulla riguardavano le condizioni carcerarie. Sono tre gli episodi che hanno fatto scattare l’avviso di garanzia. I due hanno visitato insieme le carcere di Palermo, Agrigento e Sciacca nei primi giorni della loro conoscenza e prima ancora che Nicosia venisse contrattualizzato dall’onorevole. Eppure nei documenti firmati prima degli ingressi Nicosia si registrava come assistente parlamentare, altrimenti l’accesso gli sarebbe stato vietato.   

È per il suo impegno in difesa dei diritti dei detenuti che Occhionero lo aveva scelto. Nicosia proveniva dal mondo dei Radicali, curava delle rubriche televisive sul mondo carcerario. Tanto è bastato per accreditarsi agli occhi della donna e bypassare ogni verifica sul suo curriculum e sulla sua fedina penale. Il primo citava improbabili incarichi universitari, in Italia e all’estero, la seconda era sporcata da una condanna a dieci anni e mezzo per droga.

Sulla nomina di Nicosia Occhionero non ha fatto alcun verifica. Non si accorse che aveva una vecchia ma pesante condanna per droga. Disse che dopo avere scoperto le bugie sul curriculum si era rotto il rapporto di fiducia con Nicosia, il cui incarico è stato stoppato lo scorso maggio. In realtà, e di recente, quando il telefono di Nicosia è stato di nuovo messo sotto controllo dopo che si è accertata l’interruzione dei rapporti con il deputato, l’ex portaborse le ha inviato un sms: “Ti aspetta Santo Sacco” (uno dei mafiosi incontrati in carcere da Nicosia). Occhionero ha risposto: “?? Ma è uscito dal villaggio??”.

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