Emergenza siccità, invasi semivuoti| Coldiretti: "Annata pesantissima" - Live Sicilia

Emergenza siccità, invasi semivuoti| Coldiretti: “Annata pesantissima”

La diga Rosamarina, a Caccamo (Foto d'archivio)

Il clima anomalo si abbatte sulle dighe del Palermitano. Dall'Amap: "Per le case niente turni estivi"

PALERMO – Le dighe siciliane e palermitane cominciano a pagare il prezzo di uno degli inverni più secchi nella storia siciliana. I numeri dell’Autorità di bacino regionale fotografano una situazione da non sottovalutare: a febbraio 2019 le dighe censite e gestite dalla Regione Siciliana contenevano 612 milioni di metri cubi d’acqua, quest’anno 539. E il quadro non migliora nella provincia di Palermo: i dati in possesso dell’Amap, partecipata del Comune che si occupa del servizio idrico, dicono che attualmente la diga Rosamarina di Caccamo contiene quasi 55 milioni di metri cubi d’acqua quando potrebbe arrivare a circa 100, il lago artificiale Poma di Partinico ne ha quasi 43 milioni su 73, mentre a Piana degli Albanesi l’omonimo lago si attesta sui 16 milioni su un massimo di 26 e l’invaso Scanzano è a 5 milioni rispetto ai 9 autorizzati (la capacità massima di 18 milioni è limitata per via delle condizioni non ottimali della diga).

Gli invasi del Palermitano al 50 per cento non fanno ben sperare gli agricoltori. “Per ora la preoccupazione è più per la fine dell’anno che per l’arrivo dell’estate”, afferma il vicedirettore di Coldiretti Palermo Giuseppe Marsolo, che però aggiunge: “È chiaro che quando non è prevista pioggia si passa a razionalizzare e quindi, prima di tutto, togliere acqua all’agricoltura. E se non vengono irrigate alcune zone, il produttore che non ha la disponibilità dell’acqua non va a investire e non produce”.

L’emergenza è talmente sentita che il 13 febbraio la parrocchia San Nicolò di Bari, a Gibellina, ha organizzato una messa e una processione in segno di vicinanza agli agricoltori. “Quest’anno stiamo vivendo una condizione climatica sicuramente fuori dal comune – osserva Marsolo –. Normalmente in questo periodo abbiamo i mesi più piovosi, quest’anno invece dopo dicembre non c’è stata più una goccia di pioggia: questo causerà danni soprattutto alle graminacee, quindi grano, orzo, avena e foraggere, con ripercussioni anche per le aziende zootecniche. Probabilmente, se il clima non tende ad allinearsi a quella che è la stagionalità, avremo un’annata pesantissima per quasi tutte le produzioni agricole siciliane”.

“La situazione è chiaramente deficitaria – dice Alessandro Di Martino, presidente dell’Amap – ma dal punto di vista dell’erogazione per le abitazioni non crediamo si possa parlare di turnazioni estive; problemi che invece potrebbero porsi per l’autunno o per la fine dell’anno, ma per risolverli basterebbe arrivare ad avere gli invasi pieni al 75 per cento. Rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso abbiamo un dato che attesta il 15 per cento in meno di acqua – aggiunge – anche perché l’anno scorso le piogge c’erano state. Noi ci auguriamo che questo mese e il prossimo possano arrivare almeno una settimana di pioggia e l’abbassamento delle temperature, per stare tranquilli fino al prossimo anno”.

Il presidente dell’Amap sottolinea che alla base della potenziale crisi ci sono “solo le condizioni metereologiche, mentre le reti sono in buono stato di salute. Anzi, da pochi giorni sono partiti i lavori definitivi per il canale di Scillato – spiega – e si prevede che fra sei o sette mesi l’impianto possa essere realizzato, così da aumentare i 400-450 litri/secondo che arrivano nelle abitazioni di Palermo. Chiaramente però anche Scillato percepisce l’acqua dagli stessi invasi, quindi anche la sua funzionalità è strettamente connessa al meteo”.


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