Scontro fra Iacp e Comune| Ok al Capodanno però... - Live Sicilia

Scontro fra Iacp e Comune| Ok al Capodanno però…

Dall'Istituto dicono: "Siamo stati generosi con il Comune, ma il Comune non lo è stato con noi"

PALERMO - LA POLEMICA
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PALERMO – Ormai è scontro fra Iacp e Comune di Palermo. L’Istituto autonomo case popolari si dice pronto a concedere l’area di sua proprietà al Cep per allestire il concerto di Capodanno, ma presenta il conto all’amministrazione comunale. Tutto nasce dalla contesa sul terreno su cui sarà allestito il palco davanti al giardino intitolato a Peppino Impastato. Il Comune era certo che facesse parte del suo patrimonio. Di avviso opposto, planimetrie alla mano, l’Istituto. In attesa che il dubbio venga risolto il capo “Area delle culture” Domenico Verona, con una lettera di oggi, ha chiesto all’Iacp di potere usare il terreno a titolo gratuito.

Ed è arrivato il via libera, ma con una piccata risposta del direttore generale dell’Istituto Vincenzo Pupillo e del commissario straordinario Ferruccio Ferruggia. Il Comune utilizzi pure l’area, ma pagando una cifra simbolica e soprattutto sommandola ai canoni che non ha mai pagato allo Iacp per l’utilizzo in convenzione di una serie di immobili. Ed ecco l’elenco: Scuola Santa Rosalia, Centro sociale in via Castellana, immobile in via Boito, Centro sociale in piazza Santa Cristina, Centro comunitario in via Padre Spoto, asilo nido in via dell’Allodola. Sono tutte strutture oggi occupate da famiglie abusive di senza casa (segnalate alla prefettura da anni), che un tempo erano in uso al Comune che li aveva inseriti nell’elenco del patrimonio da acquisire.

Ero stato pure stabilito il valore con un parere di congruità, ma poi il Comune ci ha ripensato. Di fatto lo Iacp non può usufruire di un patrimonio che supera i sei milioni di euro. I vertici dello Iacp fanno notare la loro “generosa disponibilità non è stata recentemente ricambiata dal Comune per avere consentito la notifica di un atto di precetto per il pagamento di oltre 15 milioni da Amap”. Sono i soldi per i consumi idrici che migliaia di residenti nelle case popolari non hanno pagato negli anni. Lo Iacp ha avviato un procedimento per richiedere a tappeto i canoni finora non corrisposti per poi girarli all’Amap ed evitare che il precetto porti alla chiusura di un ente a cui di fatto è stato assegnato l’onere di un servizio pubblico che riguarda una platea di 70 mila persone che occupano 15 mila immobili. Il precetto viene contestato duramente: di fatto, dicono dall’Istituto, si ritrovano a pagare il conto delle bollette per case di cui lo Iacp non è proprietario (lo è la Regione), abitate da persone indicate dal Comune e alle quali Amap, per decisione della prefettura, non ha staccato la fornitura nonostante la cronica morosità.


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