Spese, immobili e fondi ai Comuni | La Corte dei conti su ogni dossier - Live Sicilia

Spese, immobili e fondi ai Comuni | La Corte dei conti su ogni dossier

Per i magistrati in audizione all'Ars, la Regione continua a spendere troppo per il personale

 

 

L'APPROFONDIMENTO
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PALERMO – Le spese per il personale che rimangono alte, la gestione del patrimonio regionale che inizia a essere più efficiente e il riparto delle risorse ai Comuni che va semplificato. Al centro della relazione della Sezione di controllo Corte dei conti sul documento di economia e finanza regionale non ci sono solo le previsioni di crescita ma anche l’intera salute del sistema pubblico regionale. I magistrati oggi sono ricevuti a Palazzo dei Normanni in audizione dalla commissione parlamentare che si occupa di Bilancio e programmazione e se, da un lato, hanno bocciato il documento che “risulta ben lontano dal modello tracciato dal legislatore mancando anche quest’anno di elementi sostanziali”, dall’altro hanno espresso alcuni giudizi su alcuni dossier del governo Musumeci e su alcune politiche da attuare.

L’occasione è stata ritenuta “utile” dal presidente della commissione Bilancio Riccardo Savonaperché ci consentirà  – ha spiegato – di fare chiarezza su alcuni aspetti del Bilancio regionale che Governo e Parlamento possono ancora perfezionare”. Il presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè, che ha invece sottolineato  “l’importanza del dialogo costante tra la Corte dei conti e l’Assemblea regionale siciliana, per provare a mettere in equilibrio il bilancio della Regione”.

Il personale continua a constare tanto

Una delle note critiche riguarda i costi indiretti che la Regione sopporta per gli stipendi di personale non inserito nelle fila dell’amministrazione regionale. anche se nel bilancio queste somme non sono segnate come spesa per i dipendenti. “Il bilancio – annotano i magistrati – continua a essere gravato da “ingenti costi non allocati specificatamente tra la spesa del personale”.

Nel perimetro pubblico, infatti, devono essere inclusi i dipendenti delle partecipate “pari a circa il 50% (6.997 unità) della consistenza di quello in servizio presso l’Amministrazione regionale”, ci sono i circa 13mila precari degli enti locali e i dipendenti della Resais. Infine vanno considerate le “spese per il personale stagionale impiegato dalle strutture periferiche del Comando Corpo Forestale della Regione e dell’ex Azienda regionale Foreste Demaniali, pari rispettivamente nell’esercizio 2018 a 61,5 e 163,4 milioni di euro”.  Di fronte a questa situazione, però, per la Corte dei conti,non sembra esserci un piano di riforma e razionalizzazione che punti al contenimento dei costi e alla razionalizzazione delle partecipazioni societarie.

La gestione del patrimonio

Per la Corte dei conti il governo Musumeci sta operando bene sia con la previsione di un piano di disdetta dagli affitti che non sono più utili sia rispetto al piano di censimento del patrimonio immobiliare. “Elemento di novità, degno di nota”, scrivono i magistrati nella relazione, è il fatto che il dipartimento regionale delle Finanze e del credito abbia raggiunto un intesa con l’Agenzia del Demanio che consentirà la costituzione della banca dati del patrimonio immobiliare della Regione Siciliana.

Diverse sono le parole che la Sezione di controllo della Corte dei conti usa a riguardo della vendita della partecipazione regionale del Fiprs al Fondo Pensioni. L’esecutivo ha varato l’avvio della procedura e nominato la commissione di valutazione della partecipazione ma per i magistrati la prosecuzione di questa attività va attentamente ponderata.

Semplificare il riparto dei fondi ai Comuni

Infine la Corte dei conti esprime il proprio giudizio sulla modalità di riparto delle risorse regionali ai Comuni. Per i magistrati occorre realizzare una semplificazione. Il fondo Autonomie locali, negli anni è stato infatti sovraccaricato di eccezioni e interventi finanziari che alternano il riparto delle risorse agli enti.

Si assiste così a un numero “crescente di interventi finanziari, privi di logica interconnessione, che rendono complesso il già articolato procedimento di riparto e contraggono per finalità particolari la sua dotazione, che dovrebbero invece essere destinata esclusivamente ad una omogenea assegnazione di risorse per il funzionamento ordinario di tutti i Comuni siciliani, nel rispetto dei criteri generali di riparto”. Per i magistrati l’Ars può creare norme premiali per gli Enti locali ma a patto che queste attingano da altri fondi e non alterino la ripartizione ordinaria. Diversamente si finisce infatti per intaccare “in modo significativo le limitate risorse destinate al funzionamento dei Comuni, che vivono una condizione di diffusa sofferenza finanziaria”. Positivo è infine il giudizio sulla volontà del governo regionale di aiutare i Comuni in difficoltà finanziaria e premiare i comuni virtuosi che decidono di gestire in modo associato alcune funzioni come quelle di riscossione dei tributi locali.

 

 

 


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