Svolta nel delitto Agostino| Un amico e 2 boss verso il processo - Live Sicilia

Svolta nel delitto Agostino| Un amico e 2 boss verso il processo

L'agente e la moglie furono assassinati davanti alla loro casa a Viallagrazia di Carini nel 1989.

PALERMO – Svolta nell’inchiesta sull’uccisione dell’agente Nino Agostino e della moglie Ida. Il procuratore generale Roberto Scarpinato ha inviato un avviso di chiusura indagine, che prelude a una richiesta di rinvio a giudizio per i boss Nino Madonia e Gaetano Scotto e per Francesco Paolo Rizzuto, amico della vittima, quest’ultimo indagato per favoreggiamento. Lo scrive il sito locale di Repubblica. Agostino e la moglie furono assassinati davanti alla loro casa di villeggiatura a Viallagrazia di Carini la sera del 5 agosto 1989. In questi 31 anni l’inchiesta si è dovuta confrontare con molte ombre e con tentativi di depistaggio contro i quali si è battuto il padre di Nino, Vincenzo Agostino. L’avviso di chiusura indagini, per il sindaco Leoluca Orlando è “una fioca luce in fondo a un lungo e triste tunnel lungo 31 anni”.

Per Madonia e Scotto la Procura di Palermo aveva già chiesto l’archiviazione. L’inchiesta era stata poi avocata dalla Procura generale e affidata ai sostituti procuratori generali Nico Gozzo e Umberto De Giglio. La loro richiesta di arresto per i due boss non è stata accolta dal gip che non ha ritenuto sufficientemente provate le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia. Contro il rigetto la Procura generale non ha presentato ricorso ma ha deciso di chiudere l’indagine. Francesco Paolo Rizzuto avrebbe, secondo i pg, assistito all’agguato e conoscerebbe quindi elementi per risalire agli esecutori. L’uomo non avrebbe raccontato tutto e per questo viene indagato per favoreggiamento aggravato. (ANSA)

“Una fioca luce in fondo ad un lungo e triste tunnel lungo 31 anni; un tunnel fatto di silenzi anche istituzionali, stranezze e quelli che sembrano depistaggi studiati ad arte per coprire qualcuno – scrive il sindaco Leoluca Orlando -. Come sempre, un affettuoso pensiero non può che andare a Benedetta, la mamma che per tanti anni ha continuato a chiedere, con il suo composto dolore, che fosse fatta giustizia. Che questo diritto sia almeno garantito a Vincenzo che ci ricorda la necessità di non dimenticare e continuare a batterci per la verità.”


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