Candiani detta la linea | "La Lega parla con una voce sola" - Live Sicilia

Candiani detta la linea | “La Lega parla con una voce sola”

La convivenza tra vecchia guardia e nuovi entrati.

Amministrative
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Palermo – Con l’allargamento della famiglia, in casa Lega si presentano i primi problemi. E il plenipotenziario di Matteo Salvini, Stefano Candiani si fa sentire per ribadire la linea e chiarire da subito chi regge il timone della barca leghista in Sicilia. L’occasione la danno le amministrative. E in particolare la maretta nel Messinese. C’è tensione tra gli alleati sulle due principali città chiamate al voto, Milazzo e Barcellona. Nel fine settimana, Fratelli d’Italia ha stigmatizzato l’atteggiamento del nuovo capogruppo leghista all’Ars Antonio Catalfamo (fuoriuscito proprio dal partito della Meloni), che con il forzista Tommaso Calderone ha blindato un paio di candidature (Damiano Maisano e Pinuccio Calabrò) senza il placet degli alleati. Nella nota polemica, Elvira Amata ed Ella Bucalo sottolineavano invece come un dialogo si fosse instaurato con il coordinatore provinciale della Lega Matteo Francilia e con Bernardette Grasso. E sulla divaricazione tra Catalfamo e Francilia è intervenuto in modo abbastanza netto proprio Candiani. “Stiamo lavorando con i nostri alleati per offrire ai siciliani in occasione delle prossime elezioni amministrative una coalizione di centrodestra unita e credibile con candidati sindaci capaci di interpretare un progetto politico per i territori, ha affermato in primis il commissario leghista. Che poi è sceso nel dettaglio: “Nei comuni chiamati al voto registriamo una collaborazione positiva con gli altri partiti della coalizione. Penso al caso di Milazzo dove il centrodestra compatto è pronto a sostenere il candidato della Lega Damiano Maisano, alla stessa maniera il nostro partito a Barcellona sarà pronto a sostenere il candidato che verrà individuato in modo unitario da tutti gli alleati della coalizione. Ringrazio il commissario provinciale della Lega a Messina Matteo Francilia, per come ha condotto in modo corretto le riunioni con le forze politiche alleate di centrodestra e per come ha rappresentato la Lega al tavolo con la coalizione”. Insomma, la partita di Barcellona Pozzo di Gotto è tutt’altro che chiusa.

Un segnale fin troppo chiaro quello di Candiani. Che ha sentito la necessità di spiegarlo ancora con maggiore nitidezza: “È chiaro – aggiunge il senatore leghista – che in fase di definizione delle candidature ci possa essere un confronto serrato tra alleati ma per rendere più semplici questi passaggi la Lega parteciperà sempre con la massima lealtà e parlando con una sola voce che in Sicilia è quella del sottoscritto e nelle province quella dei commissari provinciali che nella Lega sono gli unici titolati a compiere scelte politiche in quanto miei delegati nei rispettivi territori di competenza”.

Una sola voce, “quella del sottoscritto e nelle province quella dei commissari provinciali”. Come in un partito, insomma. E si adeguino i nuovi arrivati, sembra sottintendere Candiani. Inclusi i deputati regionali. Paletti piantati per definire una linea ora che le porte del Carroccio si sono aperte a new entry che hanno comprensibili aspirazioni di far sentire la loro. Ma nel Carroccio le fughe in avanti non sono troppo gradite. La coabitazione tra vecchi e nuovi leghisti troverà comunque un punto di equilibrio. Tra le ragioni di fibrillazione c’è anche la storia del rapporto con Diventerà Bellissima. Alle contenute aperture di Candiani ha fatto seguito la freddezza di Nino Minardo, che si muove su una linea di sintonia con il gruppo parlamentare che il parlamentare modicano ha contribuito a far nascere. L’idea di stringere un patto federativo con i musumeciani non entusiasma i nuovi leghisti, che vedrebbero l’intesa come foriera di “tappi” sul territorio. “Una federazione? Sì, ma sui contenuti. Con tutto il centrodestra”, ha detto a Livesicilia Minardo, ridimensionando gli entusiasmi.

Strutturarsi sul territorio e aprire le porte a nuovi ingressi comporta anche queste conseguenze. Ma il percorso di allargamento del corpo dirigente della Lega è ormai avviato, anche sui territori, dove il Carroccio si va strutturando anche nei consigli comunali, come è accaduto nei giorni scorsi a Scicli. Un percorso di crescita in cui vecchia guardia e new enrty dovranno imparare a convivere.


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