"Musumeci nullo, Orlando confuso | Basta risse, nasce il nuovo Pd" - Live Sicilia

“Musumeci nullo, Orlando confuso | Basta risse, nasce il nuovo Pd”

Parla Antonello Cracolici. "Ecco come sarà il partito del futuro. Alleanza con i 5 Stelle? Se...".

Antonello Cracolici, siccome non c’è bisogno di presentazioni, passiamo subito alla domanda. Come dovrà essere, secondo lei, il nuovo Pd?

“Non c’è che una risposta: nuovo, aperto a settori che fin qui hanno guardato alla politica con diffidenza, o da una posizione agnostica”.

 Tiriamo a indovinare. Le sardine.

“Anche loro. Persone che si rendono conto che, senza una buona politica, andiamo verso la catastrofe. Tutti, pure quelli che ci hanno fatto le pulci, non senza ragioni, devono convenirne: il Pd è un baluardo, quando è debole, aumenta il pericolo di una subcultura illiberale”.

Lei come la cucinerebbe la pietanza della leadership: primarie aperte, la palla agli iscritti?

“Un dibattito assurdo. Sappiamo che il Partito Democratico è nato con le primarie che hanno valorizzato la partecipazione. Poi, però, è subentrato un correntismo esasperato intorno a questo o a quello. Ora mi pare che andiamo verso un partito i cui organismi saranno definiti dagli iscritti e io lo trovo un compromesso ragionevole e politicamente corretto. E’ necessario mediare tra le emozioni e le caratteristiche dei tempi”.

Adesso si parla di un partito ‘contendibile’…

“Una battuta ad effetto di quelle che a noi politici piacciono tanto, nell’era della comunicazione-spettacolo. Un partito deve essere soprattutto utile. Le vecchie appartenenze sono saltate in aria, tutto è cambiato. Fino a pochi mesi fa i Cinque stelle in Sicilia erano in cima alla fila, ora, dopo il loro crollo, si sta insinuando la Lega. Ecco, un partito è un punto di riferimento, con la sua cultura con la sua visione, con la sua organizzazione”.

Si sussurra che, in vista del prossimo congresso regionale, stiate già affilando le armi tra fazioni nemiche.

“Non è così e sono arrabbiato per una descrizione ingenerosa che arriva dall’esterno. Noi stiamo per ri-fondare il Pd e non possiamo rappresentare una cosa tanto importante come una lotta intestina. Io, per la mia storia, non ho il problema di chi deve rappresentarmi, ho, sicuramente, il problema della creazione di un gruppo dirigente inclusivo che si allontani dal facile quadretto della rissa permanente. E vorrei un segretario regionale in grado di rappresentare tutti, che sia un pezzo del gruppo dirigente nazionale, non uno che isoli il Pd siciliano”.

Lei si candida?

“No”.

Perché?

“Ho diretto per anni il partito, ho fatto per otto anni il capogruppo, ci sono altre energie e che compiano loro questa esperienza. Mi auguro che sappiano offrire una visione di modernità e di progresso alla Sicilia”.

Il tesseramento è in calo. A Palermo i democratici arrancano.

“Non c’è dubbio che la scelta dell’iscrizione online sia un modello diverso che può avere creato qualche difficoltà tecnica. Ci sono dirigenti che non risultano ancora iscritti, per dire… A Palermo abbiamo sofferto tanto, la scissione, una degenerazione quasi fisica dello scontro politico, le divisioni per la lista delle politiche. Sono danni importanti. Chi sarà chiamato a metterci mano dovrà ricostruire”.

Come vede la prospettiva di un’alleanza con i grillini?

“Considero ineluttabile che, all’interno del Movimento, ci sarà un travaglio che farà emergere le anime contrapposte e che lì ci siano tante persone più vicine a me che a Salvini. Dobbiamo aiutarle, rispettando la loro autonomia, per favorire un percorso comune”.

Come valuta il governo Musumeci?

“Il presidente Musumeci era partito con grandi speranze, con la sua fama di uomo perbene, capace di amministrare. Dopo due anni l’unica notizia che abbiamo è il nulla. E’ un governatore autoreferenziale, che fa del vittimismo, che narra una Sicilia sotterrata dalle macerie del passato, senza indicare una soluzione. Il peggior presidente da quando c’è l’elezione diretta”.

E Orlando a Palermo?

“Lui è un pezzo della storia della città, nessuno può sottrargli il merito”.

Detto questo?

“Detto questo, mi pare in grande difficoltà e confuso. L’attuale esperienza rischia di esaurirsi nell’attesa del dopo-Orlando, con conseguenze catastrofiche, perché è un film già visto. C’è un cortocircuito tra il volere e il potere, manca il governo delle piccole cose. Il sindaco che ha cambiato Palermo rischia di essere travolto dall’incapacità del presente”.

Onorevole Cracolici, il suo errore più grande?

“Ne ho commessi tanti”.

Uno in particolare.

“Ne ho commessi tanti, ripeto, ma ho cercato di servire l’interesse generale e qualche volta ci ho pure azzeccato. Sono un uomo di partito, l’esponente di un collettivo. Sono rimasto coerente con me stesso. Mi rendo conto che in una stagione di voltagabbana, potrei sembrare demodè”.

E invece?

“Io ne sono fiero”.


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