L'esplosione, poi l'urlo | "Sono morti i miei amici" - Live Sicilia

L’esplosione, poi l’urlo | “Sono morti i miei amici”

Foto d'archivio

I momenti di dolore dell'unico sopravvissuto a un impatto costato la vita a un 23enne di San Cataldo e un 68enne genovese

L'INCIDENTE
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GENOVA – “Sono morti i miei amici, sono morti i miei amici”. La notte fra sabato e domenica Giuseppe Lunetta, 20 anni, non ha fatto altro che ripeterlo ai carabinieri. Poco prima era riuscito a fuggire dalla gabbia di fuoco in cui si è trasformata l’Alfa Romeo di Guido Grassi, imprenditore genovese di 68 anni, che si era offerto di accompagnare a casa lui e l’amico Bruno Lauria, 23enne cameriere originario di San Cataldo (in provincia di Caltanissetta). Grassi e Lauria sono morti carbonizzati dentro l’auto, dopo un tragico impatto su cui stanno indagando gli agenti del reparto anti-infortunistica della polizia municipale.

La prima ricostruzione dell’incidente arriva proprio dagli agenti della municipaleGrassi aveva passato la serata in un locale del levante genovese, ‘Il Sette’, di cui era cliente abituale; dopo aver proposto a Lunetta e Lauria un passaggio a casa, a San Fruttuoso, i tre salgono in auto: Bruno si siede accanto a Guido e Giuseppe dietro, da solo. Una volta in corso Europa, non molto oltre l’incrocio con via Timavo, Grassi perde il controllo e finisce contro uno spartitraffico, che si trasforma in una rampa: “In quei momenti non mi sono accorto di nulla, mi sembrava solo di volare”, racconta Lunetta.

L’Alfa rossa di Grassi si ribalta, poi esplode. I primi soccorritori spontanei hanno raccontato a La Repubblica di aver trovato Lunetta già fuori dall’auto ormai avvolta dalle fiamme, fuori di sé, e Lauria che urlava all’interno. Poco dopo il 23enne sarebbe morto inghiottito dal fuoco. Il dolore di Giuseppe è doppio, perché l’amico Bruno era anche il fidanzato di sua sorella: a lei è andato il suo pensiero mentre veniva trasportato al pronto soccorso dell’ospedale San Martino, con ancora quelle terribili immagini negli occhi.


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