Comuni 'ricicloni' e caro-impianti| Se la discarica conviene di più - Live Sicilia

Comuni ‘ricicloni’ e caro-impianti| Se la discarica conviene di più

Conferire l'umido costa tanto. E chi fa la differenziata non riesce ad abbassare le tasse

I comuni ricicloni vengono premiati dalla Regione. Una buona notizia, certo, ma i sindaci non sono esattamente sollevati. Per due ordini di motivi: primo, perché le somme stanziate non potranno essere utilizzate per ridurre la Tari a carico dei cittadini. Secondo, perché i comuni che fanno molta differenziata si scontrano con un problema che va avanti da un pezzo, quello del costo del conferimento dell’umido. Gli impianti sono pochi, i costi sono in continuo aumento, e paradossalmente, i comuni più virtuosi devono spendere tanti soldi per mandare i rifiuti negli impianti, molto di più di quanto costa “buttare” tutto indistintamente in discarica.

Un esempio serve a chiarire il problema. Il comune di Ventimiglia di Sicilia è uno di quelli premiati dalla Regione per avere raggiunto alti standard di raccolta differenziata (in provincia di Palermo sono 17). Una performance in forza della quale la Regione stanzierà al comune un premio da 43mila euro. “Grazie al lavoro sinergico tra cittadinanza e Amministrazione comunale, in appena sette anni la percentuale di raccolta differenziata, è passata dallo 0% al 76%”, dice il sindaco Antonio Rini. I 43mila euro erogati al Comune, a titolo di premialità e quale esempio di Comune virtuoso, non potranno essere portati in detrazione della Tari. “Infatti, la tassa sui rifiuti (TARI) deve coprire per intero il costo del servizio – spiega il sindaco – e siccome la premialità viene assegnata ai Comuni come trasferimento ordinario, queste somme non possono portare beneficio diretto nelle tasche dei cittadini con una proporzionale diminuzione della tassa. Resta inteso che in tempi di risorse limitate è comunque una manna dal cielo e sarà utilizzata per potenziare e offrire nuovi servizi al cittadino”.

Resta ancora aperta la sfida del “caro bolletta”. L’assenza di adeguati impianti di compostaggio, unita al costo esorbitante del conferimento in quei pochi già esistenti sul territorio, vanifica in parte gli sforzi eco-friendly di amministratori e cittadini. La tassa sui rifiuti così continua ad essere troppo alta rispetto agli standard raggiunti e certificati dai Comuni. Una situazione paradossale per la quale i sindaci chiedono misure urgenti. Ventimglia, ad esempio, con le sue percentuali, conferiva l’umido nella vicina centrale di Ciminna a un costo di 93,50 euro a tonnellata compresa Iva. “A seguito della sua chiusura abbiamo trovato disponibilità solo in un’altra centrale presso Santa Flavia al costo di € 188 a tonnellata più IVA – racconta il sindaco Rini -. Praticamente paghiamo più del doppio e ci sentiamo comunque fortunati, perché le piattaforme sono limitate e in un mercato in mano ai privati spetta a loro l’ultima parola, anche in considerazione che l’autorità pubblica non è mai intervenuta per porre un limite ai prezzi”.

Si tratta di un problema annoso, denunciato da Livesicilia già quattro anni fa. I pochi impianti ci compostaggio esistenti hanno portato a situazioni paradossali, con differenziata che finiva in discarica in varie zone della Sicilia. La Regione si è attivata per far partire nuovi impianti ma tra il dire e il fare ci son i tempi di realizzazione.

Il paradosso è che chi differenzia deve affrontare costi di conferimento più alti di chi non lo fa. “Il costo di conferimento di indifferenziato che sostiene oggi Ventimiglia è di € 93,30 a tonnellata, nella discarica pubblica di Castellana – osserva Rini -. Ci rendiamo conto che si parla tanto di ambiente ma, con la fredda logica dei numeri, converrebbe portare la frazione umida in discarica piuttosto che conferirla nelle piattaforme idonee ad un prezzo raddoppiato?”.

“Non si risparmia molto. Anzi tutto c’è la raccolta porta a porta, che costa – dice il sindaco di Bisacquino Tommaso Di Giorgio -. Poi c’è il problema degli impianti di umido che sono costosi. Noi conferiamo a Cammarata e ci costa 150 euro a tonnellata. Per l’indifferenziata nelle discariche pubbliche pagavamo intorno ai 110 euro. Di certo non vogliamo tornare indietro, perché al paese pulito e senza cassonetti non rinunciamo. Ma bisognerebbe intervenire sugli impianti”.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI