II rimpasto adesso è più vicino | E non sarà una passeggiata - Live Sicilia

II rimpasto adesso è più vicino | E non sarà una passeggiata

I numeri tra alleati non tornano. E il Carroccio potrebbe non accontentarsi di un assessorato

I piani sono cambiati. Nello Musumeci nel periodo natalizio aveva maturato un’idea di cronoprogramma che prevedeva il rimpasto in estate, in corrispondenza del giro di boa della legislatura. Ai due anni e mezzo, nel mese di giugno, tra l’altro, scatterà anche la consueta rotazione delle presidenze di commissione dell’Ars, altre poltrone per equilibrare il risiko tra gli alleati. Ma la nascita del gruppo della Lega a Palazzo dei Normanni e le oggettive e continue difficoltà di navigazione del centrodestra in Aula suggeriscono ora di rivedere i tempi. Accorciandoli. E così, il rimpasto di governo si avvicina, se non sarà a marzo, maturerà ad aprile, non più tardi. Di certo, ci vorrà un po’ di tempo perché la pratica non sarà così agevole e automatica come la si dipinge. E perché quando si aprono vertici di maggioranza, per lo più sulle poltrone, non si sa mai dove si va a finire.

Che la Lega entrerà in giunta è ormai un dato assodato. Che l’assessorato all’Agricoltura sia destinato al Carroccio pure. La poltrona di Edy Bandiera, poco difesa da Forza Italia, traballa peraltro da un pezzo. Ma che la pratica si esaurisca qui è tutt’altro che detto. Perché il Carroccio, con i suoi quattro deputati, quando si siederà al tavolo della trattativa, guarderà inevitabilmente agli altri. A quanto pesano a Sala d’Ercole e in giunta. E lì i conti non torneranno. Il gruppo di Popolari-Autonomisti-Idea Sicilia, ad esempio, conta cinque deputati (solo uno in più dei leghisti) e ha tre assessori regionali (Cordaro, Lagalla, Scavone), più il vicepresidente dell’Assemblea. L’Udc ha cinque deputati e due assessori, Turano e Pierobon. E poiché dalle parti della Lega si sa fare di conto, questi numeri sono già ben chiari ai vertici del Carroccio e dovranno essere discussi al tavolo con Musumeci. Che tra Diventerà Bellissima e il gruppo satellite (o anticamera?) Ora Sicilia, conta direttamente su nove deputati. E che al momento può disporre solo di una casella libera, quella dei Beni Culturali di cui il governatore detiene l’interim dalla tragica scomparsa di Sebastiano Tusa.

Ci sarà da lavorare di Cencelli e le poltrone delle commissioni dell’Ars in estate serviranno eccome per rispettare i nuovi equilibri del Palazzo. Certo, affrontare il tema nel pieno della discussione della finanziaria potrebbe essere un azzardo, foriero di vendette, agguati e dispettucci in Aula, ma tant’è.

La Lega non ha ancora scelto il nome da portare in giunta. Se si pescherà nel gruppo, ci sono pochi dubbi, il designato sarà Orazio Ragusa. Se invece si opterà per un esterno, il gruppo avrà comunque il suo peso nella scelta e difficilmente arriveranno nomi imposti dall’alto. E a proposito del gruppo la campagna acquisti del Carroccio al momento si è arrestata. Si guardava con interesse ai travagli interni dei grillini siciliani ma da quelle parti le cose si sono complicate. “Hanno grandi riserve”, ammette un dirigente di centrodestra a proposito dei pentastellati insofferenti. Perché da quelle parti si teme molto l’effetto “lettera scarlatta” a cui andrebbero incontro eventuali scissionisti che passassero in forza alla destra. La memoria del trattamento riservato nella scorsa legislatura ad Antonio Venturino è ancora viva e i grillini dell’Ars, anche i più “musumeciani” (un paio sono chiamati ormai così), ci penseranno a lungo prima di diventare bersaglio sui social del dagli al traditore.

 


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