"Dallo Stato pochi soldi all'Isola" | Bilancio, le responsabilità di Roma - Live Sicilia

“Dallo Stato pochi soldi all’Isola” | Bilancio, le responsabilità di Roma

La Corte dei conti: le risorse statali sono insufficienti a coprire tutte le competenze assegnate dallo Statuto

PALERMO – Le entrate a disposizione della Sicilia “non appaiono per nulla sufficienti”. Una parte della relazione della Corte dei conti sul Rendiconto della Regione per il 2018 descrive anche il quadro delle risorse a disposizione del governo regionale per l’amministrazione dell’Isola: il quadro è desolante e chiama in ballo anche le responsabilità dello Stato. “Non pare – scrivono i giudici – che i decimi individuati per il calcolo dell’imposta spettante alla Regione, siano sufficienti ad assicurare, come previsto dallo Statuto siciliano, un livello di entrate idoneo”:

La entrate totali in un anno, infatti, sono pari a 20,3 miliardi. Di questi, 7,3 sono destinati alla Sanità e circa due servono per assicurare i Livelli essenziali di assistenza (Lea) del settore. Per tutte le altre funzioni rimangono così “appena 10 miliardi”. Ma, questo è il commento dei magistrati della Corte dei conti, quelle risorse “non appaiono per nulla sufficienti a fornire copertura finanziaria al complesso quadro di oneri di spesa rigidi nè – aggiungono i togati – consentono manovre di politica fiscale o economica finalizzate al rilancio di settori di attività produttive”. Insomma, in Sicilia, i soldi non bastano per fare fronte a tutte le materie di cui la Regione è competente e così al governo e all’Ars rimangono pochi spazi di manovra per qualsiasi intervento politico.

Anche la Corte dei conti rispolvera così un argomento sempre verde nel dibattito siciliano, a cui l’attuale esecutivo ha messo mano: “La completa attuazione dello Statuto siciliano”. Le riflessioni sulle entrate d’altronde sono il risultato di una più lunga relazione sui rapporti fra lo Stato e la Regione. Positivo è il commento sull’accordo che il governo Musumeci ha stipulato con l’esecutivo Conte lo scorso anno. I magistrati contabili ricordano, infatti, come nel 2019 la quota di contributo della Sicilia alla finanza pubblica sia stata ridotta “anche se non di molto” a poco più di un miliardo. Nel 2018, però, il prelievo forzoso sulle finanze regionali era pari a 1.305 milioni, con un incremento di circa quattro milioni rispetto al 2017.

Per la magistratura contabile l’attuale ripartizione delle risorse fra Roma e Palermo è inadeguata. Il sistema di attribuzione delle entrate, regolato dall’accordo del 2016, non ha portato risorse aggiuntive alla Regione in quanto “ha provveduto semplicemente a riequilibrare l’attribuzione del gettito di una parte delle entrate (Irpef e Iva) che nel corso degli anni era stato eroso dall’introduzione” varie leggi.

Ma, sul fronte delle entrate, per la Corte dei conti ci sono campi in cui la Regione può fare di più. Anzitutto occorre incrementare la spesa delle risorse per investimenti “puntando – si legge nella relazione – su una riorganizzazione degli uffici e dei sistemi di gestione della spesa comunitaria, in cronico ritardo rispetto alla programmazione, con conseguente mancato introito in termini di entrate di fondi extraregionali”. Poi ci sono gli interventi che possono fare crescere le entrate nei “settori strategici”: i beni culturali, il turismo, il territorio, e le entrate dalle concessioni energetiche e ambientali.


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