"Un uomo con il cuore di bambino | Ecco chi era Giorgio Li Bassi" - Live Sicilia

“Un uomo con il cuore di bambino | Ecco chi era Giorgio Li Bassi”

Giorgio Li Bassi e Floriana (foto da facebook)

Parla la figlia adottiva del grande artista. Che, qualche tempo dopo, perse anche la madre.

Palermo - l'anniversario
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PALERMO- Dieci anni fa moriva Giorgio Li Bassi. Un grande uomo. Un grande artista. Un grande palermitano.

Floriana Di Liberto, la ‘picciridda’, la sua figlia adottiva, ha scritto su facebook: ”Dieci anni fa ci hai lasciati. Dieci anni fa mi hai lasciata. Mi hai lasciata da sola, ad affrontare una vita per la quale non ero ancora pronta. Una vita difficile, complicata, e piena di ostacoli. Ogni tanto però mi è parso di sentire la tua presenza, la tua mano. L’ho sentita mentre mi prendeva e mi accompagnava lungo questo difficile cammino. Qualcuno ha detto che le persone ti hanno dimenticato ma questo non è affatto vero. Mi mancano le tue mani possenti e le tue braccia enormi, mi manca il tuo caldo abbraccio protettivo. E mi sento fortunata…perché, nonostante tutto, il tuo amore era così profondo che lo sento ancora adesso. Oggi ho scelto di ricordarti come l’ultima sera prima che accadesse tutto… allegro e sorridente, mentre cantavi e ballavi… ‘Abballati, abballati, fimmini schietti e maritati…”.

Floriana ha ventisette anni, un carattere deciso che non rinuncia alla sensibilità. Adesso racconta: “Giorgio è venuto da noi, dopo una separazione. Mamma aveva un altro figlio e me. Io avevo un anno, quando lui è diventato mio padre per sempre. Si sono sposati che io avevo nove anni. Ricordo tutto del matrimonio, mi sentivo la principessa, al centro dell’amore e dell’attenzione. Mia mamma si chiamava Claudia. Poco dopo mio papà Giorgio, è venuta a mancare anche lei. Avevo diciassette anni. Mi sono trovata la vita addosso e ce l’ho fatta, grazie a quello che loro mi avevano insegnato, come se mi avessero preparata. Ho imparato a credere nel destino, a fidarmene. Sono cresciuta come una donna indipendente. Mio fratello e la sua compagna mi hanno accolta e sono stati la mia famiglia”.

“Giorgio era un uomo pieno d’amore – racconta Floriana – amava gli esseri umani, gli animali, i buoni e i cattivi. Faceva la spesa con me e insisteva col salumiere: ‘Amunì, facci assaggiare qualcosa alla ‘picciridda’. Le persone vere lo amavano di rimando, trovava sempre le porte aperte perché aveva un cuore innocente e si vedeva. Era un generoso, un timido che si travestiva da burbero per non soffrire. Era un bambinone e faceva del bene”.

Una pausa. Floriana racconta: “Per noi, per me, aveva delle attenzioni speciali. Io volevo il prosciutto cotto e lui si disperava perché aveva comprato il prosciutto crudo. Da quel giorno comprò, ogni giorno, tre etti di prosciutto cotto che ovviamente marciva in frigorifero, mica potevo mangiarlo tutto io. Chiunque portassimo a casa era subito di famiglia. Sì, era pieno d’amore incondizionato. Negli ultimi anni si era legato ai giovani, perché era una mente aperta. Voleva imparare da loro. Si era appassionato di tecnologia, comprava i marchingegni più astrusi e pretendeva che gli spiegassimo come funzionava. E’ stato così, Giorgio, mio padre, meraviglioso fino alla fine”.

Giorgio il poeta. Giorgio e il suo canto libero di anima sincera. Giorgio e la sua arte talvolta incompresa, o meglio, compresa soprattutto dai poeti come lui. Giorgio rimpianto dai suoi tanti e amatissimi figli, naturali, adottivi, oppure perché l’avevano soltanto incontrato. Un paio di anni fa, Luca, il figlio naturale, ha proposto, meritoriamente, di dedicare una strada a suo padre.

Floriana ha scritto: “Io credo, anzi ne sono convinta, che la gente che ti voleva davvero bene, ti ha portato nel cuore per tutti questi anni. Sono coloro che ti conoscevano davvero nel profondo e che hanno sofferto in silenzio per la tua assenza, persone che in questi anni ti hanno costantemente dedicato un pensiero. Sono tante papà, siamo davvero tanti. Ci manchi. Mi manchi”.

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