“Sono rimasta stupefatta dalla lettura del testo che l’Assemblea Regionale Siciliana ha approvato ieri in materia ambientale. Una legge presentata ‘contro l’inquinamento’ ma che appare tecnicamente sbagliata, inapplicabile e chiaramente incostituzionale. Un saga in cui demagogia si somma a mancanza di conoscenza del quadro normativo generale e ad una cultura anti-industriale che è devastante per la nostra Regione”. Così la parlamentare di Forza Italia Stefania Prestigiacomo. “Noi abbiamo bisogno di lavoro, di industrie pulite, di green economy non di slogan e vaffà. E mi rincresce e sorprende che questo testo anti-produzione, anti-lavoro e anti-sviluppo porti la firma anche del mio partito, Forza Italia. Il testo è una sequela di approssimazioni prive di fondamento, bandiere da agitare. Non è possibile infatti dimostrare che il superamento dei limiti di emissione di un singolo impianto (regolati dall’Aia e dal decreto legislativo 152) determinino il superamento dei limiti fissati dal 155/2010 per un territorio. Inserire postazioni di controllo x verificare emissioni di parametri non normati e pubblicarli genera solo confusione nella informazione ambientale. Non è comunicazione ambientale, è allarmismo tanto al chilo -prosegue l’ex ministro -. Non si possono introdurre per gli impianti Aia nuove sanzioni non previste dal 152 e non si possono inserire norme che riguardino impianti Aia se non a livello statale”.
“Le leggi sulla qualità dell’aria ci sono tutte, basta applicarle e farle rispettare dagli organi preposti ai quali è demandato il controllo, ovvero il sistema nazionale di protezione ambientale costituito da tutte le agenzie regionali e che fa capo ad Ispra (istituto nato con il governo Berlusconi). Prevedere poi la ‘facoltà’ per i comuni di aderire a queste previsioni e un conseguente sistema sanzionatorio sa di far west, in cui alcuni comuni saranno più rigidi e altri più “laschi” in un tema serissimo come la tutela ambientale.Inutile fare battaglie su plastic tax e sugar tax, questo è molto peggio: si cancella l’economia siciliana a colpi di incomprensibile demagogia”, conclude Prestigiacomo.