Dall'addio a Tusa al caos bilancio | Il drammatico 2019 della politica - Live Sicilia

Dall’addio a Tusa al caos bilancio | Il drammatico 2019 della politica

La morte assurda dell'assessore a marzo. Poi i problemi sui conti esplosi a dicembre. In mezzo, poche riforme e le Europee col boom della Lega.

I FATTI DELL'ANNO
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C’è un evento, nel 2019, che certamente mette in secondo piano tutto ciò che è accaduto nel mondo della politica siciliana. La morte di Sebastiano Tusa, tragicamente scomparso in un incidente aereo in Etiopia nel mese di marzo, ha commosso la Sicilia intera, sbigottita anche per le modalità e per il prestigio dell’uomo che in quei giorni guidava l’assessorato regionale ai Beni culturali. Da lì, ha preso il via il più lungo “interim” che si ricordi: Nello Musumeci ha preso le redini di quell’assessorato e ancora lo regge, ora che il 2019 è agli sgoccioli.

Nel frattempo, un altro avvicendamento in giunta si è reso necessario: le dimissioni di Sandro Pappalardo (chiamato in un ente nazionale) ha aperto le porte dell’assessorato al Turismo a un altro uomo di Fratelli d’Italia: Manlio Messina.

Poche riforme e caos conti

Di certo, però, il 2019 non sarà ricordato per le riforme del governo. Poche, pochissime e di portata assai relativa. La riforma-chiave, quella sui rifiuti, è addirittura stata bocciata al primo articolo, aprendo il varco alla polemica sulla necessità di mantenere il “voto segreto”. E del resto, il governo Musumeci in quest’anno solare ha dovuto occuparsi di una questione assai delicata, dalla quale discende tutto il resto. Il recente giudizio di parifica della Corte dei conti ha fatto emergere la gravità delle condizioni in cui versa il bilancio regionale. E l’ok del governo nazionale alla spalmatura del mega-disavanzo è una consolazione che sposta solo più in là nel tempo problemi in gran parte ereditati da un passato di sprechi e clientele.

Ars: taglio ai vitalizi e nuovi gruppi

D’altra parte, qualche avvisaglia era già emersa tra la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno, quando uno dei tanti collegati alla Finanziaria, spuntati a Sala d’Ercole nel corso dell’anno, era stato stoppato prima della discussione. Il motivo? Non c’era la certezza di potere garantire la copertura finanziaria. Insomma, mancavano i soldi. Così finiva la telenovela dei collegati e dei collegati ai collegati che ha puntellato l’anno solare, come se si trattasse di una eterna, sempre aperta sessione di bilancio. L’Ars, nel frattempo, approvava qualche leggina poco più che simbolica, e qualche riforma dai nomi altisonanti, ma dal contenuto non esattamente epocale: da quella sul “diritto allo studio” a quella sulla Formazione professionale. Verso la fine dell’anno è arrivato anche il tanto discusso taglio ai vitalizi. Alla fine un taglio “light” rispetto a quello richiesto ad esempio dal Movimento cinque stelle A proposito di Ars, qualcosa è cambiato. E non solo nelle casacche mutate di tanti deputati regionali. Sono nati infatti anche due gruppi parlamentari: il più recente è quello renziano di Italia Viva, l’altro è quello di “Ora Sicilia”. Quest’ultima è una creatura para-leghista che però finora non sembra avere inciso particolarmente nella vita di Sala d’Ercole.

Il Pd esplode, nuovo governo a Roma

Gruppi che sono anche lo specchio delle novità che riguardano i partiti nazionali. La nascita del nuovo partito di Renzi, ad esempio, è arrivata pochi mesi dopo l’esplosione (l’ennesima) del Pd siciliano. Una guerra, quella dei Dem isolani, culminata col commissariamento dell’ex segretario regionale Davide Faraone. Al suo posto è arrivato il brindisino Alberto Losacco. Una “cacciata” che, stando al senatore palermitano, era dovuta alla volontà dei renziani di bloccare la possibile alleanza tra Pd e Movimento cinque stelle a Roma. Una alleanza successivamente voluta e benedetta… dagli stessi renziani. Tutto in poche settimane. Magie della politica e della memoria corta. E necessarie a giustificare la nascita del governo “giallorosso”, dove approdano anche due nuovi ministri siciliani: Giuseppe Provenzano e Nunzia Catalfo si aggiungono al riconfermato Alfonso Bonafede.

Europee: il boom della Lega 

Se l’estate del Pd in Sicilia quindi, era stata rovente, la primavera era apparsa tiepida. In occasione delle elezioni europee, infatti, i Dem hanno ottenuto un discreto risultato, evitando un crollo che qualcuno paventava, ma senza poter parlare di successo. In Sicilia, exploit di Pietro Bartolo. Un successo che ha svelato le due facce dell’Isola. Quella dell’accoglienza e quella dei porti chiusi. È stato straordinario infatti anche il risultato della Lega, che ha sfondato il tetto del venti per cento. Qui, nella Sicilia dei “terroni”.

Calenda e Sardine: appuntamento al 2020

Qui, dove alla fine dell’anno hanno fatto capolino anche due “novità” della politica che si aggiungono alla nascita di Italia Viva. Da un lato, è stato “battezzato” nell’Isola il movimento “Azione” guidato da Carlo Calenda; dall’altro, le “sardine” sono scese anche sulle strade siciliane. Due movimenti da tenere d’occhio, nell’anno che verrà. Quello in cui si attendono, finalmente, anche le prime vere riforme del governo Musumeci.


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