Quante tragedie sulle strade | Ma i responsabili siamo noi - Live Sicilia

Quante tragedie sulle strade | Ma i responsabili siamo noi

Siamo tutti potenziali suicidi. Tutti potenziali omicidi.

Ho la morte nel cuore. Troppi incidenti, troppe tragedie, alcune sfiorate, altre consumate. Troppe strade che si trasformano in altari della morte, dove al nero scolorito della pece si mescola quel rosso intenso, inconfondibile segno di disgrazia e di morte.

E non c’entrano le leggi, non c’entrano le strade, non c’entrano gli altri. No. C’entriamo noi, tutti potenziali suicidi, tutti consapevolmente inconsapevoli di camminare su un selciato tratteggiato da croci, mascherate d’anonime linee bianche.

Potenziali suicidi, potenziali omicidi. In una parola, responsabili.

È vero, la sorte gioca sempre un ruolo fondamentale. È vero, talvolta l’incidente è realmente incidentale. È vero, non sempre siamo colpevoli di ciò che ci accade. E sì, la legislazione, nel regolamentare i diversi aspetti del problema, ha fatto progressi ma tanto ancora c’è da fare.

Però …

Le cose quando devono succedere succedono: noi diciamo sempre così e, mentre lo diciamo, alziamo gli occhi al cielo pregando che non ci capiti e amen; giusto il tempo di voltarci dall’altra parte e di tornare alle nostre frenesie, che già non ci pensiamo più.

E torniamo ad essere i potenziali suicidi di prima. Responsabili.

Alzi la mano chi, almeno una volta nella vita, non abbia usato il cellulare mentre guidava; e con tutta la svariata gamma di accezioni e fattispecie che si condensano nel termine “usare” (c’è chi whatsappa, chi litiga col marito, chi tuba con l’amante, chi conclude un affare, chi guarda un video, chi sceglie un brano dalla sua playlist, eccetera eccetera). Alzi la mano chi, almeno una volta nella vita, non abbia guidato senza cintura di sicurezza (ma forse da queste parti sarebbe il caso di dire: alzi la mano chi guida con la cintura). Alzi la mano chi, almeno una volta nella vita, non abbia consentito al piccolo passeggero di stare davanti e in braccio. Alzi la mano chi, almeno una volta nella vita, non abbia infranto una qualche basilare regola della strada, dal limite di velocità alla precedenza e via discorrendo. E alzi la mano chi non passa la maggior parte del tempo in macchina a pensare ai fatti suoi, invece che concentrarsi sulla guida.

E quanti ragazzi si mettono al volante dopo aver bevuto o fatto di peggio? Quanti? Quante vite spezzate! Quanti suicidi, quanti omicidi!

E le due ruote? Alzi la mano chi, almeno una volta nella vita, non sia andato in moto senza casco o, per evitare la multa, col casco leggermente appoggiato sulle spalle e legato al collo. Alzi la mano chi, almeno una volta nella vita, per far presto non si sia incuneato tra file di automobili con manovre ardite. Alzi la mano chi non ha mai visto qualcuno scarrozzarsi un bambino in moto, in sella, dietro, avvinghiato mani e braccia al papà o, peggio ancora, messo davanti, in piedi sulla pedana (o come diavolo si chiama). E alzi la mano chi non ha mai visto, almeno una volta nella sua vita, un centauro armeggiare col telefonino, incastrato tra la guancia e il casco e tenuto con la spalla su cui si poggia una testa che si contorce a mestiere.

Alzi la mano chi, almeno una volta nella vita, non abbia rischiato la sua, di vita, perché immerso, con un’assuefazione tale da diventare inconsapevolezza, in pratiche stradali pericolose e contrarie ad ogni codice, specie a quello del buon senso.

E allora, senza voler peccare d’insensibilità verso chi resta vittima della strada, anziché spendere le solite parole di rabbia, dispiacere o circostanza, chiediamoci quanto questi accadimenti dipendano dagli altri o da altro e quanto invece dipendano da noi stessi. Perché se ci facciamo la domanda e ci diamo una risposta, avremo, forse, qualche potenziale suicida- omicida in meno.

Più educazione stradale, più sensibilizzazione, più controlli e più deterrenti.

Perché, chi più chi meno, siamo tutti inconsapevoli, potenziali suicidi che forse stasera non torneranno a casa … e non c’è bisogno che vi tocchiate, basta seguire le regole e il buon senso; la scaramanzia non ci salva, il buon senso e le regole sì.


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