Caf, medici e falsi invalidi| Truffa all'Inps, tutti i nomi - Live Sicilia

Caf, medici e falsi invalidi| Truffa all’Inps, tutti i nomi

L'inchiesta della Procura svela le complicità del tuttofare in nero di un patronato

PALERMO – È stato un uomo che ha denunciato la moglie a fare saltare il banco. La donna percepiva una pensione di invalidità. Risultata cieca ed invece ci vedeva benissimo.

La pratica era stata seguita da Antonino Randazzo, originario di Terrasini, che collaborava in nero con una serie di patronati della provincia di Palermo. Il suo braccio destro era Filippo Accardo. Il primo è finito in carcere, il secondo ai domiciliari.

L’inchiesta dei finanzieri del Nucleo di polizia economica-finanziaria si è presto allargata. Sotto inchiesta della Procura di Palermo sono finiti medici, pazienti e dipendenti pubblici. Avrebbero partecipato con ruoli diversi alle truffe ai danni dell’Inps.  

I falsi invalidi sotto accusa per avere percepito pensione che gli non gli sarebbero spettati Grazia Nolfo, Fara Bartolotta, Pietro Costanzo, Angela Saitta, Maria Cucchiara, Giuseppa Lo Sardo, Rosa Leone.

Erano tutti in possesso di certificati considerati falsi e rilasciati dai medici, alcuni di famiglia e altri specialisti, Gaetano Maria Pitarresi, Salvatore Villa, Alessandro Sciabbica, Loredana Sutera, Carmelo Spina, Francesco Arnone, Antonino Galdino, Michele Lumetta, Pasquale Rodolico. Corrado Cugno Garrano. All’organizzazione della truffa avrebbero partecipato anche Elena Maniaci, Giuseppe Sapienza e Andrea Prussiano. Per un altro medico, Giuseppe Lo Baido, il Gip Piergiorgio Morosini non ha accolto la richiesta di arresto non condividendo l’impostazione della Procura.

Randazzo veniva contattato con il passaparola da parenti, amici e conoscenti. Si era sparsa la voce sulle sue capacità di sistemare le pratiche. “Ormai ti conoscono tutti in paese… questo è quello che fa prendere…”, si diceva di lui.

Era Randazzo ad attivare, una volta individuato il cliente, la rete di medici compiacenti: “Io posso avere sette o otto medici di fiducia… quando tu vuoi soldi, basta farmi uno squillo… poi quando sarà per la prossima visita, beh, prendiamo magari 500 euro in modo tale che io compensi le visite, va bene?”.

Una volta predisposti i certificati medici venivano inviati all’Ipns, tramite i patronati di Filippo Accardo ed Elisabetta Cusumano. Quindi i pazienti facevano sapere all’istituto di previdenza che non erano in grado di spostarsi e dunque la visita della commissione dell’Asp andava fatta a domicilio. Così Randazzo istruiva i parenti del paziente Giuseppe Emmolo: “Allora ascoltami, non ci fa niente, deve arrivare un medico per la visita, tranquilla è cosa nostra come dicevano gli antichi”. Si vantava di avere le mani “insirragghiati da tutte le parti”.

Solo per fare un esempio. Per la pensione di Nolfo, 1.200 euro al mese perché cieca, Randazzo avrebbe incassato 12 mila euro.

 


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