Prescrizione e Mes | Facciamo chiarezza - Live Sicilia

Prescrizione e Mes | Facciamo chiarezza

Come stanno davvero le cose.

Semaforo Russo
di
4 min di lettura

Ricerca scomposta del consenso, approssimazione, manipolazione della realtà, uso distorto dei mezzi di comunicazione. Nella migliore delle ipotesi mancanza di buon senso. Sembrano questi gli aspetti caratterizzanti per ora la maggioranza di governo giallo-rossa, con la recente aggiunta autonoma dei renziani, in costante fibrillazione senza francamente capirne il motivo – al netto dello stress quotidiano di Di Maio piuttosto ostile nei confronti del premier Conte e alle prese con problemi rilevanti all’interno del M5S diviso tra filo governativi e nostalgici del sodalizio con Salvini – e l’opposizione sovranista, anti-europeista e di estrema destra (cominciamo a chiamare le cose con il loro nome) rappresentata dal Carroccio e da Fratelli d’Italia.

Su due questioni salta fuori imperiosamente tale cupo scenario: prescrizione penale e Mes (il fondo salva-Stati). Due questioni che andrebbero affrontate tenendo a mente i principi fondamentali della nostra Costituzione (prescrizione) e gli interessi superiori del Paese dentro un contesto europeo (Mes). Le opposizioni si sono scatenate, sul Mes, con palate di argomenti distrattori per spaccare ulteriormente l’asse M5S-PD, già fragile, screditare l’Italia sul tavolo dell’Unione Europea, costruire una contrapposizione tra Germania e Italia, tra i sistemi bancari tedesco e italiano, e ingenerare nel cittadino, specialmente sui piccoli risparmiatori, timori assolutamente infondati.

Sulla prescrizione invece, istituto assai maltrattato negli anni per becere convenienze di parte, si sta assistendo a una contrapposizione tra i pentastellati, i piddini e Italia Viva di Renzi davvero surreale. Andiamo con ordine e in estrema sintesi.

PRESCRIZIONE PENALE

Immaginiamo che Tizio abbia commesso, o sia sospettato di avere commesso, nel 2018 un reato (non tra quelli imprescrivibili puniti con l’ergastolo) e che lo Stato comincerà a perseguirlo nel 2040 oppure che dopo una sentenza di primo grado giungerà a un pronunciamento definitivo nel prossimo 2035. Vi sembrerebbe ragionevole? Evidentemente no. Non soltanto perché una giustizia ritardata è una giustizia ingiusta o negata, ma per tre ragioni concepite dalla dottrina e dal legislatore. La prima, il passare del tempo cambia le persone. Nessuno è lo stesso di vent’anni prima; la seconda, il passare del tempo affievolisce progressivamente l’allarme sociale su quel determinato fatto criminoso; la terza, conseguentemente si affievolisce progressivamente la pretesa punitiva dello Stato. Ecco, sommariamente, il significato dell’istituto della prescrizione penale nel nostro ordinamento giuridico. Domanda: qual è il senso di bloccare il decorso della prescrizione dopo la sentenza di primo grado come fortemente voluto dal ministro della Giustizia, il grillino Bonafede, e da Di Maio? Un senso non c’è. E’ troppo alto il rischio, se la riforma non viene accompagnata da altri accorgimenti sulla certezza della durata dei processi, che un imputato rimanga imputato sine die. Altissimo il rischio di incostituzionalità. Altrettanto censurabile, non dimentichiamolo, è una prescrizione troppo breve che oggettivamente si traduce in impunità (la situazione attuale).

MES (Fondo salva-Stati).

Tocchiamo unicamente un paio di punti essenziali di una materia in sè complessa e causa di irrigidimenti tra Di Maio, assai critico, e il PD. Premessa: i sistemi bancari nazionali sono ormai interconnessi, a livello europeo e planetario. Ne abbiamo fatto esperienza nel 2006. Il terremoto avvenuto negli Stati Uniti sui subprime (mutui) ebbe conseguenze devastanti sull’economia mondiale innescando una recessione globale drammatica. Tentare, pertanto, di accendere una guerra di stampo sovranista in materia finanziaria ed economica al grido “niente soldi italiani alle banche tedesche” è solo una furbata salviniana subito sgamata dal grido opposto dei sovranisti ed euroscettici tedeschi dell’AfD “niente soldi tedeschi alle banche italiane”. In realtà salvare le banche tedesche o italiane, ove occorra, è interesse anche rispettivamente dell’Italia e della Germania, è interesse dell’Europa e oltre, in virtù di quella interconnessione di cui sopra. Il Meccanismo Europeo di Stabilità (MES) serve ad aiutare gli Stati dell’Unione Europea nell’eventualità di crisi finanziarie. C’era anche prima, adesso sono stati apportati dei correttivi, su cui si è siglato un primo accordo politico, da approvare nei primi mesi del 2020 (sostanzialmente Roma ha ottenuto un provvidenziale rinvio di uno-due mesi) dopo i prescritti passaggi istituzionali (governi e parlamenti). Qualcuno teme, Di Maio tra costoro, che il Mes possa decidere di dare il proprio aiuto a uno Stato in difficoltà soltanto in cambio della ristrutturazione del suo debito sovrano ritenuto insostenibile (rinegoziazione dei tassi, delle scadenze, ecc.) attraverso procedure semplificate (il vero punctum crucis della vicenda) con possibili gravi ricadute sugli interessi e sull’affidabilità dei titoli e dello Stato emittente. In realtà non è così. Il nostro debito per quanto elevato è perfettamente sostenibile (accantonata la fase irresponsabile in cui Salvini al governo avrebbe voluto dilatare la spesa corrente aumentando a dismisura il debito pubblico con la crescita del Pil pari a 0 e investimenti strutturali ridottissimi) tant’è vero che è stato scongiurato, finora, il temuto declassamento del nostro debito da parte delle agenzie di rating ed è stata evitata la paventata procedura d’infrazione, e comunque l’Italia potrà sempre opporre il suo veto dinanzi a una siffatta richiesta. In ogni caso, il ministro dell’Economia Gualtieri sta lavorando a Bruxelles per ridurre gli elementi di attrito con il M5S e rendere tecnicamente ancora più complicata la sussistenza della pre-condizione della ristrutturazione del debito per ottenere eventuale sostegno dal Mes. Seguiremo l’evolversi della situazione pure per testare la tenuta del governo Conte 2.


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